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di Nino Mancini
Come da pronostico la Germania vince nella ripresa con un netto 3 a 1 la finale per il terzo posto. A Stoccarda sono scese in campo due formazioni rimaneggiate per scelte tecniche, fuori Figo da una parte e Lehman per Kahn dall’altra, o per infortuni, Ballack. Dopo un primo tempo con qualche occasione da gol per entrambe le squadre, abbiamo assistito ad una ripresa più vivace, con Schweinsteiger salito in cattedra con una doppietta e una punizione deviata in rete dal portoghese Petit.
Da segnalare qualche bella parata del rientrante Kahn, una prestazione finalmente all’altezza di Deco e il solito gioco fine a se stesso di Cristiano Ronaldo, sicuramente un giovane dotato di tecnica e dribbling superiore, ma innamorato del pallone, della Sharapova e della simulazione. Il lusitano quando perde la palla cerca sempre qualche scusa per ingannare l'arbitro, com'è successo anche sotto gli occhi della terna arbitrale giapponese, che si è distinta per qualche decisione discutibile, ma che non ha inciso sul risultato dell’incontro.
Il Portogallo è riuscito a segnare il gol della bandiera nel finale quando Scolari ha deciso che era arrivata l’ora di Nuno Gomes al posto di Pauleta, come sempre impercettibile, e soprattutto di Luis Figo, che ha servito un cross al bacio per l'ex centravanti della Fiorentina, che non ha avuto difficoltà a realizzare. La Germania è andata probabilmente al di là delle aspettative degli addetti ai lavori, così come il Portogallo, capaci di arrivare davanti a formazioni più attrezzate come l’Argentina, il Brasile e l’Inghilterra.
E ora prepariamoci alla lunga giornata che ci porterà alle 20 a Berlino alla finalissima tra Italia e Francia. Arriviamo alla partita con la solita boria francese nelle dichiarazioni, dal simpaticone di Platini, che si aspetta il primo successo italiano nel 2048, al ct Domenech, che non riuscendo ancora a capire chi fa la formazione tra lui e Zidane si ostina al suo senso di superiorità nei nostri confronti.
Mutuando le parole di Lippi, non abbiamo un’occasione migliore per far ricredere gli altri, ma soprattutto questo può essere il traguardo per una classe di calciatori che non ha ancora raccolto molto a livello di rappresentative nazionali, rapportato al potenziale tecnico, tattico e atletico a disposizione.
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