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Sorprese dall’Inferno

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di Walter Panero Lo chiamano l'Inferno del Nord. Un Inferno solitamente fatto di freddo, pioggia e fango. Oggi niente di tutto questo: clima da non fare invidia ad una tappa del Tour de France con i corridori che continuano ad andare alle...
Redazione Toro News

di Walter Panero

 

Lo chiamano l'Inferno del Nord. Un Inferno solitamente fatto di freddo, pioggia e fango. Oggi niente di tutto questo: clima da non fare invidia ad una tappa del Tour de France con i corridori che continuano ad andare alle ammiraglie per chiedere acqua. Poi polvere, polvere e ancora polvere. Quindi pietre e cadute. Solitamente l'Inferno del ciclista sono le salite che tagliano le gambe e tolgono il respiro, ma da quelle parti, estremo Nord della Francia quasi ai confini col Belgio, le vette più alte sono rappresentate dai mucchi di carbone accatastati e ricoperti di terra sulla quale ormai cresce l'erba, e soprattutto dai campanili delle chiese dei villaggi disseminati in mezzo alla campagna. L'inferno è  costituito da quello che gli “indigeni” chiamano pavé. Ovvero i blocchi di porfido sconnessi dei quali sono ricoperte le strade che per trecentosessantaquattro giorni all'anno vengono percorse dai contadini sui trattori, altro che bici. E di pavé alla Roubaix ce n'è davvero parecchio: sui 258 chilometri totali, ben 51 sono costituiti da pietre e si trovano quasi tutti nella seconda parte della corsa che diventa così una vera e propria via crucis per i corridori. Una via crucis in cui, quasi come in un rosario, i ventisette tratti di strada più sconnessi vengono numerati in ordine decrescente: dal numero ventisette (che è in realtà il primo ad essere percorso) al numero uno (che è il più vicino all'arrivo). Una via crucis che mette a dura prova le chiappe ed i polsi degli eroi della strada, perché chi ha il coraggio di correre qui eroe lo è di certo. Una via crucis polverosa costellata da forature, incidenti meccanici e cadute rovinose che pregiudicano la corsa di chi attendeva questa giornata da quasi un anno e che, in pochi secondi, vede vanificarsi il sogno coltivato per mesi. E' il caso del Fiammingo Tom Boonen (vincitore per tre volte da queste parti) che, dopo essere stato rallentato da un problema meccanico in uno dei tratti chiave -ovvero la Foresta di Arenberg- cade rovinosamente proprio mentre sta coraggiosamente tentando di rientrare sui primi ed è costretto al ritiro. Stessa sorte capita pochi chilometri dopo al suo compagno Sylvain Chavanel, grande protagonista del Giro delle Fiandre di domenica scorsa. Ma sono moltissimi a finire per terra, tra questi i nostri Pippo Pozzato e Daniel Oss. Ma la Roubaix è anche fatta di cadute. Purtroppo.

Mentre i corridori più attesi, ovvero lo Svizzero Cancellara (stra favorito), il Campione del Mondo Hushovd ed il nostro Alessandro Ballan si controllano tra loro, davanti una fuga di una ventina di corridori prende il largo. “Quando Cancellara deciderà di partire, li riprenderanno senza problemi” pensiamo tutti. E infatti, a 38 chilometri dall'arrivo, il fenomeno elvetico parte all'inseguimento dei fuggitivi, mentre Hushovd e Ballan (che hanno uomini nella fuga davanti) rimangono passivi alla sua ruota. A trenta chilometri da Roubaix, pochi secondi separano gli inseguitori dai fuggitivi. Ma dietro le marcature  diventano sempre più asfissianti: nessuno tira, così davanti riprendono il largo. A una quindicina di chilometri dall'arrivo, nel tratto di pavé denominato Carrefour de l'Arbre, prende il largo il Fiammingo Johan Van Summeren, quinto alla Roubaix di due anni fa; l 'Olandese Tjallingii, lo Svizzero Rast ed il Danese Bak cercano di inseguirlo. Inutilmente.Così come inutile appare il tentativo tardivo da parte di Cancellara che, a circa tre chilometri dall'arrivo, decide di mollare la “cattiva” compagnia di Ballan e Hushovd per lanciarsi all'inseguimento del battistrada. Uno sforzo che gli varrà la seconda piazza finale e molta amarezza.

Johan Van Summerengregarione trentenne fiammingo di Lommel, entra in solitudine nel Velodromo di Roubaix ottenendo il meritatissimo trionfo. Una sorpresa totale, visto che in precedenza, a parte alcuni piazzamenti prestigiosi, aveva vinto solamente una tappa e la classifica finale al Giro di Polonia del 2007, non certo una corsa di prima schiera.Secondo giunge il coraggiosissimo Fabian Cancellara che regola allo sprint il gruppetto dei battuti di cui fanno parte anche i citati Tjallingii (terzo), Rast (quarto) e Bak (quinto). Alla fine, l'Elvetico non potrà trattenere un moto di stizza, accusando gli altri favoriti della vigilia di aver corso non per vincere, ma solamente per farlo perdere.Sesto giunge il forte Alessandro Ballan, unico a difendere l'onore azzurro, come peraltro era già accaduto domenica scorsa al Fiandre. Scomparsi per via delle cadute Pozzato ed Oss, resta da segnalare la buona prova del bolzanino Quinziato che si trovava nella fuga buona, ma che poi è stato coinvolto in una caduta causata inopinatamente da una delle moto del seguito. Tra i favoriti della vigilia, da ricordare anche l'ottavo posto dell'atteso Thor Hushovd, accusato da Cancellara di non aver mai tirato. Accusa tutto sommato ingiustificata, visto che il vincitore Van Summeren fa parte della Garmin-Cervelo, ovvero la stessa squadra del Campione del Mondo.

Dopo le sorprese di Goss alla Sanremo e di Nuyens al Fiandre, eccone un'altra ancora più clamorosa. Infatti, le quote della vigilia pagavano 150 volte la posta un'eventuale vittoria dello spilungone Van Summeren (197 centimetri, il più alto del plotone). Insomma, complimenti a chi ha avuto fiducia in lui.

Sono mancati, anche a causa di cadute e di giochi di squadra incrociati, i protagonisti più attesi. Ma a mio giudizio vedere la faccia commossa e sorpresa del vincitore mentre piange abbracciato alla sua fidanzata e mentre, perplesso ed impacciato, riceve il pesante blocco di porfido che rappresenta il trofeo destinato al vincitore non ha prezzo.Per quanto mi riguarda, scene come questa fanno bene al ciclismo, fanno bene allo sport, fanno bene al cuore.Soprattutto a quello granata di chi scrive e di chi leggerà queste righe.

 

 CLASSIFICA PARIS – ROUBAIX 2011

1. Joahan VAN SUMMEREN (Belgio) in 6h07'28”2. Fabian CANCELLARA (Svizzera) a 19”3. Maarten TJALLINGII (Olanda) s.t.4. Gregory RAST (Svizzera) s.t.5. Lars Ytting BAK (Danimarca) a 21”6. Alessandro BALLAN (Italia) a 36”7. Bernhard EISEL (Austria) a 47”8. Thor HUSHOVD (Norvegia) a 47”9. Juan ANTONIO FLECHA (Spagna) a 47”10. Matthew HAYMAN (Australia) a 47”

 

foto da "Lequipe.fr"