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Ventura sbotta: “Basta menzogne, ho rinunciato a due anni di contratto”

Ventura
La replica / L'ex tecnico del Torino ha affidato ad un comunicato pubblicato dall'Ansa la sua replica dopo la rescissione col Chievo
Silvio Luciani Caporedattore e social media manager 

Proprio ad un anno di distanza dal fallimento con la Nazionale, si riapre la polemica su Gian Piero Ventura. L'ex allenatore del Torino è stato sostituito da Domenico Di Carlo sulla panchina del Chievo dopo le dimissioni di domenica e la rescissione di oggi. Dopo insinuazioni, critiche e polemiche riguardo alle sue dimissioni dalla panchina clivense, Ventura non ha resistito e ha risposto con un comunicato affidato all'Ansa: "Premetto che sono arrivato al Chievo per amicizia, perché il presidente Campedelli è un amico, e perché il momento di difficoltà della squadra coincideva con la mia grande voglia di riprendere ad allenare. Ho poi deciso di interrompere il rapporto, non per i risultati (mi sarei dimesso anche in caso di vittoria col Bologna), ma quando ho avuto la certezza che, benché volessimo raggiungere lo stesso obiettivo, cioè la salvezza del Chievo, io e la società volevamo perseguirla attraverso due strade diverse. A quel punto, né io potevo pretendere che loro sposassero le mie idee, né loro potevano pensare che io condividessi il loro percorso. Ho rinunciato a due anni di contratto con una rescissione consensuale senza chiedere né pretendere alcunché. Mi hanno riconosciuto soltanto il mese di lavoro. Questi sono i fatti. Faccio un in bocca al lupo alla società anche se ora le nostre strade si dividono". 

Dura quindi la replica dell'ex allenatore della Nazionale, dopo le dichiarazioni clamorose di Pellissier e le critiche piovute da stampa e tifosi che, probabilmente, hanno ancora in mente il naufragio di San Siro contro la Svezia del 13 novembre scorso.