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Separati in casa

Redazione Toro News
di Andrea CiprandiQuesta rubrica intende essere una finestra sul panorama calcistico mondiale. Partendo non necessariamente dalla cronaca, mira a offrire spunti di riflessione rispettosi delle diverse identità di questo sport nei tanti luoghi ove...

Questa rubrica intende essere una finestra sul panorama calcistico mondiale. Partendo non necessariamente dalla cronaca, mira a offrire spunti di riflessione rispettosi delle diverse identità di questo sport nei tanti luoghi ove è praticato, con un occhio parimenti attento alle realtà di cui meno si parla.

Sheffield, storica culla calcistica fin da metà dell’Ottocento, sta vivendo un’annata molto particolare. Per chi ama il cosiddetto calcio che conta non si tratta di niente che sia degno di nota, ma per chi invece sa guardare oltre le luci della ribalta c’è molto da dire circa una stagione sportiva e la stagione di una città a modo loro irripetibili. 

Dire Sheffield è dire l’origine del calcio: l’omonimo Football Club, che oggi milita in ottava divisione, è la più antica società al mondo essendo stato fondato nel 1857. Wednesday e United, poi, sono rispettivamente uno dei dodici membri fondatori del secondo più antico campionato al mondo (la Football Alliance poi confluita nella Football League) risalenti il primo al 1867 e il secondo al 1889, e la squadra che sempre nel 1889 si decise di fondare per dare un nuovo padrone di casa al Bramall Lane (lo stadio più antico al mondo fra quelli maggiori, in cui sorprendentemente ancora oggi si gioca) che era appena stato abbandonato proprio dal Wednesday. Il prestigio del ‘Lane’, il primo degli elementi che segnaleremo fra quelli che riescono comunque ad accomunare due arcirivali come Owls e Blades, dipende oltre che dall’età (inaugurato nel 1855 e aperto al calcio nel 1862) anche dal fatto che prima della costruzione di Wembley si era soliti giocarvi buona parte delle partite internazionali e che dal 1891 sul suo terreno si sarebbero iniziate a disputare anche alcune semifinali di Coppa d’Inghilterra (fra l’altro vi si svolse anche il replay di una finale). 

Nonostante una fiera rivalità che li separa addirittura dal XIX secolo, quest’anno Wednesday e United sono accomunati dalla partecipazione alla League One, la terza serie. Ma non solo: ormai stabilmente nei piani alti della classifica, infatti, c’è anche la possibilità che si guadagnino una promozione contemporanea in seconda divisione, eventualità entusiasmante tanto in prospettiva, all’idea che si realizzi per davvero una doppietta cittadina, quanto già adesso che le due squadre stanno conquistando punti su punti giornata dopo giornata incendiando gli animi e la fantasia di un’intera comunità.

Anche il modo in cui sono precipitate in League One, però, merita di essere considerato e nasconde analogie intriganti.

Il Wednesday era stato il primo a scendere in questa categoria già due anni fa quando, al termine di una stagione soffertissima, all’ultima giornata si era trovato a giocare in casa un vero e proprio spareggio col Crystal Palace. Lo scenario era niente meno che il glorioso Hillsborough, che assieme all’Old Traffiord e al Villa Park è stato sede privilegiata di tante semifinali di Coppa d’Inghilterra – tristemente famosa quella del 1989 fra Liverpool e Nottingham Forest, rinviata a causa della morte di 96 tifosi dei Reds rimasti schiacciati nella calca nel tentativo di prender posto nell’area a essi riservata. Tornando a quello scontro-salvezza, i londinesi sarebbero stati già ampiamente al sicuro se non fosse che una penalizzazione dovuta a mala gestione finanziaria gli era costata tanti punti da farli essere in quel momento gli ultimi fra i salvi, sopra gli Owls di appena due lunghezze. Ai padroni di casa, che occupavano quindi la prima della posizioni che significavano retrocessione, sarebbe servita la vittoria per restare in Championship e conseguentemente condannare gli avversari. La partita, drammatica, finì 2-2 con l’inutile pareggio del Wednesday allo scadere e subito a seguire una limpida occasione sciupata.

Lo United, da par suo, reduce dalla sconfitta nella finale dei play-off di Championship del 2008-09 con in palio il ritorno in Premier League, ove sarebbe tornato dopo soli due anni, nella stagione della retrocessione del Wednesday aveva chiuso a centroclassifica. Quella successiva, poi, a condannarlo alla discesa in League One dopo più di vent’anni fu ironicamente una circostanza simile a quella in cui si erano trovati i cugini, qualcosa che va al di là dello stesso risultato che era stato loro fatale. Proprio un 2-2 maturato nel finale contro il Barnsley alla penultima giornata, infatti, rese aritmeticamente impossibile raggiungere la zona salvezza per via del contemporaneo pareggio di un’altra squadra invischiata nella lotta per non retrocedere che con quel punto si assicurò la permanenza nella categoria: il Crystal Palace. Nel corso di quell’annata travagliatissima, va ricordato, uno dei manager a cui si era chiesto di raddrizzare le cose fu il compianto Gary Speed

Venendo all’attualità, quest’anno il derby (il 126° della storia) si è già giocato e, manco a dirlo, è terminato 2-2. Si è disputato a Bramall Lane, lo United era avanti 2-0 ma una doppietta ancora una volta negli ultimi minuti è valsa al Wednesday il pareggio. In Coppa d’Inghilterra, poi, lo United al terzo turno ospiterà i semiprofessionisti del Salisbury mentre il Wednesday il West Ham. Quel che succederà in coppa e in campionato è impossibile prevederlo ma come spesso capita quando si parla di calcio inglese, al di là della retorica, per noi osservatori appassionati  che siamo sportivi prima ancora che tifosi sarà comunque uno spettacolo. Uno spettacolo che, tornando ai confronti diretti fra Blades e Owls, va avanti ininterrottamente dal 1890, anno della prima sfida assoluta che fu un’amichevole, o se si preferisce dal 1893 quando invece si giocò il primo derby ufficiale - che molto poco sorprendentemente finì in pareggio.