Valeri e gli altri, così non va. Scoppia il "caso-Var" in Serie A: tanti, troppi gli episodi dubbi in questo avvio di stagione. Dopo le parole rilasciate da Urbano Cairo al Corriere della Sera il 17 settembre scorso, si allarga il fronte dei "perplessi" dall'utilizzo dell'assistenza video. A far deflagrare le proteste la clamorosa svista di Valeri, colpevole di aver fischiato un calcio di rigore inesistente alla Fiorentina nel match contro l'Atalanta. Forte la protesta del patron bergamasco Antonio Percassi: “È impossibile commentare un episodio così – ha dichiarato ai microfoni di Sky il presidente della Dea -. Doveva essere rivisto al Var ed è incredibile che questo episodio ci sia stato dopo che la dirigenza della Fiorentina ha preparato un clima poco adatto con tante proteste dopo la gara di Milano. Dobbiamo fare tante riflessioni". Poi ancora: "Se il Var non viene utilizzato, però, è meglio lasciar perdere. Ha dato degli ottimi risultati ma mi sembra che in questo momento non siamo in linea con le aspettative”.
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Valeri sbaglia ancora, Percassi si unisce a Cairo: “Il VAR così non serve”
VALERI - Protagonista in negativo ancora una volta il fischietto della Sezione Aia di Roma 2. Dopo dopo aver ingiustamente annullato un gol regolare a Berenguer durante Udinese-Torino, l'esperto direttore di gara romano torna a far discutere. Nel caso del Torino fu un errore procedurale: il fischio dell'arbitro arrivò prima che il pallone dell'ex Osasuna avesse oltrepassato la linea di porta rendendo impossibile, da regolamento, l'utilizzo della moviola in campo. Fragorosa fu in quel frangente la protesta di Cairo: “Un anno fa non avevo commentato, perché il VAR era all’esordio e dovevano capirlo anche gli arbitri - le parole del patron granata al Corriere della Sera - Ero favorevole alla tecnologia nel calcio ma ora devo ricredermi: il VAR sta causando una nuova disparità nel nostro campionato. Sono costretto a pensarlo, dato che dopo 42 partite si continuano a ripetere gli errori dell’esordi. Chiedo una maggiore equità nei giudizi". Dopo questo clamoroso episodio Valeri fu "punito" con uno stop di una sola giornata. E a distanza di due settimane la storia si ripete, questa volta per una mancata consultazione delle immagini video. Ora serve chiarezza: il movimento arbitrale dovrà dare spiegazioni più approfondite riguardo ai nuovi dettami. Alle squadre di Serie A in primis e in secondo luogo agli arbitri stessi.
GLI EPISODI - Tanti gli episodi, di svariato genere, accaduti nell'ultima giornata di Serie A. Che, inevitabilmente, contribuiscono ad alimentare le proteste. Proteste che, con ragione, portano avanti dirigenti e tifosi dell'Atalanta che al 16’ della ripresa (match fermo sul risultato di 0-0) hanno visto punire con un rigore per la Fiorentina il contatto tra Toloi e Chiesa: l’azzurro rallenta la corsa e si lascia cadere. In diretta non sembrano esserci gli estremi per il penalty, ma la coppia composta da Valeri e Doveri decide comunque di non avvalersi dell'utilizzo del Var. L'errore è chiaro e a questo punto non resta che chiedersi: "Perché?". Ma se l'episodio che ha coinvolto l'Atalanta ha avuto pesanti ripercussioni sul risultato finale, la 7° giornata di campionato ha visto altre due sviste (seppur passate in secondo piano). Errori di diverso genere, che hanno coinvolto i match Bologna-Udinese e Sassuolo-Milan. I rossoblù recriminano per un calcio di rigore: al 13’ (parziale di 0-0) Svanberg cade nell’area dell’Udinese, toccato da Ekong, che entra in ritardo: rigore solare che Manganiello non concede nemmeno dopo aver rivisto le immagini. Finirà comunque 2-1 per il Bologna. Nel match dei rossoneri invece è da annullare il gol del momentaneo 1-3 del Sassuolo: Djuricic segna ma, prima che parta il tiro, Romagnoli viene steso da una manata di Boateng. Anche qui nessun ausilio da parte del Var.
Sia chiaro, il Var ha portato enormi benefici al calcio nostrano. La moviola in campo è senza dubbio un mezzo che, se usato in maniera oggettiva e consapevole, può portare essere una risorsa importante per tutto il sistema calcio. Adesso però, in uno dei momenti più bassi dall'introduzione dell'assistenza video, serve dare un segnale chiaro per non rischiare che le troppe lamentele si trasformino in un passo indietro collettivo. Intanto nella giornata di oggi è nuovamente intervenuto il presidente dell'Aia Nicchi, che ha parlato così ai microfoni de "La Politica nel Pallone" su Gr Parlamento: "La Var c'è e va usata al massimo. Il protocollo è quello approvato l'anno scorso, non è cambiato nulla. Gli arbitri stanno applicando il protocollo al meglio che possono, ogni tanto qualcuno sorprendentemente non si avvale della tecnologia, e di questo si occuperà Rizzoli".
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