Mentre l'Europeo di calcio comincia ad entrare definitivamente nel vivo, con le squadre che inziano ad assumere gerarchie stabilite nel power ranking della competizione, una lunga e spinosa riflessione su temi ad esso paralleli ma non scollegabili inizia a prendere forma negli ambienti del pallone continentale: cause ed effetti dell'ondata di violenza che ha accompagnato questa tornata della massima competizione per nazionali all'interno del confine tracciato da Atlantico e Urali.
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Scontri in Francia, fenomeno inatteso e monito per il primo Europeo itinerante
Preoccupata e inquietata dalla minaccia terrorismo, soprattutto dopo i due attentati che avevano colpito Parigi, il cuore della Francia, nel 2015, l'opinione pubblica si è scontrata con la dura e casalinga realtà degli hooligans, spesso messa da parte e considerata come un fenomeno ormai sconfitto da tempo.
E se certo in Inghilterra, attorno agli stadi, si vive un clima decisamente diverso a quello di una trentina d'anni fa, in giro per il continente vengono sfogate pressioni che in patria vengono spesso trattenute, ma che all'estero trovano la valvola ideale. E mentre la follia violenta colpisce la Francia da capo a piedi passano per Lilla, Marsiglia e Nizza, ai vertici dell'UEFA ci sarà da discutere sul futuro dell'Europeo, che si avvia, sin dall'edizione 2020, a presentare la prima formula itinerante.
Un'altra rivoluzione, dopo quella delle 24 squadre ammesse alla fase finale introdotta quest'anno: un Europeo giocato in sedi differenti, simbolo di un'Europa sempre più interconnessa ma anche banco di prova difficile sulla questione violenza: un'organizzazione più diffusa e meno centralizzata sarà in grado di rispondere agli stimoli che in questo 2016 si stanno rendendo evidenti? Oppure l'intera Europa diventerà teatro di battaglia per eroi in cerca di guerre di strada da combattere nel cuore del Vcchio Continente? L'ultima edizione organizzata da un solo paese non sta rispondendo bene, gettando così una luce sinistra sul futuro della competizione. In attesa di poter parlare soltanto di calcio.
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