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di Andrea Ciprandi
In queste settimane si sta facendo un gran parlare di Real Madrid e Milan, riconosciute come le due squadre che hanno vinto più titoli internazionali e definite di conseguenza le più blasonate al mondo. Se il numero dei trofei che hanno alzato è senz’altro notevolissimo, il record che gli si attribuisce merita però alcune considerazioni proprio perché riferendosi ai numeri e non al prestigio è necessario interpretarlo.
Il calcio ha attraversato epoche diverse, passando dal dilettantismo al professionismo in momenti differenti a seconda dei luoghi e subendo anche le conseguenze di riorganizzazioni dipendenti dai nuovi assetti politici di parecchi Paesi. Si pensi anche solo alla Germania (al cui campionato hanno partecipato anche formazioni ora affiliate alla Federazione austriaca), e poi a Turchia e Brasile, ove un torneo nazionale è sorto solo in tempi relativamente recenti anche se di campionati regionali e cittadini se ne sono sempre disputati e nella considerazione delle vicende dei Club iscritti contano quanto ogni altro. Bisogna poi tener conto dell’esistenza o meno in tutte i Paesi di coppe nazionali e laddove esistano del loro numero, dato che per esempio in Gran Bretagna accanto alle FA Cup inglesi e scozzesi esistono anche le Coppe di Lega.In molte Nazioni sudamericane, invece, non se ne disputa nessuna. La Supercoppa nazionale, poi, non ha lo stesso riconoscimento ovunque: per quanto sorprendente possa risultare, non è un trofeo ufficiale né in Inghilterra (dove si chiama Community Shield) né tanto meno in Italia. Per finire, non ci si dimentichi degli anni di squalifica dalle Coppe delle squadre inglesi, addirittura otto per il Liverpool e cinque per qualsiasi altra in tempi oltretutto di loro dominio continentale.
Nel momento in cui si stila la classifica dei Club più vittoriosi al mondo in cima alla quale troppi commentatori hanno inopinatamente piazzato merengues e rossoneri, allora, è fatalmente necessario fare riferimento solo a un gruppo omogeneo di competizioni, dalle quali vanno esclusi innanzitutto i numerosissimi tornei non riconosciuti da Federazioni nazionali e internazionali. Io in particolare ritengo ragionevole non includere nemmeno le Coppe di Lega (che non si giocano ovunque), le Supercoppe nazionali (come detto non riconosciute ufficiali da tutte le Federazioni) e a malincuore molti campionati locali (per esempio quelli statali brasiliani e cittadini) pur sapendo quanta importanza abbiano sempre rivestito e quale preziosa tradizione rappresentino.
Alla fine, prenderò in considerazione soltanto sei categorie:1) campionato, 2) coppa nazionale, 3) Coppa Intercontinentale/Campionato del Mondo per Club, 4) Coppa dei Campioni/Champions League e Libertadores, 5) le seconde coppe continentali più importanti (Europa League/UEFA/Coppa delle Fiere e Coppa delle Coppe in Europa, Sudamericana/Mercosur/CONMEBOL e Supercoppa oltre oceano) e 6) Supercoppa Europea e Recopa Sudamericana.
Mi permetterò poi di fare un calcolo a parte escludendo i trofei nazionali perché considerarli significherebbe veder proiettati in cima alla graduatoria anche chi coi soli campionati ottenuti supererebbe il computo totale degli allori conquistati da Club che hanno ottenuto tantissime vittorie anche nel mondo accrescendo così il proprio prestigio.
Partendo proprio dalle affermazioni internazionali, i quattro Club più titolati al mondo sono normalmente considerati Boca Juniors, Independiente (quando nella boriosa Europa se ne ha memoria), Milan e Real Madrid, che indico in rigoroso ordine alfabetico in attesa di segnalarne altri. Partendo da quanto effettivamente hanno vinto in campo internazionale si è erroneamente soliti estendere il primato di alcuni di essi a ogni altro ambito ma dopo che avrò riportato certi dati sarà evidente come spesso si siano stravolte le statistiche e di conseguenza molte graduatorie.
