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Il procuratore della Repubblica di Bari Antonio Laudati ha commentato quest’oggi nella conferenza stampa tenutasi presso il Comando Provinciale dei Carabinieri della città pugliese l’arresto dei tre ultras del Bari, che obbligarono con minacce i giocatori del Bari a perdere le partite così da poterci scommettere su. “In più occasioni questi personaggi, che non definisco tifosi perché ho rispetto della parola 'tifosi', si sono resi protagonisti di atti violenti nei confronti di giocatori del Bari al fine di perdere le partite, non di propria iniziativa ma mandati da alcuni scommettitori. Gli arresti sono stati fatti perché le intimidazioni proseguivano e c'era il rischio di inquinare le indagini” ha dichiarato Laudati, che ha aggiunto: “C’era in programma una spedizione punitiva nei confronti di Gillet”. Portiere ora del Bologna ma che ai tempi di Bari fu uno di quelli che si oppose maggiormente alle intimidazioni.
Tre le gare finite nel mirino e cioè quelle con Chievo, Cesena e Sampdoria. Sul match contro i veneti: “Il primo episodio si è verificato durante le operazioni di antidoping di quella partita, con i tifosi che sono entrati negli spogliatoi minacciando i giocatori”. Sulle altre gare Laudati ha detto: “Contro Cesena e Sampdoria i tifosi sono entrati addirittura in campo, prendendo anche a schiaffi i giocatori e creando così un clima di paura”.
Infine, Laudati ha dimostrato la propria solidarietà nei confronti dei giornalisti: “Sono i fari nel clima oscuro e omertoso del mondo della criminalità organizzata. Hanno rischiato molto a fare quello che hanno fatto e a loro va la mia solidarietà”. Il riferimento è ad alcuni articoli usciti ad aprile, nel quale si censuravano le minacce dei tifosi ai giocatori biancorossi dopo l’arresto di Masiello.
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