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I testimoni vengono ascoltati dalle forze dell'ordine, e noi a nostra volta contattiamo le stesse fdo per conoscere gli sviluppi delle indagini legate al drammatico incidente di ieri sera, la cui notizia é stata diramata su queste pagine per poi diffondersi su tutto il panorama mediatico nazionale, tanto per la gravità del dramma quanto per il coinvolgimento -fortunatamente solo parziale, semmai emotivo- di una squadra di calcio, il Torino, appunto.
Arrivano le prime conferme: sul tir c'erano due persone, e non solo il conducente. Il mezzo era stato rubato nei pressi di Asti poco prima, nel parcheggio di una cantina sociale: visto il carico di prosecco che portava, non é escluso che i due avessero anche usufruito di alcune bottiglie.Ma già la sola fretta derivante dal furto appena commesso basterebbe a spiegare la dinamica dell'incidente.
Paolo Pozzo, suo fratello Fabio e l'amico Lorenzo Ghedi (rispettivamente 24, 31 e 25 anni) stavano tornando da una giornata al mare. Mordi-e-fuggi, una "scappata", visto che il sole splendeva in cielo.Il primo era alla guida, e incredibilmente respirava ancora dopo essere stato stritolato sotto il pullman ed essere sopravvissuto pure al successivo incendio: ora é in prognosi riservata al CTO.Gli altri due ragazzi sono morti sul colpo. Paolo, grande sportivo, era amico del cuore di Lorenzo, il quale aveva trovato finalmente lavoro (impiego presso la banca SanPaolo) da appena un mese. Con Fabio si erano portati solo asciugamani e ipod, in spiaggia, a Rapallo.
Poi, il rientro a casa, magari la curiosità per avere davanti a sé il pullman con i calciatori, poi come un lampo una massa di qualcosa come 30 tonnellate che comprime l'orizzonte, facendolo scomparire in un nanosecondo.I due delinquenti, fino a poco prima -per quanto ne sappiamo- solamente ladri, e diventati in quel momento anche omicidi, si coprivano il volto per non farsi riconoscere e scappavano, oltrepassando la recinzione che separa la carreggiata dai campi fra Santena e Trofarello. Ma la polizia confida che le immagini delle telecamere installate in ogni barriera autostradale possano identificarli presto.
E i calciatori del Toro? Quasi tutti scendevano dal mezzo, portando bottigliette d'acqua per spegnere le fiamme divampate in quel che restava della Bmw Serie 1. Con il responsabile comunicazioni Alberto Barile che, suo malgrado, assisteva alle operazioni di estrazioni dei corpi, occupandosi quindi della logistica necessaria -fra le altre cose- a riportare a casa i giocatori. Ma soprattutto, a portarli via dall'orrore.
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