Tempo di bilanci per l'Italia di Mauro Berruto. Ad una giornata dalla fine della fase eliminatoria dei gironi olimpici, tutto è ancora in gioco, ma le sensazioni non sono buonissime. Colpa della solita sindrome olimpica del volley azzurro? No, semplicemente il livello è molto alto e le potenzialità della squadra a disposizione del tecnico di fede granata non sono così elevate. Per carità, vietato fasciarsi la testa prima di essersela rotta, però si fa dura. Tre vittorie ed una sconfitta paiono un bottino niente male ed effettivamente lo sono. La disarmante (nelle proporzioni) sconfitta all'esordio contro la Polonia di Anastasi è stata ridimensionata da tre vittorie consecutive contro Argentina, Gran Bretagna ed Australia. Nel match contro i gauchos l'Italia ha mostrato un discreto livello di volley, con qualche calo di concentrazione, specie nel finale. Ingiudicabile la vittoria contro i britannici, formazione di livello mediocre che in Italia farebbe fatica in A2. Più interessante, invece, la sfida contro l'Australia, altro anello debole del girone A. Terrificanti, per approccio e mancanza di personalità i primi due; più confortanti gli altri tre, nei quali finalmente è emersa tutta la differenza tra l'Italia e gli oceanici. E ora? Adesso servirà chiudere bene contro la Bulgaria, talentuosissima quanto umorale (e senza il suo giocatore più forte, Kaziyski). Servirà ovviamente vincere per dare continuità, anche se il primo posto nel girone potrebbe essere già fuori portata. Un successo contro i bulgari porrebbe l'Italia nella condizione di sperare che l'Argentina batta la Polonia per affidarsi al quoziente punti. Il primo posto permetterebbe di affrontare Germania o Serbia nei quarti, mentre secondo o terzo esporrebbe al sorteggio: Brasile o Russia le probabili alternative. Cammino in salita, quindi. Colpa dei due gironi. Molto duro, il B col podio olimpico di Pechino (USA, Brasile e Russia), i campioni d'Europa della Serbia e una nazionale in crescita come la Germania; più morbido, quello degli azzurri. Ora ci vuole il cambio di passo. Un cambio deciso, perchè Brasile, Russia o Usa richiederebbero davvero un miracolo olimpico a Berruto.
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