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C'è una partita che, più delle altre, promette di far tremare la Serie A, Torino compreso. Si tratta di Salernitana - Bari del 23 maggio del 2009, penultima giornata di un campionato cadetto che vedeva il Bari di Antonio Conte già promosso in Serie A e i campani bisognosi di tre punti per scongiurare il rischio retrocessione. La classica partitaccia di fine stagione, insomma, coi requisiti ideali per il "biscotto" annunciato. Eppure allora l'attuale tecnico della Juventus aveva schierato la migliore formazione, eccezion fatta per il numero 1 belga, lasciato riposare in panchina per fare spazio a Santoni, ed il match si era subito messo malissimo per la Salernitana, considerato che al quarto minuto del primo tempo il vecchio pallino di Ventura, Vitor Barreto, aveva già portato in vantaggio i suoi. Come andò finire (quasi) tutti lo sanno, i campani vinsero in rimonta per 3-2 e si salvarono, i galletti furono promossi in A e poterono dimenticarsi in fretta di quella partita.LE ACCUSE - Questa è la cronaca sportiva, ma quella giudiziaria recita un diverso copione. Gli inquirenti affermano, infatti, che due giocatori della Salernitana di allora, il difensore Luca Fusco e l'attaccante Massimo Ganci (che aveva giocato per tre stagioni nel Bari) contattarono alcuni "amici" nello spogliatoio pugliese, trovando una particolare disponibilità nel difensore Cristian Stellini e, nota assai dolente per i tifosi granata, nel portierone belga Gillet, che avrebbero ricevuto, per perdere la partita, una cifra fra i 200 e i 300mila Euro, ne avrebbero parlato con i compagni ed avrebbero, infine, organizzato un incontro coi colleghi campani in uno spiazzo autostradale, circostanza definita dalla Procura di Bari come prova dello "stile malavitoso tenuto dai calciatori" coinvolti nell'inchiesta.L'ACCORDO - Gli investigatori che stanno lavorando al caso riferiscono che in quell'occasione ci si mise d'accordo sull'over, ossia su un risultato con almeno tre goal segnati, e che lo score "perfetto" sarebbe stato 3-2 per i padroni di casa, occasione buona per raddoppiare l'investimento sulla partita, non soltanto salvandosi ma anche allertando gli scommettitori. Si dice che la voce si diffuse rapidamente negli ambienti vicini ad entrambe le squadre e che, addirittura, un Carabiniere, allertato dell'accordo, non solo non riferì la questione alla Procura ma, anzi, puntò una discreta sommetta sul risultato, mettendosi nei guai e venendo ora coinvolto nell'inchiesta. A garanzia del risultato ci si accordò, sempre secondo le ricostruzioni degli inquirenti, sull'osservare la partita con degli uomini di fiducia della Salernitana, accompagnati dalla compagna di un non meglio precisato giocatore del Bari, che avrebbe poi ricevuto il denaro promesso in una valigetta.LA SPARTIZIONE - Il denaro così conseguito, dopo il risultato "perfetto" di 3-2, fu poi spartito, secondo il Procuratore di Bari Laudati, all'interno dello spogliatoio del Bari, con l'attuale numero 1 granata destinatario di una delle fette più consistenti della torta, in quanto "mediatore" nell'intera vicenda: ecco spiegata l'indagine avviata nel corso dell'estate e l'interrogatorio di Gillet, richiamato con urgenza dal ritiro di Omegna e volato a Bari in giornata per testimoniare. Dalle fonti della Procura pare che, all'interno dello spogliatoio, in molti abbiano confessato (anche Gazzi risulta formalmente indagato per quella vicenda), ma non è tuttora chiaro il coinvolgimento effettivo dell'uno e dell'altro: è sicuro, però, che il portierone del Toro rischia una squalifica pesantissima.IL PROCEDIMENTO SPORTIVO - Già, perché se l'inchiesta di Laudati rappresenta il versante penale della vicenda, con la relativa grave accusa di "Frode sportiva" non può non sottovalutarsi il procedimento sportivo: le carte sono già sulla scrivania dell'arcinoto Procuratore Palazzi, appena riconfermato nel suo ruolo nonostante la non impeccabile conduzione della prima tranche dei processi sul calcioscommesse, e le squalifiche per "Illecito sportivo aggravato" potrebbero essere salatissime, nell'ordine, per intenderci, dei due anni e mezzo già, a suo tempo, comminati ad Alessandro Parisi nella prima parte dell'inchiesta. Il numero 1 del Torino, insomma, rischia addirittura di terminare la propria carriera anticipatamente, ma i tempi della procedura non sono chiari a nessuno ed una squalifica di questo genere potrebbe giungere addirittura a campionato concluso.CI RISIAMO - Insomma, ci risiamo. Insieme a Gillet, che insieme a Stellini è il giocatore maggiormente coinvolto nella questione, rischiano un po' tutti gli ex Bari, in primis il difensore dell'Inter Andrea Ranocchia, ma anche Barreto e, purtroppo, pure il mediano del Toro Alessandro Gazzi. Rischia, poi, ovviamente, ancora una volta l'allora tecnico del Bari Antonio Conte, che potrebbe vedersi infliggere l'ennesima squalifica per omessa denuncia. Il Capo della Polizia Manganelli ha annunciato uno "scossone" quanto prima, i bene informati dicono che Palazzi voglia velocizzare le procedure ed intervenire quanto prima, anche per rifarsi della non impeccabile conduzione dei processi estivi. E' tragicomico pensare che, ancora una volta dopo la beffa di Pellicori, il Torino possa essere coinvolto, di fatto, in questioni che non riguardano in alcun modo la Società granata, ma tutto lascia pensare che a breve anche in Sisport qualcuno tremerà, e che sicuramente, già ora, non possa essere troppo sereno.Diego Fornero (Twitter: @diegofornero)
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