RIUNIONE CON MALAGÒ - Ieri, nella sede del Coni, Malagò ha incontrato, in orari diversi, i due candidati. Il primo ad essere stato ascoltato dal presidente del Coni è stato Albertini che all'uscita ha dichiarato: "Con Malagò abbiamo parlato del programma singolo, di quello che può essere il futuro, e della condivisione che deve esserci tra le nostre componenti. Se sono ottimista? Il responsabile dello sport italiano era giusto che incontrasse i due candidati. Io e Tavecchio siamo diversi, ognuno ha il suo percorso e le sue idee, come sempre - ha riportato il Corriere - c'è bisogno del confronto e dell'appoggio di tutti. Tavecchio? Mi sembra giusto che voglia continuare. Conferma che non c'è la necessità di commissariamento visto che ci sono due candidati". Malagò non è neanche lui convinto dell'opzione Tav e lo conferma all'uscita dal Coni: "In questo momento non è un'ipotesi sul tavolo un passo indietro di Carlo Tavecchio, però ci sta tutto. Tavecchio presidente federale nonostante la gaffe? Se la democrazia elettorale, e l'autonomia - riporta la Repubblica- che deve essere preservata, chiede questo bisogna saperlo accettare. E a quel punto credo che la cosa migliore sia preprarsi a quello che può succedere dopo l'11 agosto, perchè credo che il contesto non possa migliorare. Ho parlato con lucidità e sicuramente la pressione non cambierà".
I VOTI - Al momento, nonostante la gaffe razzista, Tavecchio sembra ad un passo dalla poltrona della presidenza federale, dato il sistema di divisione dei voti stabilito dalla legge Melandri. L'11 Agosto saranno 278 delegati a votare il presidente della FIGC: Lega Serie A (20 delegati); Lega Serie B (21 delegati); Lega Pro (60 delegati); Lega Dilettanti (90 delegati); Associazione calciatori (52 delegati); Associazione allenatori (26 delegati) e Associazione Arbitri (9 delegati). I voti, però, verranno assegnati in percentuale e, a far padrona, è Lega Dilettanti con il 34%, seguita da Aic (20%), LegaPro (17%), Lega Serie A (12%), Aiac (10%), Lega Serie B (5%) e Aia (2%). Con questa suddivisione Tavecchio vincerebbe a mani basse dato che basta solo il consenso dalla Lega Dilettanti, di cui è presidente, e Lega Pro per diventare presidente federale, impresa tutt'altro che ardua. I rischi che mettono a repentaglio la poltrona di Tavecchio sono d'altro tipo, ovvero le indagini che sta svolgendo la FIFA sul suo conto e il possibile commissariamento da parte del Coni. Albertini, a differenza del suo avversario, può contare solamente del voto delle componenti tecniche e di alcuni club di Serie A.
LA POSIZIONE DEL TORINO - Ma in tutto questo marasma, il Toro da che parte si schiera? Ieri Cairo ha chiarito la situazione del club in un intervista direttamente da Stoccolma: "Carlo Tavecchio non è più candidabile alla presidenza della Federcalcio, è diventata troppo controversa come candidatura. Con questo non vuol dire che passiamo sul fronte di Demetrio Albertini. Commissariamento? Se dovesse accadere questo tipo di situazione, e se Malagò dovesse scendere in campo con il commissariamento, credo che -rivela il presidente granata alla Repubblica - sarebbe una cosa decisamente positiva. Malagò è un personaggio di spessore, un uomo che può riformare il mondo del calcio". La questione è molto delicata e spinosa, si andrà avanti con una battaglia ad oltranza fino all'11 Agosto, data nel quale le componenti dovranno scegliere tra i due candidati. Non sono esclusi colpi di scena clamorosi in una vicenda che sta assumendo sempre di più contorni di una farsa all'italiana.
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