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Mister sotto accusa o… materiale inadeguato?

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Al netto di un sesto del massimo campionato italiano, torna, soprattutto per chi non va come ci si attendeva, l'eterno problema allenatore. Appena un team balbetta più delle attese tutti i media si scatenano contro il capo, il direttore...
Redazione Toro News

Al netto di un sesto del massimo campionato italiano, torna, soprattutto per chi non va come ci si attendeva, l'eterno problema allenatore. Appena un team balbetta più delle attese tutti i media si scatenano contro il capo, il direttore d'orchestra sempre reo di non riuscire a far rendere al meglio i propri solisti e di non essere capace di far giocare una squadra. Quante volte si sente la fatidica affermazione "io li farei giocare meglio", ma siamo sicuri che il problema sia sempre il mister della squadra o a volte la colpa non è del tutto sua?PROGETTO ROMA - Nell'occhio del ciclone è finito suo malgrado Zdenek Zeman a causa manco a farlo apposta della sua odiata Juventus che sabato scorso ha messo a nudo tutti i problemi di una squadra che sembra senza capo nè coda. Se ne sono sentite di tutti i colori sui capitolini, e tutti contro il boemo. Nessuno però ha accennato all'ineguatezza della rosa giallorossa  che non è per nulla funzionale al gioco di Zeman, un 4-3-3 molto offensivo che fa della corsa e dei tagli verticali il suo must.Partendo dal portiere che in questo tipo di gioco deve essere un libero aggiunto e finendo dagli esterni offensivi che devono partecipare più attivamente alla fase difensiva e non rimanere a guardare il Pirlo di turno giocare da solo. Quindi mi permetto di dire che iniziando da Stekelenburg,Totti ed Osvaldo passando per i due cursori di fascia, stiamo parlando di ottimi giocatori, ma non funzionali al progetto Zeman.SENZA SOLISTI - Se a Roma si piange, sicuramente a Milano sponda rossonera non si ride. Il Milan di Allegri si è molto ridimensionato è vero e ha amplificato credo tutti i limiti di un tecnico che nelle due stagioni precedenti si è troppo affidato ai singoli lasciando in disparte un gioco di squadra. Se nelle stagioni precedenti ci si basava su una solidità fra centrocampo e difesa e un centravanti calamita che ha sempre fatto il fulcro del gioco mandando a nozze gli inserimenti dei mediani (non sono un caso i gol di Nocerino), partito questo non è stato sostituito da un giocatore dalle medesime caratteristiche e allora il gioco di Allegri è andato a farsi benedire. Per chi è stato abituato a dominare negli anni è molto dura, crediamo, vedere un Milan "provinciale" che lascia il gioco all'avversario e prova a colpire in contropiede.NOTA LIETA - Sorride invece il tecnico del Bologna Pioli, bollato dagli esperti come non molto capace, che con il lavoro sul campo invece è riuscito ad invertire una rotta che sembrava essere molto negativa dopo il capitombolo di Siena. Le luci della ribalta se le è prese Gilardino, ma possiamo affermare con certezza che la rinascita del violinista di Biella è merito sopratutto del tecnico felsineo. Tutti sanno che il Gila adora giocare come unico terminale offensivo (ai tempi di Parma era l'alternativa ad Adriano), e allora Pioli da conoscitore di calcio gli ha cucito la squadra addosso con due trequarti molto tecnici e tanta densità fra difesa e attacco per stroncare sul nascere le iniziative avversarie.A volte quindi si deve sempre trovare uno a cui dare la colpa, e nel calcio c'è la brutta abitudine di puntare il dito sempre contro i mister, non pensando che le persone che costruiscono la squadra sono altrettanto colpevoli se non di più dei tecnici che si ritrovano molto spesso giocatori non richiesti e che non sanno dove piazzare. Probabilmente la differenza fra le tre compagini analizzate è proprio questa, con il duo Guaraldi-Pioli a vincere con i più ben quotati avversariDavide Greco (foto Dreosti)