La Toussuire (Savoia – Francia) La Toussuire è insieme un posto bellissimo e terribilmente brutto. Bellissimo è il panorama che vi si può apprezzare tutto intorno, specie quando viene la sera ed il sole saluta le montagne ora innevate, ora no della Maurienne e dell’Oisans. Un meraviglioso, oserei dire quasi unico, spettacolo della natura.Bruttissimo è il resto, ovvero tutto ciò che è opera dell’uomo. Quei palazzoni di venti piani che manco in Corso Grosseto a Torino. Quelle piste e quegli impianti da sci che violentano la montagna. Quei negozi tutti uguali e tutti ugualmente colmi di merce orribile. Una cosa orrendamente orrenda, insomma. Tanto che mi chiedo come sia possibile che esista nel mondo gente che scelga questo posto per passarvi le proprie vacanze. Eppure, dico io, basterebbero pochi chilometri per essere in montagna davvero, ma lasciamo stare. Ciononostante io, che nella normalità non verrei qui manco sotto effetto di una ciucca colossale, mi trovo qui da più di due giorni. E ne sono pure felice! E vi giuro sul Toro che non sono ubriaco! Addirittura, c’ero già stato nel 2006, accampandomi in un prato con la tenda, e neppure lì ero ubriaco. O forse sì, ma ora non me lo ricordo.Allora come ora, ero qui per il Tour de France. E non solo io, visto che un sacco di gente con i camper e con le tende ha cominciato a raggiungere questo posto già a cominciare da martedì, ovvero addirittura quarantotto ore prima del passaggio dei corridori: quarantotto ore ad aspettare in camper o in tenda per pochi minuti di passaggio. Robe da pazzi! O da ubriachi!E questa volta, a differenza dei giorni precedenti, tra questi pazzi c’erano anche degli Italiani: vengono da Ovada, da Finale Ligure, da Boves, da Torre Pellice, dalla Toscana. Ma vengono. Finalmente. Per seguire questo Tour che stenta a decollare. Però vengono: perché il Tour è il Tour e va comunque onorato, cosa che personalmente faccio da oltre vent’anni, cioè da quando gli idoli da applaudire si chiamavano Bugno, Chiappucci ed Indurain che adesso hanno quasi cinquant’anni. Si diceva di questo Tour che stenta a decollare. Soprattutto per “colpa” di una squadra, la Sky di Wiggins, di Froome e di tanti altri che si è chiusa anche oggi in difesa riuscendo a parare tutti i colpi degli attaccanti che, a dir la verità, non sono molti.Anzi! A dir la verità, di attaccanti veri (almeno tra gli uomini di classifica) ce ne sono solo un paio: uno è Fiammingo, ha ventinove anni e si chiama Jurgen Van den Broeck; l’altro è Siciliano, di anni ne ha ventisette, e si chiama Vincenzo Nibali. Ci provano entrambi ad attaccare, sulla salita finale che porta quassù (dopo che la Madeleine e la Croix de Fer, due mostri sacri, avevano partorito la solita fuga di uomini fuori classifica), ottengono un vantaggio di una ventina di secondi, ma l’armata Sky, dopo aver temporeggiato per qualche minuto, risponde colpo su colpo fino a soffocare ogni velleità di attacco. Non solo, ma ottiene il risultato di staccare il rivale più vicino in classifica, ovvero l’Australiano Evans, che va letteralmente in crisi negli ultimi chilometri di ascesa e giunge al traguardo staccato di circa un minuto e mezzo dai migliori della classifica. Eppure il “canguro” aveva attaccato sulla Croix de Fer, quando all’arrivo mancavano ancora parecchi chilometri. Ora Evans, che difficilmente potrà bissare la vittoria dello scorso anno, è quarto il classifica e sul “podio” virtuale viene scalzato dal nostro Nibali (coraggiosissimo, bravissimo, indomito, complimenti!) e da Chris Froome, ora secondo in classifica. Quest’ultimo merita un discorso a parte, visto che anche oggi, soprattutto oggi, ha dimostrato di essere il vero “uomo forte” della Sky in salita. Ad una manciata di chilometri dall’arrivo, un suo allungo (che probabilmente era solo un suo modo per rilanciare l’andatura in testa al gruppo) ha messo letteralmente in ginocchio il suo capo “basettone” Wiggo. Peccato che qualcuno, dall’”ammiraglia”, abbia prontamente urlato qualcosa (e dubito che si trattasse di frasi molto “british”) nelle orecchie dello stesso Froome che, un po’ perplesso, si è fermato ad aspettare il suo Capitano.Cosa sarebbe accaduto se non ci fossero stati gli auricolari? Froome avrebbe continuato nella sua azione mandando in crisi il proprio Capitano? Avrebbe potuto vincere questo Tour, replicando lo scherzetto con cui Roche attaccò