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Un referendum contro il Credito Zero

Redazione Toro News
E' partita a gonfie vele la campagna del referendum contro il Credito Zero, alla fine del primo tempo di Torino-Atalanta è stato raggiunto il quorum delle 2000 firme, necessarie per portare ora il referendum in Comune e partire per la fase...

E' partita a gonfie vele la campagna del referendum contro il Credito Zero, alla fine del primo tempo di Torino-Atalanta è stato raggiunto il quorum delle 2000 firme, necessarie per portare ora il referendum in Comune e partire per la fase successiva. Dopo le verifiche necessarie sulle firme e l'autorizzazione comunale la campagna entrerà nel vivo: bisognerà raccogliere in seguito altre 18mila firme per raggiungere l'obiettivo finale. 

E’ cominciata ufficialmente questo pomeriggio l’avventura del “Credito Zero” il Comitato civico promotore del primo referendum cittadino per l’abrogazione della delibera approvata dal Consiglio comunale il 12 febbraio scorso e riguardante il protocollo di intesa fra la Citta di Torino e la Juventus Spa.

UN FATTO STORICO: finora è il primo e unico referendum per revocare una delibera comunale richiesto dai cittadini nella storia della città di Torino. Il documento presentato durante la conferenza stampa è stato realizzato dai promotori seguendo le direttive dell'articolo di legge che prevede l'istituzione del referendum. Gli stessi impiegati comunali al momento della presentazione della domanda erano, secondo i promotori, "al quanto imbarazzati e disorientati".

IL COMITATO: sono una decina di liberi cittadini, quindi contribuenti, uniti non dalla passione calcistica ma da quella civile per una città sana, a prescindere dallo schieramento politico. Il direttivo guidato da Marco Ferraris, laureando di 28 anni in storia medievale e collaboratore del Corriere Sportivo, comprende pensionati, liberi professionisti, giovani e anche 4 consiglieri della nona circoscrizione appartenenti a tutti gli schieramenti politici da Rifondazione Comunista ad Alleanza Nazionale. "Questa non è una questione di Toro contro Juve, il tifo calcistico qui non c'entra nulla. E' una questione di civiltà", ribadisce tutto il direttivo.

LA MISSIONE: l’obiettivo è raggiungere entro il 10 maggio almeno quota 2 mila firme che saranno valutate da una Commissione comunale che deciderà sulla loro validità e che si pronuncerà sulla possibilità di istituire il referendum. In caso positivo entro 3 mesi dovranno essere raccolte altre 18 mila firme (per un totale di 20 mila) che saranno presentate in Comune e che, se approvate, porteranno al referendum vero e proprio che dovrebbe tenersi entro l’anno.

REQUISITI: da domenica potranno votare tutti i maggiorenni residenti in Torino da almeno sei mesi e gli iscritti alle liste elettorali che, al momento della firma, saranno in possesso di un documento d’identità.

DOVE: Saranno dieci i banchetti disposti attorno allo stadio Olimpico, il primo luogo di raccolta di queste firme. Ce ne saranno 3 davanti ad ognuna delle due curve, più 2 davanti ai distinti e altri 2 davanti alle tribune.

LO SCOPO: Fare in modo che l’altra squadra cittadina non ottenga un credito zero per realizzare l’ennesimo stadio, questa volta interamente privato, in una città che ha ben altri problemi. Inoltre, fa notare il Comitato, non è stato chiesto il parere della cittadinanza non solo sull’opera ma anche sugli altri 40 mila metri quadrati destinati alla realizzazione di attività commerciali di proprietà privata.

LE CIFRE: Il progetto presentato dalla Juventus Spa, società quotata in borsa, ammonta a 120 milioni di euro, senza alcuna garanzia che non aumenti. Gli oneri del finanziamento (ovvero gli interessi) saranno coperti dal Governo insieme alla F.I.G.C.

Avrà un finanziamento a tasso zero per venti anni dal Credito Sportivo.

Secondo una stima del Comitato calcolata in base al tasso ufficiale dell’8 marzo, per questo genere di opere il tasso di interesse è pari al 3,75%.

Questo vuol dire che ogni anno la Juventus dovrebbe pagare, ma con questo accordo risparmia, oltre 8 milioni e mezzo di euro (8.636.821,65), per un totale di oltre 52 milioni di euro di interessi non corrisposti. Una cifra che, se impiegata sul mercato calcistico, è destinata a porre la società bianconera fuori da ogni possibile parametro concorrenziale.

“Questo significa che ci saranno risorse pubbliche impiegate per un’opera privata” dice ancora Ferraris.

LO STADIO: Questo gruppo di cittadini non si dichiara però contrario a uno stadio di proprietà della Vecchia Signora. “Lo costruiscano pure, con tutto il contorno delle attività commerciali che vogliono, spiega il Consigliere del direttivo Dario Castagna, ma non con i soldi dei contribuenti”.

I RISCHI: sono molti. E’ inutile negare che una simile azione è destinata a dare fastidio. Tutto il direttivo ne è consapevole ma vuole portare avanti una battaglia di civiltà, cominciata a due passi da via Stellone dietro le Molinette, a cui possono partecipare tutti i cittadini torinesi. Sempre che, nella seduta del 18 aprile, l’Uefa non decida di spedire la delibera e l’intera questione all’…obitorio assegnando l’Europeo 2012 a un’altra nazione. In quel caso l’accordo fra Comune e Juventus decadrebbe perché il finanziamento a tasso zero è stato garantito dal Credito Sportivo solo in caso di assegnazione dei Campionati europei di Calcio del 2012.