- Calciomercato
- Prima Squadra
- Giovanili
- TN Radio
- Interviste
- Mondo Granata
- Italia Granata
- Campionato
- Altre News
- Forum
- Redazione TORONEWS
altre news
di Andrea Ferrini
Il calcio è un business e un business, in quanto tale, ha bisogno di investimenti, di soldi, di liquidi. Di cash in questo caso. Fin’ora il football italiano era rimasto nelle mani di personaggi nostrani, alcuni dei quali fortemente legati alla squadra e alla città. Thomas DiBenedetto, di fatto, sarà il primo leader straniero di un top club italiano. Pochi giorni fa è stato firmato l’accordo che prevede il passaggio del pacchetto di controllo del club giallorosso, pari al 67% del capitale, nelle mani della cordata americana (al 60%) e di UniCredit (al 40%).
È arrivato finalmente il ‘modello inglese’ ma non per quello che riguarda gli stadi o la repressione degli hooligans. In Inghilterra praticamente tutte le società di alto livello hanno proprietà straniere. Abramovich è stato uno dei primi con il suo Chelsea, seguito poi da Manchester United, Arsenal e Liverpool.
I sogni di gloria, fondati o meno, che la maggior parte dei tifosi giallorossi cova, sono perlopiù riposti nella capacità economica del cosiddetto Zio Tom, nelle nuove idee e nel suo papabile ruolo di ‘pioniere’.
Lo scenario che si prospetta nei prossimi anni, infatti, potrebbe essere quello di una serie A rivitalizzata dai capitali esteri, come già successo con la Premier League: competitiva sul piano del risultati, remunerativa in termini di business. DiBenedetto potrebbe essere l'apripista di una nuova era per il calcio italiano, che attualmente vive una profonda crisi sia economica che di risultati (vedere a tal proposito ).
Spazio quindi a emiri e ricchi stranieri? Probabilmente non ci vorrà troppo tempo per scoprirlo.
Nel frattempo i tifosi della Lupa si dividono tra coloro che salutano con entusiasmo l’arrivo dell’imprenditore straniero e coloro che lo guardano invece con diffidenza. I primi vedono in DiBenedetto il presidente del futuro, colui che porterà in alto i colori giallorossi con investimenti importanti; i secondi non sono convinti né del progetto a stelle e strisce, né della reale capacità economica dello Zio Tom. Una terza frangia teme una snaturalizzazione del’identità del club in mero progetto economico senz’anima o, ancora peggio, in uno sterile divertissement pubblicitario.
Ma forse, in questo calcio, vale la pena correre il rischio.
© RIPRODUZIONE RISERVATA