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Quingey (Francia) Caldo, gola secca, strada che sale. Asfalto che si surriscalda fin quasi a fondersi.Ma eravamo tutti lì oggi ad aspettare. Quelli che, come noi, hanno fatto centinaia (o addirittura migliaia) di chilometri pur di esserci, svegliandosi magari alle sei del mattino per paura di trovare le strade bloccate; e quelli che invece stamattina si sono alzati con calma, hanno pranzato a casa, magari hanno fatto anche una pennica e poi si sono presentati lì, ad “occupare” la strada ed a rovinare le foto, piazzandosi davanti a quelli che erano arrivati all’alba. Ma va così, sia tra il pubblico del ciclismo che nella vita reale.Si diceva che comunque eravamo in migliaia, forse centinaia di migliaia ad aspettare che passassero i corridori, con la possibilità finalmente di assistere ad uno spettacolo di diverse ore, e non di pochi minuti come accade normalmente nelle tappe in linea. Per la gioia dei veri appassionati, dotati di elenco dei corridori e penna per spuntare man mano chi passa; e per la noia di chi si trova lì per caso, subito si entusiasma, applaude calorosamente qualche corridore, ma poi viene preso irrimediabilmente dalla noia e se ne va perché fa caldo, perché la corsa si vede meglio in televisione, perché : “Chi me l’ha fatto fare di venire qui oggi?”, perché: “Cosa ci troveranno quegli scemi di tanto interessante da starsene qui su una strada sotto il sole di luglio per una giornata intera?”.Intanto i corridori passavano, come da tradizione prima gli ultimi della classifica e poi via via i primi. Ce ne sono di diverse tipologie, di corridori.Quelli con l’andatura simile a quella di un turista in vacanza, o comunque di uno che ha preso la giornata di oggi come un antipasto del giorno di riposo di domani. Quelli che in ogni caso si impegnano a fondo, perché la corsa va onorata sempre, magari anche solo perché sono Francesi, e un Francese, si sa, non può tirare i remi in barca nella corsa che tutti i Francesi amano, specie coloro che non faticano per le strade ma se ne stanno lì a bersi una birra o a gustarsi un gelato all’ombra di un ombrellone. Poi ci sono quelli che vanno forte, molto forte, visto che percorrere 41 chilometri di saliscendi in meno di 55 minuti significa andare comunque molto forte, anche se domani qualcuno scriverà che sono andati piano.Infine c’è una categoria ancora diversa dai turisti, da quelli che si impegnano e da quelli che vanno forte: quelli che oggi, anziché prendere la bici come fanno di solito, sono saliti in moto. E anche una moto bella potente.Sono fondamentalmente tre.Fabian Cancellara, già soprannominato Locomotiva di Berna giunto terzo a Besançon.Christopher Froome, britannico nato in Sud Africa, secondo. E infine la maglia gialla Bradley Wiggins. Quest’ultimo ha confermato ciò che molti immaginavano (o temevano), ovvero che oggi sarebbe salito in moto imbracciando la clava ed avrebbe preso a mazzate i suoi principali avversari spedendoli lontano, molto lontano in classifica.Cadel Evans, partito malissimo e poi ripresosi nella parte finale, ha chiuso con un ritardo di 1’43” dall’Inglese volante ed ora è sempre secondo in classifica ma a quasi due minuti dal tiranno col cronometro (e la clava) in mano.Vincenzo Nibali si è comportato egregiamente, chiudendo la tappa all’ottavo posto a 2’07” dal vincitore ed ora è quarto in classifica a 2’23”.Paradossalmente, il principale avversario della maglia gialla potrebbe essere Froome, che ha dimostrato di tenerne il passo a cronometro e di essergli forse superiore in salita. Peccato che solo se fosse vittima di una ciucca colossale potrebbe attaccare il suo “Capitano”, e anche se lo facesse non vincerebbe comunque il Tour, perché la prima condizione per vincere il Tour è di arrivare a Parigi vivi e sulla propria bici, cosa che non accadrebbe a Froome se staccasse Wiggins.Che succederà dopo il riposo di domani?Avranno Cadel Evans e Nibali la forza di dimostrare con i fatti quello che dichiarano a parole, ovvero che il Tour non è ancora finito? Lo scopriremo solo vivendo e seguendo le due tappe alpine, quella di Bellegarde-sur-Valserine di mercoledì (Con il Grand Colombier a una quarantina di chilometri dal traguardo) e soprattutto quella di La Toussuise con la Madeleine e la Croix de Fer prima dell’arrivo in quota posto nella località sciistica savoiarda.Post scriptum: a tutti i bambini che desiderano imparare come si vada in bici do un consiglio: date un’occhiata allo stile con cui oggi il Britannico ha affrontato la cronometro: non un’oscillazione, non un movimento fuori posto. Sono certo che se avessero depositato un bicchiere pieno di vino locale (ottimi i vini ed i formaggi di qui!) sulla schiena dell’Inglese, non ne sarebbe andata perduta neppure una goccia. Ho visto tanti corridori andare forte a cronometro: da Moser a Hinault, da Indurain (il più forte di quelli che ho visto, mancandomi un ricordo diretto di Anquetil) allo stesso Cancellara. Ma uno simile stile di pedalata non l’avevo visto mai.Perché lo stile di Wiggins nelle cronometro, signori miei, è la perfezione assoluta. CLASSIFICA DELLA NONA TAPPA DEL TOUR DE FRANCE DA ARC-RT-SENANS A BESANCON:1. Bradley WIGGINS (Regno Unito) in 51'24”2. Christopher FROOME (Regno Unito) a 35”3. Fabian CANCELLARA (Svizzera) a 57”4. Tejay VAN GARDEREN (Stati Uniti) a 1'06”5. Sylvan CHAVANEL (Francia) a 1'24”6. Cadel EVANS (Australia) a 1'43”7. Peter VELITS (Slovacchia) a 1'59”8. Vincenzo NIBALI (Italia) a 2'07”9. Denis MENCHOV (Russia) a 2'08”10. Andreas KLOEDEN (Germania) a 2'09”CLASSIFICA GENERALE DEL TOUR DE FRANCE DOPO LA NONA TAPPA:1. Bradley WIGGINS (Regno Unito) in 39h09'20”2. Cadel EVANS (Australia) a 1'53”3. Christopher FROOME (Regno Unito) a 2'07”4. Vincenzo NIBALI (Italia) a 2'23”5. Denis MENCHOV (Russia) a 3'02”6. Heimar ZUBELDIA (Spagna) a 3'19”7. Maxime MONFORT (Belgio) a 4'23”8. Tejay VAN GARDEREN (Stati Uniti) a 5'14”9. Jurgen VAN DEN BROECK (Belgio) a 5'20”10. Nicholas ROCHE (Irlanda) a 5'29”
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