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Quattordici luglio. Tutta la Francia è in festa. Tutta la Francia è in strada. Sui Pirenei migliaia, forse centinaia di migliaia di persone aspettano che passi il Tour. Stanno lì magari da giorni interi, trascorsi a cuocersi sotto il sole o a inumidirsi sotto la pioggia o nella nebbia che da quelle parti è di casa.Aspettano su La Horquette d'Ancizan. Aspettano su quel girone dantesco che va sotto il nome di Col du Tourmalet (letteralmente giro maledetto, appunto....), aspettano sulla salita finale di circa tredici chilometri che porta a Luz Ardiden. Aspettano e sventolano le loro bandiere. Tricolori francesi, ci mancherebbe. Ma anche e soprattutto quella rossa con le croci bianca e verde che è l'emblema dei Paesi Baschi, che stanno là dove quei monti cedono il passo a colline verdi che odorano di pioggia. Sventolano le loro bandiere. Indossano le loro magliette tutte uguali. Tutte ugualmente arancioni. Se l'arancione nel calcio è l'Oranje dell'Olanda, nel ciclismo è sinonimo di Euskaltel. Una squadra che sta al ciclismo come l'Athletic Bilbao sta al calcio. Solo se sei Basco, o sei cresciuto nei Paesi Baschi, ti è permesso di indossarla, quella maglia. Se la indossi diventi l'idolo di un popolo intero. E le bandiere di Euskadi ti accolgono come un ambasciatore di quel popolo.
Anche se sei nato ad Oviedo, quindi Asturiano, ma sei cresciuto ciclisticamente in terra basca . Come il vincitore di oggi, ovvero il campione olimpionico di Pechino Samuel Sanchez. Scattato ai piedi della salita finale, Sanchez ha raggiunto e superato un manipolo di avventurosi partiti stamane, tra i quali si erano distinti l'ingegnere francese Jeremy Roy (primo a passare in cima al Tourmalet) e il gallese Geraint Thomas (caduto due volte in discesa, come pure Kloden, Velits e la maglia gialla Voekler). Accozzato alle spalle del “mezzo basco” è rimasto soltanto il giovane fiammingo Jelle Vanendert che però sul traguardo si è dovuto inchinare alla maggiore freschezza e alla superiore classe di Sanchez. Nel gruppo alle loro spalle, mentre Thomas Voeckler difendeva la maglia gialla con i denti e con gli attributi di cui madre natura lo ha straordinariamente dotato, l'andatura veniva impostata non dagli uomini della Saxo Bank di Alberto Contador che dava straordinari segni di essere spompato, e neppure da quelli della Leopard dei fratelli Schleck che, dopo aver tirato come pazzi sul Tourmalet, si defilavano come agnellini stanchi. A tirare era niente meno che Sylvester Szmyd, ovvero il miglior uomo di Ivan Basso. Il quale Basso ci provava a 3,5 chilometri dall'arrivo. Ma si trattava di un attacco troppo timido per essere vero. Più serio era invece lo scatto di Frank Schleck, il più anziano e in teoria il meno forte dei due fratelli lussemburghesi, che si gettava all'inseguimento dei due battistrada senza poterli raggiungere ma distaccando di venti secondi il suo fratellino Andy, Evans e Basso. Questi ultimi, a loro volta, lasciavano indietro di tredici secondi il fantasma di Alberto Contador che precedeva di pochi metri Voeckler, il quale si confermava in giallo per la gioia di un popolo intero.
Ci si aspettavano verdetti importanti dalla tappa odierna, e forse quelli non ci sono stati visto che le differenze tra i favoriti sono risultate essere minime. Ma alcune risposte significative sono venute fuori eccome.
Intanto, sarà per le cadute, sarà per uno stato di forma non perfetto, si è capito che l'Alberto Contador di questo Tour è, almeno per ora, lontano anni luce come stato di forma da quello visto un paio di mesi or sono sulle strade del Giro. L'impressione è che, se oggi in gruppo vi fosse stato maggiore coraggio nell'attaccarlo, avrebbe potuto perdere molti secondi in più di quanto non sia avvenuto. In secondo luogo, non si è capito (e forse non lo capiscono manco loro) chi sia il vero capitano della Leopard. Il giovane e talentuoso Andy, dimostratosi oggi timido ed impacciato, o il fratellone Frank che appare più coraggioso?Infine, ed è un vero piacere scriverlo, si è visto che i nostri ragazzi, Ivan Basso e Damiano Cunego, ci sono. Belli, forti e tonici, anche se magari un po' troppo timidi.
Quale sarà il loro ruolo in questo Tour? Cosa farà Evans che oggi è rimasto al coperto? Cosa saprà ancora combinare Samuel Sanchez che fino a ieri pareva tagliato fuori e che ora è tornato prepotentemente in classifica (ottavo a 4'11” dalla maglia gialla Voeckler)? Siamo proprio sicuri che Voeckler sia una maglia gialla “finta” e che invece non possa difenderla ad oltranza? Quante possibilità ha ancora Contador di vincere questo Tour?
Tante, forse troppe domande. Può essere che la tappa di domani che porterà i corridori da Pau a Lourdes (con il Col d'Aubisque a una quarantina di chilometri dall'arrivo) e soprattutto quella di sabato con cinque Gran Premi della Montagna prima del durissimo arrivo in quota ai 1.780 metri di Plateau de Beille (di solito chi vince lassù, vince il Tour come Pantani nel 1998) sapranno fornirci qualche risposta.
Per il momento è giusto godersi la bella vittoria di Samuel Sanchez e la strenua difesa di Thomas Voeckler. Che sia Fiesta nei Paesi Baschi. E fuochi d'artificio su tutta la Francia.
CLASSIFICA DELLA DODICESIMA TAPPA CUGNAUX – LUZ ARDIDEN:
1. Samuel SANCHEZ (Spagna) in 6h01'15”2. Jelle VANENDERT (Belgio) a 7”3. Frank SCHLECK (Lussemburgo) a 10”4. Ivan BASSO (Italia) a 30”5. Cadel EVANS (Australia) a 30”6. Andy SCHLECK (Lussemburgo) a 30”7. Damiano CUNEGO (Italia) a 35”8. Alberto CONTADOR (Spagna) a 43”9. Thomas VOECKLER (Francia) a 50”10. Pierre ROLLAND (Francia) a 50”
CLASSIFICA GENERALE TOUR DE FRANCE 2011:
1. Thomas VOECKLER (Francia) in 51h54'44”2. Frank SCHLECK (Lussemburgo) a 1'49”3. Cadel EVANS (Australia) a 2'06”4. Andy SCHLECK (Lussemburgo) a 2'17”5. Ivan BASSO (Italia) a 3'16”6. Damiano CUNEGO (Italia) a 3'22”7. Alberto CONTADOR (Spagna) a 4'00”8. Samuel SANCHEZ (Spagna) a 4'11”9. Thomas DANIELSON (Stati Uniti) a 4'35”10. Nicholas ROCHE (Irlanda) a 4'57”
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