A quattro giorni dal derby siciliano Catania-Palermo, con il ritorno dei tifosi del Palermo allo stadio Massimino, arriva la sentenza della terza sessione del Tribunale di Catania nel processo per gli scontri alla stadio Massimino del 2 febbraio del 2007, giorno in cui morì l’ispettore di polizia Filippo Raciti. Settantasette anni di reclusione complessivi per 15 ultras catanesi e due assoluzioni: violenza e resistenza aggravata a pubblico ufficiale i fatti contestati.
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Processo Raciti, 77 anni a 15 ultras
Le condanne sono comprese fra 3 anni e sei mesi e 5 anni e due mesi di reclusione e prevedono anche l'interdizione dai pubblici uffici per 5 anni e un risarcimento di 55mila euro per ciascuna parte civile. Diversi imputati farebbero parte del gruppo Anr (Associazione non riconosciuta), ai cui vertici ci sarebbe Giovanni Calvagna, noto come Koala, condannato a 4 anni e 6 mesi di reclusione. Tutti gli imputati sono in stato di libertà. I giudici hanno sostanzialmente recepito le richieste dei pubblici ministeri Alessandro Sorrentino e Andrea Bonomo, e hanno assolto, per non avere commesso il fatto, Alain Richard Di Stefano e Vincenzo Travaglia.
Catania-Palermo dopo 4 anni sarà aperta, dunque, anche ai tifosi rosanero. L'occasione per cambiare definitivamente pagina. La moglie dell'ispettore capo ucciso nel 2007, Marisa Grasso, andrà al Massimino: "Domenica sarò allo stadio, ma non so se porterò i miei due figli con me" - continua -"mi chiedono se qualcuno farà osservare un minuto di silenzio per ricordare loro padre e se non dovessero farlo sarebbe un'umiliazione per loro, per tutti"."Mi aspetto che i tifosi siano cambiati" - continua la vedova- "ma non credo che ciò sia valido per tutti. Spero che sia il derby del cambiamento, la mia famiglia è da 4 anni che è cambiata".
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