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Germania, Spagna: i nomi sono la storia del calcio, ma non dei Mondiali, laddove le due Nazionali si sono incontrate poco, e mai così avanti nella competizione. D'altronde, se i tedeschi sono habitué di semifinali e finali, non lo stesso si può dire per gli iberici, eterni incompiuti fino all'avvenuta maturazione della sua generazione di fenomeni, che li ha laureati Campioni d''Europa.
Stasera, si gioca per un Mondiale che consacra la sua europeità, dopo un'inizio a ritmi latinoamericani; e si gioca, soprattutto, per disputarsii il titolo contro l'Olanda, domenica , al “Soccer City Stadium”.
Il ct Loew presenta una squadra che si conferma la più giovane dell'intera competizione, priva di quel finora fondamentale Mueller, un ragazzo che un anno fa ha firmato il suo primo contratto da professionista; tra ventenni ed oriundi, Prandelli sta prendendo nota. Nessun problema invece per Del Bosque.
La sua Spagna inizia la partita all'insegna del solito, prolungato possesso-palla, stasera particolarmente esasperante; la Germania dovrebbe fare della velocità la sua arma migliore, ma ci riesce solo con sporadici sprazzi (che si stia risparmiando per il prosieguo della partita?, si chiedono in molti). E così, nel primo tempo l'emozione più grossa è forse l'invasione di campo di un tifoso (pare italiano) fermato dagli steward; c'è un leggero predominio spagnolo, e chissà se l'epurato Fernando Torres, per quanto grigio fin qui, non avrebbe potuto rivelarsi utile in un attacco che non ha riferimenti (Villa è molto bravo ma certo non riesce a tenere una posizione di centrale).
Proprio all'ultimo minuto, un sussulto: Oezil viene servito in profondità cogliendo per la prima volta impreparata la retroguardia delle “Furie Rosse”, e al momento di entrare in area viene contrastato da Sergio Ramos e va a terra; il non impeccabile arbitro ungherese, Kassai, lascia che il gioco prosegua, ma i replay chiariscono che c'é stato un fallo che era sì fuori area, ma che avrebbe potuto portare, se sanzionato, all'espulsione del difensore, in quanto ultimo uomo.
La lieve prevalenza spagnola del primo tempo diviene netta nel secondo. Per venti minuti circa, dal 10' alla mezz'ora, è un vero dominio: annunciato con un paio di missili lanciati da Xabi Alonso, confermato da un paio di penetrazioni in area, e concluso con il gol-partita: lo realizza capitan Puyol, proprio come non ti aspetti che uno spagnolo possa fare contro un tedesco, cioé con un colpo di testa da calcio d'angolo. Impressionante il salto del difensore, che sovrasta persino un compagno quale Pique cui concede quindici centimetri di statura.
Da qualche minuto aveva fatto il suo ingresso, nelle fila della Germania, un ragazzo classe 1990, Toni Kroos, colui che in Bundesliga viene considerato qualcosa di simile ad un predestinato; più tardi sarà la volta di Mario Gomez, fuori forma come non mai, così come Fernando Torres nella Spagna. “El Nino” avrà modo di infuriarsi con il partner d'attacco Pedro quanto questi spreca in maniera incredibilmente egoista un contropiede due-contro-uno.
Nell'ultimo quarto d'ora la squadra di Del Bosque si chiude, ma non corre grandissimi pericoli; la finale del Mondiale 2010 sarà Olanda-Spagna; vale a dire, la Coppa andrà ad una Nazionale che non l'aveva mai vinta in passato.
GERMANIA-SPAGNA 0-173' Puyol
Germania (4-2-3-1): Neuer; Lahm, Mertesacker, Friedrich, Boateng; Khedira, Schweinsteiger; Trochowski, Oezil, Podolski; Klose. All. Loew
Spagna (4-1-4-1): Casillas; S.Ramos, Pique, Puyol, Capdevila; Busquets; Iniesta, Xavi. Xabi Alonso, Pedro; Villa. All. Del Bosque
Arbitro: Kassai (Ungheria)
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