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Tecnologia in campo? Il si di Blatter

Redazione Toro News
L'ha annunciato tramite un celebre social network ma l'eco, com'è prevedibile, ha fatto egualmente il giro del mondo: il presidente della Fifa Joseph Blatter dopo l'errore nella gara dei campionati europei tra Ucraina ed Inghilterra che ha...

L'ha annunciato tramite un celebre social network ma l'eco, com'è prevedibile, ha fatto egualmente il giro del mondo: il presidente della Fifa Joseph Blatter dopo l'errore nella gara dei campionati europei tra Ucraina ed Inghilterra che ha portato all'annullamento di una rete regolare dei padroni di casa si è definitivamente esposto: ''La tecnologia per la linea di porta non è più un'alternativa ma una necessità''.

Senza andare troppo lontano in Italia l'interpretazione del gol 'fantasma' di Muntari in Milan-Juventus, che avrebbe potuto cambiare le sorti del campionato, desta ancora scalpore ma alla Fifa l'episodio di martedì sera ha ridestato ben altri spettri, come quello di Lampard - sempre l'Inghilterra, combinazione, di mezzo - ai Mondiali del 2010: ad aggravare la situazione, stavolta, è però la presenza dell'assistente di porta.

La nuova figura arbitrale, istituita conguintamente da Uefa e Fifa - soluzione fortemente da quel Platini tanto astioso nei confronti della tecnologia - si posiziona ad alcuni metri di distanza dalla linea di porta con il precipuo compito di concentrarsi proprio sugli episodi dubbi in termini di ''entrato'' e ''non entrato''.

Dunque se Pierluigi Collina, responsabile Uefa degli arbitri, ha subito ammesso l'errore dell'assistente nella gara incriminata, cercando però di sminuire la cosa - ''è stato un errore umano, ma solo di qualche centimetro, non di 50 come è stato scritto'' ha detto - considerando la mansione che l'assistente avrebbe dovuto svolgere e la fiducia concessagli, essendo stato ritenuto dagli alti organi gestionali del mondo del pallone più affidabile della tecnologia, ogni giustificazione viene decisamente meno, anche se si tratta di pochi centimetri.

A livello nazionale, nel caso specifico italiano, c'è da mangiarsi le mani come al solito: al di là degli studi che l'Udinese di Pozzo sta conducendo da anni circa l'inserimento di un chip nel pallone e la sperimentazione di porte con fotocellule, l'Italia ha perso l'ennesima occasione per dimostrarsi all'avanguardia in materia. Il già citato caso-Muntari avrebbe potuto risorversi con alcune sperimentazioni in materia da parte della Federazione nazionale e della Lega rendendo, alla luce delle esternazioni attuali di Blatter, l'Italia come primo esempio dell'evoluzione del mondo del calcio in questo ambito.

Scelte coraggiose, si sa, non sono ma state fatte nel mondo del pallone nostrano ma se il modello vuole davvero essere quello inglese, in termini di organizzazione e gestione, c'è veramente da rimboccarsi le maniche e darsi da fare: questa sarebbe stata la prima occasione per dimostrare che le parole possono diventare fatti.