Finisce in semifinale il sogno dell'Under 21 azzurra: l'Italia gioca bene, è più pericolosa nel primo tempo, ma nella ripresa va sotto, rimane in 10 per l'espulsione di Gagliardini, riesce a recuperarla con Bernardeschi, e poi crolla contro il palleggio spagnolo e soprattutto contro il fenomeno dell'Atletico Saul, che firma una tripletta di grande qualità, trascinando gli iberici in finale per 3-1. Azzurrini fuori comunque a testa altissima.
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Under 21, Spagna-Italia 3-1: fenomeno Saul, azzurrini a casa. Bene Benassi e Barreca
Sebbene già i pronostici fossero a sfavore degli Azzurrini, la possibilità e la capacità di impensierire la Rojita c’erano tutte. Ed è stato la prima frazione di gioco a confermarlo: un primo tempo non eccessivamente spettacolare, ma che ha dimostrato la solidità della selezione azzurra. In esso, infatti, Capitan Benassi e compagni si sono dimostrati decisamente più incisivi, autori ˗ soprattutto nei primi minuti ˗ di un pressing altissimo; i ragazzi di Di Biagio hanno messo in luce buona padronanza di palleggio, forte personalità, buone capacità di tener bene il campo, senza eccessivi timori reverenziali. Un primo tempo, tutto sommato, avaro di nitide e chiare occasioni da gol, essenzialmente una per parte: quella di Pellegrini, al 22’, che con un potente rasoterra impensierisce il portiere Kepa Arrizabalaga, esaltandone le doti e la risposta della Rojita con Deulofeu, al 31’, che calcia sulla destra di Donnarrumma dopo essere stato ottimamente imbeccato dal preciso cross di Ceballos. Per il resto, buone occasioni da una parte e dall’altra, quasi mai eccessivamente pericolose.
Secondo tempo completamente differente. L’Italia entra in campo forse più stanca rispetto agli avversari ˗ i quali hanno applicato un vistoso turn-over contro la Serbia, a differenza degli Azzurrini ˗ e va subito sotto al 53’: Saul Niguez controlla bene il passaggio al centro dell’area di rigore e insacca Donnarumma sulla destra. La partita si complica ulteriormente al 58’ ˗ ed è l’ago della bilancia della serata ˗ quando Gagliardini, preso da eccessiva foga e dimentico dell’ammonizione da poco procurata, scalcia Ceballos e riceve il secondo giallo, lasciando la sua squadra in dieci. Quando tutto sembrava finito, l’Italia sembra risorgere con Bernardeschi, al 62’: autore di un grande slalom al limite dell’area, il carrarese semina il panico tra i difensori e lascia partire un potente bolide che, deviato, finisce alle spalle di Arrizabalaga. Neanche il tempo di crederci e sperare che Saul Niguez firma la doppietta, scaricando una cannonata dalla distanza e battendo un colpevole Donnarumma, reo di essere partito con un istante di ritardo, costato carissimo. La Spagna controlla la partita e trova addirittura il terzo gol al 74’, ancora una volta con Saul Niguez. La partita si conclude praticamente a questo minuto.
Non è bastato aver nuovamente rilanciato nella mischia Barreca e Benassi, i due portafortuna azzurri. Il primo, collocato sulla sua fascia di competenza, la sinistra, è autore di una partita non troppo esaltante; non commette errori ma non viene neanche chiamato in causa per quasi tutta la partita, nonostante nel secondo tempo si lasci andare a qualche sgroppata propositiva in più. Diversa la partita di Capitan Benassi, il quale, collocato da Di Biagio esterno alto a destra con licenza di accentrarsi, si rende protagonista di qualche ottima incursione e buoni cross; bravo, soprattutto nel primo tempo, sia in fase di possesso che in fase di non possesso; autore di un fallo tattico, riceve l’ammonizione allo scadere del primo tempo e viene sostituito all’87’ da Garritano.
L’Italia abbandona così la competizione, certamente con qualche rammarico. Si poteva fare di più ma, purtroppo, è andata diversamente.
Federico Beltrame
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