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Verde speranza

Redazione Toro News
di Andrea CiprandiQuesta rubrica intende essere una finestra sul panorama calcistico mondiale. Partendo non necessariamente dalla cronaca, mira a offrire spunti di riflessione rispettosi delle diverse identità di questo sport nei tanti...

di Andrea Ciprandi

Questa rubrica intende essere una finestra sul panorama calcistico mondiale. Partendo non necessariamente dalla cronaca, mira a offrire spunti di riflessione rispettosi delle diverse identità di questo sport nei tanti luoghi ove è praticato, con un occhio parimenti attento alle realtà di cui meno si parla.  

In tempi di esaltazione delle coppe più splendenti, delle stelle più luminose e dei trasferimenti più costosi, in un’orgia di numeri di cui non si ha forse più la percezione reale, è giusto celebrare con altrettanta enfasi un record davvero notevole, non importa se stabilito da una squadra che non fa parte della cosiddetta élite.

Fra il 3 febbraio e il 6 maggio scorsi i brasiliani del Coritiba hanno inanellato una serie ininterrotta di 24 vittorie. Successi ottenuti non solo in campionato (quello di serie A dello Stato del Paranà) ma anche nella più complicata Copa do Brasil, a cui partecipano squadre di ogni categoria. Questo primato è particolarmente prestigioso proprio perché distribuito su più competizioni, diversamente da quelli ottenuti precedentemente da altri club che, pur vincenti in campionato, nel frattempo avevano patito alcune sconfitte in tornei giocati contemporaneamente. E’ per questo che né gli uruguaiani del Nacional (con 32 successi), né il Benfica, gli australiani del Brisbane, i giordani dell’Al-Faysali, la Dinamo Zagabria o il Celtic, tutti in grado di sommare più vittorie consecutive in campionato del Coritiba, e a maggior ragione nemmeno l’Inter con le sue 17 sotto Mancini di cui in Italia si dissero meraviglie, possono oscurarne il record.

Proprio un’altra brasiliana, cioè il Palmeiras, aveva stabilito il precedente record di vittorie di fila in tutte le competizioni: 21, nel 1996. E il caso ha voluto che ben 15 anni dopo, il 12 maggio 2011, il Coritiba che è detto anche Verdão interrompesse il record che ormai già gli apparteneva proprio contro il più noto Verdão ‘paulista’. Non fosse stato per un gol subito al 90’ contro l’Arapongas il 30 gennaio, oltretutto, il Vovô Coxa (cioè Nonnino Coscia, com’è anche conosciuto in quanto Club più vecchio del Paranà) avrebbe potuto chiudere a quota 26 dato che prima di quel risultato, l’ultimo non pieno precedente l’inizio della formidabile serie, aveva vinto un’altra volta (il 27 gennaio col Cascavel).

Non ingannino i nomi poco noti di alcuni rivali. Un record vale a prescindere, anche se non viene ottenuto sui palcoscenici più importanti, e in questo caso non va dimenticato che a stabilirlo è stata una squadra di seconda fascia, come si dice, confrontandosi anche con formazioni di rango pari o maggiore. In Copa do Brasil, infatti, sono stato battuti pure l’Atletico Goianiense e il Palmeiras; quest’ultimo, poi, addirittura per 6-0 nella partita immediatamente precedente quella che avrebbe messo fine al primato.

Quella stagione, che è appena l’ultima conclusa, il Coritiba conquistò il suo 35° titolo statale (record anche questo) da imbattuto, dopo aver vinto tutte le partite giocate nel girone di ritorno e 9 delle 11 nell’andata, pareggiando le rimanenti. Arrivò anche in fondo alla Copa do Brasil, per perderne la finale contro il Vasco da Gama, attuale pretendente al titolo brasiliano, soltanto in ragione dei gol fatti fuori casa: sconfitto a Rio per 0-1, in casa non andò oltre il 3-2. Per concludere coi numeri, se è nella norma quello delle reti subite nel corso della serie (16), colpisce quello delle reti fatte: la bellezza di 74. E indicativa è la loro distribuzione, con ben quattro artiglieri sugli scudi: solo in campionato 7 a testa i centri di Anderson Aquino e Davi, vicecapocannonieri, e 6 quelli da Bill e Marcos Aurelio, mentre in generale la classifica è guidata da Bill con 14 davanti a Davi e Anderson Aquino rispettivamente con 13 e 12. A dirigere il gruppo, giusto ricordarlo, il tecnico Marcelo Oliveira.

Voglio chiudere questo ricordo di una grande impresa, che può risultare freddo nel suo dipendere da un elenco di dati ma considero ugualmente prezioso, con un augurio che ha a che vedere proprio coi colori del Coritiba. Verde è la sua uniforme, verde come la speranza che un giorno non troppo lontano a tutti noi, soprattutto i meno curiosi, sia data la possibilità di accedere facilmente a notizie come queste. Anzi, di accedervi passivamente come succede per tutto ciò su cui qualcuno ha deciso che debbano basarsi i nostri giudizi e la percezione del calcio che abbiamo. Dei gol di Messi e Cristiano Ronaldo come dello stipendio di Mourinho veniamo a sapere comunque, anche solo imbattendoci per caso in un qualsiasi programma non necessariamente calcistico. Ma del resto della storia chi ci dice mai? E dei protagonisti dell’impresa del Coritiba? Dobbiamo davvero aspettare che magari uno di loro venga comprato da una squadra italiana? Che poi sono certo che Messi e quelli forti e famosi come lui, dipendesse da loro che sono gente di sport, sarebbero contenti che tigì e giornali parlassero anche del Coritiba per mesi di seguito.