Quando il Milan nel corso dell’ultimo mercato di riparazione ha riportato in Italia Luis Nazario de Lima, noto a tutti come Ronaldo, a molti è sembrata più che altro una mossa di marketing, in una stagione priva di soddisfazioni. Il corpulento brasiliano che aveva trovato pochissimo spazio nel Real di Capello in questi mesi ha smentito qualunque critica tecnica riproponendosi ad altissimi livelli: 7 reti in 12 partite.Certo non è più il prototipo del calciatore moderno che tutti gli amanti di questo sport hanno ammirato prima nel Barcellona e poi in un paio di stagioni nerazzurre ma rimane comunque un bomber letale, efficace sotto porta quanto bello da vedere palla al piede.Il fenomeno di Rio, frenato in passato da una sequela di gravi infortuni, pare rivitalizzato dalla cura rossonera e sembra aver trasformato le sue carenze strutturali in punti di forza.
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Ronaldo è sempre Ronaldo
Il Ronaldo dei tempi d’oro, quello a cui vennero assegnati due Palloni del metallo più prezioso, che vinse la classifica cannonieri ai Mondiali del 2002(manifestazione di cui è il bomber più prolifico della storia), faceva della straordinaria velocità abbinata ad una tecnica superlativa i propri punti di forza. Ora pur essendo decisamente più robusto (per usare un eufemismo) risulta, come è ovvio, meno straripante in campo aperto ma più solido, tanto da non accusare i frequenti guai fisici che lo attanagliavano una decina di chili fa (secondo quanto riporta l’almanacco Panini quando venne acquistato dall’Inter pesava 75 kg contro i 90 di oggi).
La tecnica è sempre di prim'ordine, come dimostra la bicicletta con la quale ha preparato il sinistro vincente contro l’Empoli. Se a fine anni ’90 l’ex interista amava giocare come unico riferimento avanzato, scattando per 90 minuti e coprendo tutto l’arco dell’attacco, ora necessita di un partner sul quale appoggiarsi con continuità.In questo senso l’intesa con Gilardino pare giovare ad entrambi: Ronaldo può dividere l’area e limitare gli scatti mentre il Campione del Mondo gode degli assist e degli spazi creati dal vecchio pupillo di Moratti.
Avendo partecipato alla Champions con il Real Madrid, Ronaldo non può essere impiegato in Europa e deve concentrarsi unicamente sul campionato, facilitando i compiti di turn over di Ancelotti. Contro il Toro vedremo quindi l’asso brasiliano riposato e concentrato sulla sfida ai granata. Alcuni suoi compagni potrebbero invece avere la testa alla semifinale con il Manchester di un altro fenomenale Ronaldo, a meno che il tecnico emiliano ricorra al potente turn over visto contro il Cagliari. Praticamente un’altra squadra, comunque temibile e competitiva. Per finire facciamo parlare i numeri con il riassunto della carriera di Ronaldo, attraverso le presenze e le reti segnate. Alla difesa granata il difficile quanto stimolante compito di bloccarlo.
Cruzeiro: 16 presenze, 18 golPsv: 45 presenze, 47 golBarcellona: 35 presenze, 37 golInter: 94 presenze, 67 golReal Madrid: 172 presenze, 115 golMilan: 12 presenze, 7 golBrasile: 97 presenze, 62 gol
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