"Oramai la gente non va più allo stadio, ma va in guerra". Con queste parole, il presidente dell'Associazione Calcio israeliana Avi Luzon commenta la tragica situazione che sta vivendo il calcio in Israele, con conseguente decisione di rinviare tutte le gare di campionato di Serie A e B. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la partita giocata tra Hapoel Ramat Gan e Hapoel Bneid Rod (di componente mista arabo-ebraica). La gara tra le contendenti alla promozione in A è terminata con un pareggio, ma al termine ha avuto luogo una terribile rissa tra tutti i giocatori in campo (seguiti da disordini fuori dallo stadio) che ha portato al fermo di ben 17 persone, portate in un commissariato di polizia ed interrogate.
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Violenza in campo, stop ai campionati
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"A rischio è l'incolumità di chi viene allo stadio per assistere ad una normalissima partita di calcio", ribadisce Luzon, che intanto apprezza l'idea della ministra dello sport Limor Livnat di tornare a schierare negli stadi le forze di polizia. La situazione è drammaticamente critica.
(in foto: un momento di rissa tra le due squadre scese in campo venerdì scorso)
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