In quanto a titoli vinti fra quelli presi in considerazione, primo di questo gruppetto è il Real Madrid (63), segue il Milan (43), quindi il Boca Juniors (40) e a chiudere l’Independiente (29). In Argentina però non si gioca una coppa nazionale, quindi tralasciando questa competizione affinché ci sia un equo confronto con italiani e spagnoli dobbiamo subito stilare una graduatoria diversa, che vede il Real Madrid sempre primo (46) ma secondo il Boca Juniors (39), il Milan soltanto terzo (38) e l’Independiente ancora quarto (29). Con rispetto ai soli allori internazionali, invece, il Madrid piomba addirittura all’ultimo posto insieme all’Independiente (quest’ultima riconosciuta a buon diritto Re di Coppe fino a metà 2007, 15) dietro a Boca (16) e Milan, primo (18).
Quindi la recente affermazione per cui la doppia sfida europea che sta andando in scena fra madridisti e rossoneri vede di fronte i Club più vincenti al mondo risulta errata, sbugiardata dai numeri e non da opinioni o supposte antipatie. Sottolineata anche dall’Independiente-Boca di campionato giocatasi proprio domenica, come gli appassionati di calcio internazionale certamente sapranno, a cui gli amanti dei grandi numeri avrebbero dovuto dare lo stesso rilievo del confronto di Champions per ovvie ragioni storiche, andando per una volta oltre le luci e i soldi della maggiore competizione europea. Ma non finisce qui.
Nella classifica di chi ha vinto più titoli internazionali non c’è davvero molta competizione fra queste e altri pur gloriosi Club. Liverpool e Barcellona, per esempio, sono sì a quota 11, seguiti da San Paolo, Juventus e Bayern (10), Nacional Montevideo (9), Peñarol, Ajax e Inter (8) e Manchester United (7). Il Porto, il Valencia e l’Estudiantes però hanno conosciuto la gloria internazionale soltanto 6 volte, il River Plate, il Santos, l’Internacional, il Cruzeiro e l’Anderlecht 5, il Gremio, l’Atletico Madrid e il Feyenoord 4 come il Parma, mentre il Flamengo, il Chelsea e il Siviglia 3 quanto gli oggi meno quotati Tottenham e Nottingham Forest, quindi l’Arsenal 2 come il Palmeiras e il Benfica, ma il Corinthians appena 1. Tutti grandi Club che hanno fatto e continuano a fare la storia del calcio, certo, ma con ben altro palmarès rispetto a quello dei primi quattro in classifica, che tende per inerzia e prospettive del prossimo futuro ai 20 titoli.
Pur con le dovute riserve di fronte a una graduatoria come quella che segue, guardando però al computo di tutti i tornei presi in considerazione secondo quanto indicato (sempre e solo quelli rientranti nelle mie 6 categorie) anche nel caso in cui ci sia una forte incidenza di quelli conquistati in patria, spiccherebbero quelli vinti da Rangers e Celtic (77 a testa), e poi da Benfica (61), Barcellona (56), Peñarol e Ajax (un’altra volta appaiati ma questa volta con 55), quindi Nacional Montevideo (51), Porto (49), Bayern (47) e Juventus (46 dopo Calciopoli). Le quattro grandi si piazzerebbero così soltanto terza (Real Madrid), dodicesima (Milan) e tredicesima (Boca Juniors), con l’Independiente molto più in basso e alla pari col Feyenoord, anche dopo River Plate (37) e Benfica (32). Se poi considerassimo tutti i tornei nazionali e non, i 113 dei Rangers, per esempio, farebbero sfigurare i 95 del Real Madrid, che a questa quota arriverebbe includendo sì 9 fra Coppe dei Campioni e Champions League ma anche 18 campionati regionali vinti precedentemente alla costituzione di quello nazionale che oggi si chiama Liga. E a chi gongola sui prestigiosi primati delle europee gioverà sapere che le Coppe che si giocano in Sud America valgono tanto quanto quelle nostrane come dimostrato dal fatto che nell’Albo d’Oro dell’Intercontinentale/Mondiale per Club, lo scontro finale per il dominio del pianeta, il gruppo di chi le ha vinte è ancora in vantaggio sul gruppo di chi ha alzato quelle del nostro Continente: 25 a 24. Sarebbe oltretutto 26 a 24 includendo la Copa Rio vinta dal Palmeiras nel 1951; era, la Copa Rio, un’antenata del Mondiale per Club, la cui edizione menzionata è stata recentemente riconosciuta dalla FIFA. Insomma, se di statistiche si parla allora non bisogna dare i numeri.
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