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Molto rumore per nulla

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di Valter Panero
Redazione Toro News

Cervinia. Molto rumore per nulla. Potrebbe essere riassunta così la tappa che oggi ha portato i corridori da Cherasco a Cervinia. Eh sì, perché era dall'inizio di questo Giro che si continuava a parlare di questa frazione come di quella che avrebbe potuto dare la svolta ad una corsa rosa finora ancora non decollata.Invece è successo poco o nulla. Certo non gli sfaceli che molti tra i suiveur immaginavano di vedere oggi.Naturalmente, che sia successo poco non ditelo ad Andrey Amador, venticinquenne di San José in Costarica che la giornata di oggi potrà raccontarla ai propri figli ed ai propri nipoti. Non glie lo dite, perché se ne avrebbe a male visto che ha fatto una fatica boia per conquistare la tappa odierna diventando il primo Costaricano a vincere una frazione nella Corsa Rosa.  Non glie lo dite, per rispetto al mazzo colossale che si è fatto entrando nella consueta fuga partita stamattina poco dopo il via da Cherasco. La consueta fuga di “madovediavolovannoquesti?” nel senso che normalmente queste avventure non hanno futuro nelle tappe di montagna. Invece, la fuga ha preso piede arrivando a superare i dodici minuti di vantaggio.“Ma vuoi vedere che invece questi vanno?” devono essersi detti gli uomini di classifica mentre il vantaggio dei fuggitivi lievitava. E infatti così è successo.Sul Col de Joux, mentre Rujano e Cunego tentavano un attacco generoso quanto inutile, il Ceco Jan Barta salutava i fuggitivi. Azione intelligente? Non molto, visto che nella discesa Amador (ma non dicono che i Sud Americani in discesa non vanno? Ignorante! Il Costarica è in America Centrale!) si riportava sul fuggitivo e lo staccava, affrontando in solitudine, e con quasi un minuto di vantaggio, la lunghissima ma non certo impegnativa salita finale che porta da Chatillon a Cervinia.“Se non va in crisi, vince su una gamba...” diceva qualcuno intanto, riferendosi ad Amador. Quasi glie la tirava, perché a quel punto il buon Andrej iniziava ad oscillare le spalle ed a voltarsi indietro, quasi a voler attendere qualcuno che lo aiutasse a salire.E qualcuno è in effetti arrivato: prima, a circa 11 chilometri dall'arrivo, è stata la volta del Friulano Alessandro De Marchi (anche lui facente parte degli avventurieri del mattino); poi, quando di chilometri alla fine ne mancavano sette, è stato Barta (dato per disperso) a rinvenire ancora sui primi.Volata a tre? Sì, no, forse. Già, perché il gruppo dei migliori, fino ad allora sonnacchioso, sembrava improvvisamente svegliarsi dal torpore dettato probabilmente da una giornata fredda e piovosa, con il Re Cervino che se n'è rimasto nascosto dietro le nuvole. Il risveglio era scatenato dapprima da Basso, che metteva la sua Liquigas a tirare e poi si portava davanti al gruppetto scatenando una tirata delle sue. Poi, dal Canadese Ryder Hesjedal che lanciava un attacco secco.“Ma perché Ryder?” diceva a questo punto il suiveur poco attento e smemorato. Smemorato sì, perché dimenticava che il Canadese occupava fino a stamattina il secondo posto nella classifica generale. Attacco secco, e niente meno che la Maglia Rosa Rodriguez che provava a rispondere. Insomma: grande, grande bagarre. Finalmente.Anche se il traguardo era ormai lì a pochi chilometri. E i poveretti là davanti? Per fortuna di chi ama gli eroi romantici, conservavano una manciata di secondi di vantaggio sul resto del gruppo ed arrivavano a giocarsela sul traguardo.Sarebbe bello che in questi casi la vittoria venisse divisa tra tutti i generosi che si presentano sul traguardo. Ma l'impietosa legge del ciclismo non lo prevede.Dunque Amador è il più svelto ad infilzare Barla e Demarchi. Peccato per il generoso Ceco. Peccato soprattutto per il ragazzo di San Daniele del Friuli che avrebbe gradito festeggiare oggi con la sua prima vittoria da professionista il ventiseiesimo compleanno.Dura lex, sed lex. Dietro i tre, si presentava uno scatenato Hesjedal che, staccando di ventisei secondi il gruppetto di Rodriguez e degli altri “pezzi grossi” (?) della classifica tornava in possesso della maglia rosa perduta al cospetto del Santo ad Assisi.Ora, in classifica, il Canadese sopravanza lo stesso Rodriguez di nove secondi, mentre Basso e Scarponi sono staccati di oltre un minuto.Domani, altra frazione molto attesa da Busto Arsizio a Pian dei Resinelli, con tre gran premi della montagna prima dell'arrivo in salita finale (16,9 chilometri a 7,8 di media).Vedremo finalmente i migliori della classifica darsi battaglia o sarà un'altra tappa di attesa? Lo sapremo solamente a posteriori.D'altra parte per tutti noi si profila una lunga giornata di AttesA. E qui non parlo più di ciclismo.

 

Post scriptum: mi fanno notare adesso che il vincitore della tappa si chiama Andrey Amador....mi sembra un lieto presagio, che ne dite?

E anche qui non sto parlando di ciclismo.

BuonA domenicA A tutti voi!ORDINE D'ARRIVO QUATTORDICESIMA TAPPA CHERASCO – CERVINIA:1. Andrey AMADOR BIKKAZAKOVA (Costarica) in 5h33'36”2. Jan BARTA (Repubblica Ceca) s.t.3. Alessandro DE MARCHI (Italia) a 2”4. Ryder HESJEDAL (Canada) a 20”5. Paolo TIRALONGO (Italia) a 46”6. Rigoberto URAN URAN (Colombia) a 46”7. Joaquim RODRIGUEZ OLIVER (Spagna) a 46”8. Thomas DE GENDT (Belgio) a 46”9. Michele SCARPONI (Italia) a 46”10. John GADRET (Francia) a 46”CLASSIFICA GENERALE GIRO D'ITALIA DOPO LA QUATTORDICESIMA TAPPA:1. Ryder HESJEDAL (Canada) in 59'55'28”2. Joaquim RODRIGUEZ OLIVER (Spagna) a 9”3. Paolo TIRALONGO (Italia) a 41”4. Sandy CASAR (Francia) a 1'05”5. Ivan BASSO (Italia) a 1'06”6. Roman KREUZIGER (Repubblica Ceca) a 1'07”7. Benat INTXAUSTI ELORRIAGA (Spagna) a 1'07”8. Rigoberto URAN URAN (Colombia) a 1'19”9. Michele SCARPONI (Italia) a 1'20”10. Domenico POZZOVIVO (Italia) a 1'21”

 

 

 

foto:lequipe.fr