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L'inchiesta di Report andata in onda ieri sera sulle infiltrazioni 'ndranghetiste nella curva della Juventus, basata sulle risultanza del processo "Alto Piemonte", svela tutta la verità sugli inqualificabili striscioni contro Superga visti il 23 febbraio 2014, per il derby Juventus-Torino (terminato 1-0 per i bianconeri con gol di Tevez), allo Juventus Stadium. "Quando volo penso al Toro", "Solo uno schianto". Andrea Agnelli, con un tweet, pubblicò la sua condanna all'episodio: "No agli striscioni canaglia". Ma dalle intercettazioni utilizzate nel processo "Alto Piemonte" emerge che fu il security manager Alessandro D'Angelo, insieme a Raffaello Bucci, a coordinare e permettere l'ingresso degli striscioni.
Per non scioperare, gli ultras volevano che D'Angelo trovasse il modo di fare entrare gli striscioni. La Juve avrebbe dovuto pagare una multa salatissima ma il security manager era ben disposto a far incorrere la società in sanzioni per accontentare gli ultras. "Quanta multa vuoi prendere?", chiese Bucci a D'Angelo. "Fino a 50mila sono disposto..." "Non ce la fai, cumpà". "Ti prego, non Superga...". E invece gli striscioni entrano. "Va bene, ok". E il presidente Agnelli? Sapeva che il suo security manager il giorno della partita contro il Torino stava trattando con Bucci, Mocciola (capo dei Drughi) e Dominello, 'ndranghetista infiltrato nella curva, per evitare lo sciopero del tifo. "E' venuto Ciccio (Bucci, ndr) a dirmi che i tifosi non cantano al primo tempo ma cantano al secondo", disse D'Angelo ad Andrea Agnelli in una intercettazione. "E allora io gli ho detto: sto per fare una figura di merda, ma è l'ultima che faccio per voi". Il numero uno bianconero, però, non sapeva concretamente che la trattativa che stava portando avanti il suo security manager comportasse l'ingresso degli striscioni contro Superga, come emerge da altre intercettazioni.
Il giorno dopo la partita, Agnelli convocò D'Angelo e gli disse che a causa delle telecamere di sicurezza si era scoperto il coinvolgimento del security manager nell'ingresso degli striscioni. Il dialogo è ricostruito grazie ad una intercettazione tra D'Angelo e Bucci. "Sono arrivato su dal presidente. Mi ha detto: Ale sei un ciuccio, ti hanno beccato. A me va benissimo, tu puoi fare quello che vuoi. Anzi, se me lo dici ti aiuto. Io gli ho risposto: non volevo coinvolgere nessuno, visto che quello che ho fatto è una porcheria". Il presidente insomma non denunciò, anzi, qualche mese dopo assunse Bucci nel settore SLO, ovvero coloro che tengono i rapporti tra società, forze dell'ordine e tifosi. Un episodio gravissimo che conferma come tutta la Juventus fosse disposta ad andare ben oltre il consentito pur di assecondare i desiderata degli ultrà.
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