Aveva sessantaquattro anni, aveva vestito la maglia del Torino tra il 1969 e il 1971. Carlo Petrini, morto questa mattina a Lucca, non sarà ricordato solo per essere stato un calciatore di Serie A, ma soprattutto per essere stato il grande accusatore del "sistema calcio". L'ex attaccante di Milan, Toro (con cui vinse una Coppa Italia) e Roma finì nel ciclone dell'inchiesta sul calcioscomesse dei primi anni '80: fu squalificato (3 anni e sei mesi) e tornò a giocare nei campionati minori dopo l'amnistia concessa dalla Federcalcio a seguito della vittoria dei mondiali dell'82. Nel 2000 il suo libro di denuncia (non fu l'unico scritto da Petrini) "Nel fango del Dio pallone": un'autobiografia in cui racconta molto nefandezze del mondo del calcio: dalla pratica del doping, in collaborazione con i medici sportivi, alle partite truccate e decise già a tavolino. Petrini ci lascia proprio nel momento in cui lo scandalo legato alle scommesse è tornato alla luce, rendendo la sua denuncia più attuale che mai.
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Morto Carlo Petrini
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