Se avessi qui, di fronte a me, uno di coloro che hanno congegnato questo Tour gli farei una domandina semplice, semplice che, immagino, si stiano ponendo in questo momento quasi tutti gli appassionati, tranne forse quelli Francesi e quelli Inglesi cui tutto sommato le cose vanno bene così come sono. Dunque, caro Monsieur l’Organisateur, che senso ha inserire nel percorso una salita bellissima, durissima, spettacolare come il Col du Grand Colombier e poi svilirla mettendo dopo di essa oltre quaranta chilometri di discesa e di salite meno impegnative? Gli direi anche che disegnare le tappe in questo modo è un po’ come invitare ad un concerto un ospite famoso e poi, anziché dargli lo spazio che merita, fargli cantare una sola canzone magari ad inizio serata. E’ un po’ come far venire ad una cena di gala una donna bellissima, e poi relegarla in un angolino in modo tale da tenerla al riparo dalla vista della maggior parte degli ospiti. Insomma è un po’ come darsi la zappa sui piedi. Salvo poi lamentarsi che i corridori non hanno coraggio, che non ci provano, che appaiono rassegnati al dominio di “basettone” Wiggins.Ma cosa volete che ci provino, se tanto sanno che la Sky di Mister Wiggo (e di Chris Froome) è nettamente la squadra più forte e che verrà irrimediabilmente a darti la caccia come una muta di cani dietro ad una lepre? Ed oggi se n’è avuta la dimostrazione. Ci ha provato “la lepre” Nibali a scavare una crepa nel dominio Britannico. Oltretutto, lui e la sua Liquigas l’avevano anche studiata bene, mandando nella fuga di venticinque uomini partiti all’attacco fin dal mattino nientemeno che la “maglia verde” Peter Sagan. Nella discesa del Grand Colombier Nibali, da grande discesista qual è, si lanciava all’attacco e raggiungeva il compagno di squadra che intanto si era lasciato volontariamente sfilare dal gruppo dei battistrada. I due arrivavano ad avere circa un minuto di vantaggio sulla maglia gialla e sulla sua muta di cani, e sembrava davvero che il ragazzo di Sicilia con la faccia da emigrante stesse per far saltare il banco di questo Tour. Ma il buon Sagan, dopo aver tirato come un matto, cedeva di schianto abbandonando il proprio Capitano in balia dei cani. Magari, se con Nibali ci fosse stato Basso (ma dov’eri Ivan?) o se Cadel Evans (secondo nella generale) avesse colto l’attimo per portarsi nella scia del Siciliano, l’attacco-agguato avrebbe avuto miglior sorte. E lo stesso sarebbe accaduto, come detto, se anziché mancare quaranta chilometri all’arrivo ne fossero mancati solo dieci. Ma si sa, la storia non si fa con i se, ed il risultato è stato che Nibali ha cominciato a perdere secondi ed alla fine si è rialzato per farsi riprendere dal gruppo del leader.Operazione riaggancio riuscita, muta di cani Sky! Pericolo scampato, Mister Wiggo!Peccato davvero per Nibali, ma anche per l’interesse del Tour che oggi avrebbe potuto riaprirsi, almeno in parte. E invece niente.Peccato anche per il nostro Michele Scarponi, che faceva parte della citata fuga dei venticinque, rimasti prima in quattro (oltre al nostro, lo Spagnolo Luis Leon Sanchez, il Francese Thomas Voeckler ed il Fiammingo Devenyns) e poi in cinque con il ritorno del Tedesco Jens Voigt (quarant’anni, sei figli, chapeau!). Una fuga che ha dato subito l’impressione di poter andare in porto, ed i cui membri hanno fatto in pratica corsa a sé.Peccato, perché quella vecchia volpe alsaziana che risponde al nome di Thomas Voeckler, è riuscita a piazzare lo scattino finale che gli ha permesso di mettere in fila tutti i fuggitivi, a cominciare appunto da Scarponi (secondo) e dallo stesso Voigt. Più indietro Sanchez e Devenyns che, all’ultimo chilometro, aveva dato l’impressione di aver piazzato lo scatto vincente.Grande gioia per Voeckler (eroe del Tour dello scorso anno, chiuso al quarto posto dopo un lungo periodo in giallo) e festa in anticipo (anche se mancano ancora tre giorni al Quatorze Juillet) per tutta la Francia e per tutti i Francesi. Domani i giornali di qui non parleranno d’altro e del resto, del fatto che la prima tappa alpina si sia conclusa con un nulla di fatto, chi se ne frega!Se avessi qui uno degli organizzatori di questo Tour, avrei un sacco di cose da dirgli. Ma di fronte a me non ho nessuno, solo una finestra dalla quale si intravede un tramonto rosato ed arancione tra montagne stupende (purtroppo violentate da costruzioni che manco a Falchera o alle Vallette). Poi vedo una strada con una quantità infinita di camper e macchine che vanno su e giù alla ricerca di un posto dove passare la notte. Di fronte a me, infine, ho lo spettacolo multicolore che ruota intorno al Tour, che è meraviglioso e lo è a prescindere da quello che accade ed accadrà sulla strada.Certo lì c’è gente che si augura che domani (undicesima tappa con Madeleine, Croix de Fer, Mollard e arrivo in cima a questa salita non proprio irresistibile, ma almeno di arrivo in salita si tratterà) accada finalmente qualcosa di memorabile, o quanto meno di importante, o quantomeno qualcosa e basta.Se no pazienza! Alla faccia degli organizzatori incapaci, dei corridori privi di coraggio, del “basettone” che non perde un metro, alla faccia di tutto e tutti, noi domani, qui sulla strada, saremo gli unici ad esserci divertiti lo stesso. CLASSIFICA DELLA DECIMA TAPPA DEL TOUR DE FRANCE DA MACON A BELLEGARDE-SUR-VALSERINE:1. Thomas VOECKLER (Francia) in 4h46'26”2. Michele SCARPONI (Italia) a 3”3. Jens VOIGT (Germania) a 7”4. Luis Leon SANCHEZ (Spagna) a 23”5. Dries DEVENYNS (Belgio) a 30”6. Sandy CASAR (Francia) a 2'44”7. Egoi MARTINEZ (Spagna) s.t.8. Pierre ROLLAND (Francia) s.t.9. Jurgen VAN DEN BROECK (Belgio) s.t.10. Dimitri FOFONOV (Kazakistan) a 2'52”CLASSIFICA GENERALE DEL TOUR DE FRANCE 2012 DOPO LA DECIMA TAPPA:1. Bradley WIGGINS (Regno Unito) in 43h59'02”2. Cadel EVANS (Australia) a 1'53”3. Christopher FROOME (Regno Unito) a 2'07”4. Vincenzo NIBALI (Italia) a 2'23”5. Denis MENCHOV (Russia) a 3'02”6. Heimar ZUBELDIA (Spagna) a 3'19”7. Maxime MONFORT (Belgio) a 4'23”8. Jurgen VAN DEN BROECK (Belgio) a 4'48”9. Nicholas ROCHE (Irlanda) a 5'29”10. Tejay VAN GARDEREN (Stati Uniti) a 5'31”
altre news