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Pugno duro contro il razzismo

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La Federcalcio inglese negli ultimi anni ha adottato il pugno duro nei confronti del razzismo. Oltre ai vari proclami del caso, alle squalifiche dei campi da gioco od alle ammende pecuniarie alle società - come accade anche in altri paesi -...
Stefano Rosso

La Federcalcio inglese negli ultimi anni ha adottato il pugno duro nei confronti del razzismo. Oltre ai vari proclami del caso, alle squalifiche dei campi da gioco od alle ammende pecuniarie alle società - come accade anche in altri paesi - o alle campagne di sensibilizzazione con testimonial d'eccezione, sono stati presi provvedimenti ben più severi ed esemplari.

Se è proprio di ieri la notizia che vuole l'attaccante sudamericano del Liverpool, Luis Suarez, squalificato per ben otto giornate - bisogna ancora attendere un eventuale ricorso del giocatore - per le offese razziste al terzino francese Patrick Evra durante la gara contro il Manchester United a fare scalpore è quella di oggi: il capitano del Chelsea e della nazionale inglese, John Terry, sarà processato penalmente in tribunale nel febbraio prossimo per gli insulti su base razziale che si presume il giocatore abbia rivolto ad Anton Ferdinand, difensore di colore del Queen's Park Ranger.

Il calciatore dei Blues di Villas-Boas si dice pronto a dimostrare la sua innocenza ma, indipendentemente da come andranno le cose e se il giocatore verrà ritenuto colpevole o meno, ancora una volta è l'Inghilterra a portare l'esempio nel mondo del pallone di come affrontare col giusto piglio e la giusta efficacia quello che viene definito un problema da risolvere.