Partizan Stadium, Belgrado. Siamo alla fine del primo tempo tra Serbia e Albania, quando un drone (pare pilotato dal fratello del premier albanese) sorvola lo stadio con la bandiera raffigurante la Grande Albania e la scritta "Kosovo autoctono", quel territorio di fatto in Serbia ma a maggioranza albanese. Ne nasce una rissa in campo: volano pugni e calci, e anche i tifosi di casa riescano ad entrare in campo. Atkinson è costretto a sospendere la partita, mentre i calciatori albanesi corrono negli spogliatoi cercando di ripararsi dagli oggetti che piovono dagli spalti.
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Serbia-Albania: arriva la decisione dell’UEFA
Odio mai sopito, politica. Il calcio, sullo sfondo. Dopo una settimana dai fatti che hanno scatenato una vera e propria guerra diplomatica tra i due paesi, è arrivata la decisione dell'UEFA. La Commissione Discioplinare del massimo organo europeo ha emesso una sentenza che suona come una beffa per la Nazionale di De Biasi: vittoria a tavolino per 3-0 per la Serbia, ma anche 3 punti di penalizzazione, due partite a porte chiuse e 100.000 euro di multa per entrambe le federazioni. Una decisione francamanete incomprensibile, vista anche la presenza in campo di Ivan Bogdanov, quel "Terribile" che aveva tenuto sotto scacco lo stadio di Marassi durante Italia-Serbia del 2011.
E subito sono arrivate le parole del c.t De Biasi: "Ci hanno tolto quello che avremmo meritato sul campo. Ingiustizia è fatta."
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