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Toro: Parma in Europa sì, ma…

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Analisi sulla delicata questione della concessione della Licenza UEFA al Parma: il 28 maggio si pronuncerebbe l'Alta Corte
Redazione Toro News

Ci state chiedendo in tantissimi delucidazioni sulla questione legata alla Licenza UEFA del Parma. La Licenza, premettiamo, è la conditio sine qua non per partecipare a qualsiasi competizione europea, per cui una mancata concessione escluderebbe il Parma dalla prossima Europa League. Prima di analizzare la situazione dei ducali, va detto che Toro, Milan e Verona hanno ottenuto la Licenza, per cui, vista la classifica, toccherebbe al Toro l'onore di andare in Europa League nel caso ai ducali ne fosse negata la possibilità.

STADIO - Appena uscita la notizia di questo problema per i ducali, a cui, in primo grado la licenza è stata negata, sembrava che la questione stadio fosse centrale. Invece, nonostante il Tardini non sia di sicuro il migliore impianto italiano, è comunque in grado di ospitare competizioni internazionali. Il problema non si sarebbe posto in ogni caso vista l'indicazione, da parte del Parma, dello stadio di Modena come impianto “di riserva”, essendo il Braglia migliore per gli standard dell'UEFA. L'adeguamento dello stadio ci sarà e, per ammissione di Leonardi, ci sarebbe stato a prescindere dalla qualificazione, l'unico neo potrebbe essere dover tenere la curva chiusa in quanto sprovvista di seggiolini, richiesti dalle norme UEFA. A favore del Parma gioca il fatto, sempre per bocca di Leonardi, che ai preliminari le richieste dell'UEFA sono meno esigenti, per cui i ducali hanno tutto il tempo per adeguare il loro impianto casalingo.

LA LICENZA - La Licenza UEFA, però, non riguarda esclusivamente lo stadio, è un'analisi più profonda di tutta la società richiedente. Gli ispettori devono assicurarsi che la società rispetti criteri sportivi, economici-finanziari, legali oltre che infrastrutturali. La stessa Licenza non è trasferibile ad altra società e decade in caso di mancata partecipazione alle competizioni europee.

MANCATI CONTRIBUTI - Il primo grado di giudizio ha negato la Licenza al Parma rea di aver versato in ritardo una ritenuta IRPEF del valore, ridicolo per una società come il Parma, di 300000 euro. Ritardo dovuto ad una differente interpretazione del regolamento da parte dei legali dei ducali. LA dirigenza crociata credeva, infatti, che la spettanza non fosse dovuta, ma, resosi conto dell'errore, a provveduto rapidamente a versare la somma incriminata. Dalle parti di Collecchio circola ottimismo sull'esito dell'appello, che avverrà in settimana, e in ogni caso i gialloblù sembrano pronti ad arrivare sin davanti all'Alta Corte di Giustizia Federale del CONI. Questa a quel punto si pronuncerà il 28 maggio alle 18.00. Ma si sa che in Europa sono molto più rigidi che in Italia.

DIFESA - La difesa del Parma, che in ambito italiano funzionerebbe, è impostata sulla buona fede del ritardo e sul valore, contenuto, della somma. In ambito UEFA una difesa impostata sull'ammontare della somma sembra avere poca presa sui giudici, ma la discussione sulla buona fede è decisiva ai fini dell'assegnazione o meno della Licenza UEFA.

PRECEDENTI - Squadre escluse dalle coppe europee perché sprovviste di Licenza UEFA ce ne sono, senza scomodare il famoso e un poì fumoso Fair Play finanziario. La stessa fresca vincitrice dell'Europa League, il Siviglia, ha partecipato alla competizione perché in possesso della Licenza contrariamente a Rayo Vallecano e Malaga, che avevano preceduto gli andalusi in classifica nella scorsa edizione della Liga.

Aggrapparsi a cavilli legali per ottenere l'Europa non è bellissimo, per fortuna il verdetto arriverà in tempo per impostare la prossima stagione a seconda del pronunciamento dei giudici. Evitare di vedere, ancora, il campionato deciso dai giudici, aiuterebbe tutto il movimento non creando inutili strascichi e tensioni, ma la sentenza, quando arriverà, andrà rispettata in qualsiasi senso andrà.