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Nella campionato italiano - non è un mistero - c'è un grave problema economico: molte squadre spendono più di quanto guadagnano e questo crea un incongruenza tra entrate e uscite che ha portato la Serie A nella stagione 2010-2011, l'ultimo anno in cui l'Italia è stata rappresentata da quattro club in Champions League, a essere la lega col debito più alto in Europa.
RAPPORTO ENTRATE/USCITE - Per poter analizzare questa problematica, che si tratta più o meno semplicemente della differenza tra entrate e uscite, è necessario osservare le sue componenti nel dettaglio. Per prima cosa c'è quindi da prendere in considerazione il reddito: il fatturato dei 20 club di Serie A, secondo i dati, con un totale di 1.569 milioni di euro risulta essere il quarto in Europa, dietro a Premier League, Bundesliga e molto vicino alla Liga spagnola. Il problema sorge però nella spesa: con 2.212. milioni la Serie A è risultato essere il secondo campionato d'Europa alla voce "uscite", dietro soltanto alla Premier League con 100 milioni in più rispetto alla competizione nostrana.
In questo senso, poi, si inserisce anche il problema degli impianti di gioco italiani: spesso si tratta di stadi vecchi e obsoleti, la cui fruibilità da parte del pubblico è tutt'altro che eccezionale e gli spettatori si sentono a disagio nel frequentarli. Da luogo di aggregazione, lo stadio è diventato un semplice punto di passaggio e la gente non lo vede più come un momento per vivere o condividere esperienze - anche e soprattutto ai margini della partita, prima o dopo - ma come semplice contenitore, vivo soltanto in presenza del suo contenuto (leggasi, l'incontro di calcio). Anche questo faceva parte della festa del calcio e contribuiva a creare l'ambiente e alimentare l'indotto economico delle squadre di calcio.
Mario Gago Huerta
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