Bologna sgomenta. La trattativa per il passaggio di proprietà della società calcistica rossoblù è andata avanti per settimane, fino a risolversi alla fine di Luglio: l’imprenditore Rezart Taçi, di nazionalità albanese, è l’acquirente dell’80% delle azioni del club. Questo si disse; già fiorivano i profili dettagliati dell’uomo pronto a rilanciare destini ed immagine di una squadra che si è salvata dalla retrocessione, ma con mille difficoltà (e qualche ombra).
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Taçi lascia Bologna a bocca aperta
Invece, tutto è saltato quando la maggior parte della cittadinanza emiliana pensava che il fatto fosse addirittura già ufficiale. Non lo era ancora, c’erano ancora poche ore a disposizione, ieri, perché il presunto compratore facesse valere una piccola clausola inserita nelle scritture con la precedente proprietà per tirarsi indietro senza penali. E Taçi l’ha fatta valere. Lasciando a bocca aperta Francesca Menarini. La famiglia di costruttori annuncia che domani farà chiarezza; certo, per loro è un colpo tremendo, quando pensavano di essersi liberata del pacchetto di maggioranza con il quale non erano riusciti a raggiungere il vero obiettivo (in termini finanziari), che riguardava il mettere le mani sulla questione-stadi.
Taçi non spiega, ma nega si tratti “di una questione di soldi”. Annuncia di aver esaminato i libri contabili, quindi di aver cambiato idea; facile capire che la decisione è in buona parte legata ai debiti rossoblù. Normale augurarsi anche che Lega ed organi competente sfoglino i conti felsinei con almeno la stessa attenzione messa dall’imprenditore albanese…Imprenditore il quale, da parte sua, resta deciso ad un ingresso nel calcio italiano. Torino? No, perché la precisazione è inequivocabile: “Serie A” è l’ambito di interesse. “Molte squadra hanno bilanci in passivo, ma come per ogni altra azienda possono essere portati in attivo”, argomenta un ottimista Taçi. Il Bologna, intanto, cercherà di riprendersi dal colpo subito, ma non sarà facile.
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