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Rimini-Riccione sarà pure un “derby”, ma le due squadre militano rispettivamente in Serie D e in Eccellenza, e la partita della settimana scorsa era un'amichevole di Ferragosto. Eppure, ci sono state aggressioni, persone finite in ospedale, due gravi, un'altra patirà conseguenze serie ad un occhio.Poco prima, nelle Marche, si era verificato un altro brutto episodio: il presidente dell'Ancona, protagonista del fallimento della società dorica, aveva subito un'irruzione nel proprio studio, e qui era stato colpito da alcune persone; non era neppure una partita di calcio, stavolta.Sempre più in basso: in Viterbese-Pisa, sempre amichevole, scoppia una rissa di tale veemenza che i poliziotti devono sparare dei colpi di pistola in aria per disperdere la massa.In precedenza, 30 Luglio, non è certo il caldo a dare alla testa durante Catania-Iraklis, visto che a Pinzolo c'erano circa 14° di temperatura; eppure, dopo 70' la gara è stata sospesa per intemperanze, stesso destino toccato a Brescia-Larissa, dove i disordini scoppiano in campo prima che qualche spettatore decida di “dare manforte” ai propri beniami. Tutte “amichevoli”; come anche Cagliari-Bastia, il 28 Luglio, dove i disordini sono talmente intensi che alla fine sul terreno di gioco non ci sono più i calciatori, ma solo i Carabinieri. Andando sempre indietro nel tempo, il 25 si era giocata (sempre al fresco del Trentino) Parma-Spal; all'esterno dello stadio (parola grossa, diciamo del “campo”), gli scontri tra tifoserie mandano uno spettatore all'ospedale con la testa aperta e distruggono diverse automobili.Un bel bollettino di guerra, nel complesso. In verità, in un paio delle occasioni succitate sono stati i calciatori a dare fuoco alle polveri; ma certo, le intemperanze sono avvenute quasi sempre tra tifoserie opposte, e si tacciono qui gli annullamenti di alcune amichevoli disposti al fine di prevenire gli scontri, oltre a qualche episodio che avremo certamente dimenticato.Mai tanti incidenti in Estate come in questa del 2010, anzi, in passato erano una tale rarità da fare notizia; quest'anno non più. Proprio all'atto dell'introduzione della Tessera del Tifoso, il provvedimento governativo che nelle intenzioni dovrebbe rappresentare la soluzione definitiva all'annoso problema della “violenza negli stadi”. Saranno davvero slegati, l'escalation di tafferugli e la novità rappresentata dalla “Tessera”?C'é chi pensa di no, che non lo sia affatto. L'opposizione delle curve all'imposizione (per chi intendeva abbonarsi, per lo meno) di questo nuovo documento è tutto fuorché taciuta: cortei “pantifosi” sono andati in scena nel corso della passata stagione, striscioni, cori e quant'altro sono ormai abituali. E poi, gli scioperi: migliaia di persone (dato da moltiplicare per decine di squadre) non hanno sottoscritto e non sottoscriveranno l'abbonamento, pur con dolore; lo stesso Cairo, un anno fa, paventava un forte calo della vendita di stagionali, con il conseguente minore introito che ne sarebbe derivato, come puntualmente avvenuto. E ci sono anche i “picchettaggi”, con i settori più “caldi” che saranno, di fatto, off-limits per chi invece si sarà “tesserato”.Prime conseguenze non esattamente positive, dunque, per la Tessera, che di sicuro non sta contribuendo all'unità all'interno delle tifoserie. Comunque cosa c'entrano, con tutto ciò, gli incidenti estivi? Si diceva che, secondo molti, c'entrano eccome; che siano una sorta di messaggio lanciato da alcuni: “la Tessera non porterà sicurezza”. Ci sono dati che sembrerebbero dare ragione a chi dovesse portare avanti questa convinzione: dal momento dell'introduzione del biglietto nominativo, che si può considerare un primo embrione della Tessera del Tifoso, gli incidenti sono aumentati di oltre il 20% nella stagione 2008/'09 ed altrettanto in quella successiva (18,42% in Serie A, 20% in B); il numero dei feriti è cresciuto enormemente (24% in A e addirittura 71% in B, tra i tifosi; 69% in A e 92% in B, tra le forze dell'ordine).Dati di fatto, illustrati peraltro dal Centro studi e ricerche sulla Sicurezza Pubblica. In attesa che arrivino i primi dell'era della Tessera.Ma può nascere -è legittimo- il sospetto che gli incidenti, che non solo non sono calati ma sono aumentati a dismisura con il biglietto nominativo, forse non cesseranno con il nuovo provvedimento. Il sospetto che correggere (o eliminare) comportamenti sbagliati sia un lavoro più lungo e molto meno superficiale da portare avanti, dovendo infatti incidere su aspetti culturali. Che per arrivare ad eguagliare il famoso “esempio inglese”, di cui tanto si parla ma che nulla si fa per seguire, bisognerebbe favorire l'ingresso allo stadio dei ragazzi, ad esempio; ma soprattutto, se ci è consentito, far loro venire la voglia di andarci, allo stadio, e non fargliela passare. Perché, per ora, vessando le tifoserie con innumerevoli provvedimenti utili sì alle tv ma non certo al calcio dal vivo (la B al sabato, il biglietto nominativo, tutto quanto ha portato allo scioglimento dei gruppi in tutta Italia, poi lo “spezzatino”, ora la Tessera), quel che ad oggi si è ottenuto non è di portare la pace negli stadi, ma solo di spegnerli.
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