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Si sapeva dal momento del sorteggio che ha messo di fronte Serbia e Albania per la qualificazioni a Euro 2016 che non sarebbe stata una partita come le altre, ma nessuno pensava potesse assumere tale livello di tensione.
È il minuto 41 del primo tempo, le due squadre sono ancora sullo 0-0, la partita è combattuta e la tensione è altissima, purtroppo non per il calcio. La Uefa aveva previsto possibili intemperanze tra i tifosi e perciò aveva interdetto la trasferta ai tifosi ospiti albanesi proprio per evitare scontri. L'arbitro inglese Atkinson aveva già dovuto interrompere in un'occasione il match per via dei fumogeni e dei petardi lanciati in campo dai tifosi serbi. Ma se questo era preventivabile, purtroppo, è quello che avviene al minuto 41 che fa precipitare la situazione. Nel cielo si staglia un drone con legata una grande bandiera della Grande Albania, con la scritta Kosovo autoctono sorvola per qualche secondo il Partizan Stadium e si dirige planando verso il campo. Il giocatore serbo Mitrovic quando il drone si abbassa vicino al terreno riesce ad afferrare l'oggetto e lo scaglia via aiutato da un compagno. Ma il gesto non è stato gradito dai giocatori albanesi, e da lì è nata una rissa in campo che ha costretto l'arbitro a interrompere il match. Nell'invasione di campo un tifoso locale ha colpito con una sedia il giocatore albanese Balaj. Tra i protagonisti dell'invasione di campo c'era anche un'altra presenza inquietante: è Ivan Bogdanov, "Ivan il terribile", l'ultrà serbo protagonista assoluto della guerriglia scatenata nell'ottobre 2010 durante Italia-Serbia a Genova. Era stato scarcerato a Belgrado in aprile dopo aver scontato una condanna a un anno e undici mesi di reclusione. Allenatore dell'Albania è l'ex tecnico del Torino Gianni De Biasi mentre il difensore granata Nikola Maksimovic stava guardando i compagni dalla panchina quando è planato il drone, nessuno dei sue sembra al momento coinvolto negli scontri.
La tensione tra le due etnie ha portato in passato alla guerra e la questione evidentemente crea tensioni anche ora che il Kosovo è un paese indipendente. Ora la Uefa deciderà come portare a termine la partita e deciderà le pene da infliggere. La gara potrebbe anche essere terminata così decisa a tavolino, purtroppo il problema maggiore però avviene fuori dal Partizan Stadium o dalle sedi di giustizia sportiva, il problema è quella guerra, quell'odio che continua ogni giorno da troppi anni in queste terre, in questa partita non c'è nessun arbitro in grado di sospenderla né tanto meno si potrà proclamare un vincitore.
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