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La sconfitta della Spagna di ieri contro il Cile ha segnato l'eliminazione delle Furie rosse dalla competizione più importante del calcio mondiale.
L'EPOPEA - La formazione iberica è al vertice del calcio europeo e mondiale da 6 anni, da quando nella notte del Prater di Vienna vinse la finale dell'Europeo battendo la Germania. Due anni dopo il dominio divenne mondiale con la straordinaria cavalcata in Sudafrica. L'europeo 2012 li aveva visti trionfare ancora contro l'Italia in finale, completando uno straordinario Triplete. Quando si raggiungono vette così alte, il botto quando si cade è molto grosso. La sensazione è che sia finita un'epoca, non solo un ciclo bellissimo di una squadra di calcio. Nel 2008, anno del primo di una serie di straordinari trionfi, la Spagna era una nazione in ascesa anche in economia, lo sport spagnolo dominava in tutti campi, da Nadal a Contador, da Marta Dominguez allo spettacolo del basket iberico, sembravano essere tornati i tempi del siglo de oro, quando la famiglia reale spagnola era di gran lunga la più potente d'Europa ed il mondo era ai loro piedi. L'ombra del doping si è poi allungata sul movimento spagnolo, è storia, sarebbe inutile negarlo, il calcio ne è sempre rimasto fuori, però nell'aria sintomi della sconfitta c'erano. Stagione storta del Barcellona, spina dorsale della Nazionale spagnola, e giocatori di Real e Atletico Madrid che sono arrivati a fine stagione spremuti e senza idee. Ripetere la trionfale cavalcata verso il titolo era molto difficile, gli spagnoli erano i primi ad esserne consapevoli, però le dimensioni di questa débacle erano assolutamente impreviste.
IL CROLLO - Mai nessuna squadra campione in carica era stata sconfitta in entrambe le prime partite del mondiale seguente, è successo altre volte che i campioni in carica abbiano fatto una figura pessima nell'edizione successiva dei Mondiali, ma mai con disfatte di queste dimensioni. 7 gol subiti in due partite, uno solo segnato e su rigore, con i leader della squadra in difficoltà estrema e palese. Casillas è sembrato un portiere scarso, la coppia centrale di difesa non ha mai capito nulla degli attaccanti avversari, il centrocampo, da sempre punto di forza della squadra, è apparso lento e svogliato, e l'attacco, con il naturalizzato Diego Costa in palese ritardo di condizione, non ha è stato capace di far male alle difese incontrate.
FIGURACCE STORICHE - Come si diceva, non è la prima volta che i campioni in carica facciano una figura pessima quattro anni dopo. L'esempio più vicino è proprio l'Italia del 2010, uscita a testa bassa dai Mondiali sudafricani dopo il trionfo in Germania. La Francia in Corea e Giappone è arrivata ultima nel suo girone dopo la vittoria del mondiale in casa quattro anni prima. Il Brasile campione in carica del 1962, non ha superato il primo turno nei Mondiali inglesi del 1966. L'Italia nel 1950 scendeva in campo da campione in carica e non superò il girone, pur con tutti le attenuanti del caso. L'Uruguay campione del 1930 non si presentò neppure in Italia per difendere il suo titolo.
LEADER - Il ciclo spagnolo si è concluso nel peggiore dei modi, ma doveva finire prima o poi. Il Mondiale, ma anche il calcio nella sua interezza, ha perso la sua guida ed il suo modello di questi ultimi anni, però il bello di questo sport è anche questo. Niente è eterno, niente dura per sempre, e poi ha ragione chi vince, ora che la Spagna non può più vincere, vedremo chi prenderà il suo posto nel gotha del calcio.
Piccola nota a margine, ma molto curiosa, ieri sera ha anche abdicato il Re di Spagna Juan Carlos di Borbone in favore del figlio Felipe VI, in quella che è una sceneggiatura con un finale thrilling davvero impensabile.
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