il suo capitano designato Visentini al Giro del 1987? Non lo sapremo mai, purtroppo. Certo sarebbe stato bellissimo.Ma la tecnologia, spesso e volentieri, riesce a limitare i nostri sogni. E non solo nel ciclismo.Ah….quasi dimenticavo la notizia forse più importante della giornata: il “tappone”alpino se lo è aggiudicato Pierre Rolland, giovane francese che, in fuga fin dalla partenza, è riuscito a mantenere un margine di sicurezza sul resto della truppa. Pour la gloire de la France!Occorre dire che se uno a venticinque anni si aggiudica in due edizioni consecutive del Tour i due tapponi alpini (l’anno scorso il buon Rolland aveva trionfato all’Alpe d’Huez) qualche numero ce l’ha. Ma forse non abbastanza per essere definito campione, come cercano di farci intendere gli amici transalpini. In effetti, alla sua età, sia Hinault che Fignon (tanto per restare ai Francesi) avevano già vinto il Tour, e non si dannavano certo per aggiudicarsi dei traguardi parziali. Ma i tempi sono cambiati. Per tutti. Anche per il ciclismo Francese.Comunque Chapeau Rolland!Come sempre in poco più di mezzora l’esaltazione per lo spettacolo offerto dal Tour finisce. Ore ed ore di attesa vanificate in pochi minuti. Un po’ come quando aspetti per undici mesi le ferie, e fai progetti, e conti i giorni ed esse se ne volano via in men che non si dica.Per la verità, stavolta lo spettacolo dura leggermente di più dato che, ben staccato dal gruppetto dei velocisti, quando pensi che la corsa sia finita, prepari le tue cose per andartene e a tutto penseresti tranne che ci siano ancora degli atleti in corsa, intravedi ancora la sagoma di un corridore.Ha una maglia fucsia ed azzurra che ti sembra di riconoscere. Eppure sembra…ma no, non può essere….e invece è proprio lui: Alessandro Petacchi.Arriverà al traguardo staccatissimo da tutti ed irrimediabilmente fuori tempo massimo.Ma, per il solo fatto di essere l’ultimo a passare, che la gente lo riconosca o meno (e qualcosa per farsi riconoscere il Peta lo ha fatto, anche da queste parti), si prende la sua dose da cavallo di applausi.Applausi anche, e soprattutto, agli ultimi. Anche questo è il bello del Tour. Anche questo è il bello del ciclismo.Poi avrei voluto parlarvi di Fabian Cancellara (la maglia gialla dei primi giorni del Tour) che ha abbandonato la carovana ed è tornato a casa sua in Svizzera perché sua moglie sta per dar vita al loro secondogenito. Ed anche della rissa scoppiata tra due Francesi perché uno tifava Evans (Australiano, ohibò) e l’altro lo detestava. E ancora del Bretone sessantenne ubriaco che, vestito da donna con tanto di parrucca, se ne stava in piedi sul suo camper suonando una finta chitarra e mostrando il sederino a destra e a manca. E infine di quei gobbi con le facce da gobbi e le maglie da gobbi che facevano discorsi da gobbi, mentre un settantenne cuneese diceva loro di tutto ed uno che conoscete bene sventolava sotto i loro nasi da gobbi la nostra bandiera. Tante piccole, grandi storie raccontate oggi dalla strada.Ma, mentre la montagna si illumina dei fari delle migliaia di vetture sulle quali ci sono persone che tornano alle loro case in mezza Europa, è tempo di far calare la notte su questa meravigliosa, lunghissima giornata.Domani, per quanto mi riguarda, si torna a casa.Ma il Tour continua. E speriamo davvero che sappia riservarci ancora qualche sorpresa.Sipario. Per ora. CLASSIFICA DELL'UNDICESIMA TAPPA DEL TOUR DE FRANCE DA ALBERTVILLE A LA TOUSSUIRE:1. Pierre ROLLAND (Francia) in 4h43'54”2. Thibaut PINOT (Francia) a 56”3. Christopher FROOME (Regno Unito) s.t.4. Jurgen VAN DEN BROECK (Belgio) a 57”5. Vincenzo NIBALI (Italia) s.t.6. Bradley WIGGINS (Regno Unito) s.t.7. Chris SORENSEN (Danimarca) a 1'08”8. Janez BRAJKOVIC (Slovenia) a 1'58”9. Vasil KIRYIENKA (Bielorussia) a 2'13”10. Frank SCHLECK (Lussemburgo) a 2'23”11. Cadel EVANS (Australia) s.t.CLASSIFICA GENERALE DEL TOUR DE FRANCE 2012 DOPO L'UNDICESIMA TAPPA:1. Bradley WIGGINS (Regno Unito) in 48h43'33”2. Christopher FROOME (Regno Unito) a 2'05”3. Vincenzo NIBALI (Italia) a 2'23”4. Cadel EVANS (Australia) a 3'19”5. Jurgen VAN DEN BROECK (Belgio) a 4'48”6. Heimar ZUBELDIA (Spagna) a 6'19”7. Tejay VAN GARDEREN (Stati Uniti) a 6'57”8. Janez BRAJKOVIC (Slovenia) a 7'30”9. Pierre ROLLAND (Francia) a 8'31”10. Thibaut PINOT (Francia) a 8'51”
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