di Andrea Ferrini
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Welcome back Thorpedo!
Ci sono voluti poco meno di 4 anni e mezzo per veder tornare Ian Thorpe, per alcuni il più grande mezzofondista di sempre, a fendere come uno squalo le acque clorate delle piscine. Il 21 novembre 2006, trattenendo a fatica la commozione, la torpedine australiana diede l’addio (un arrivederci, col senno di poi) al nuoto agonistico. Il 2 febbraio 2011 Ian è tornato allo scoperto ponendosi un obbiettivo importante: le Olimpiadi di Londra 2012.
Dopo 3 giorni, poi 3 settimane e infine 3 mesi passati in acqua ''è prevalsa la voglia di riprovarci. Non devo sorprendere la gente, semplicemente me stesso.'' Aveva preparato tutto nei minimi dettagli, quasi fosse una spia governativa: allenamenti in segreto, frequentando otto piscine diverse per non sollevare sospetti e chiedendo agli amici di mentire sfacciatamente se fossero stati interrogati sull'argomento.
''La decisione di tornare alle gare non è stata presa alla leggera'', ha dichiarato ai giornalisti. ''Non avrei mai pensato che sarebbe successo. Non avrei mai pensato di partecipare di nuovo a una gara [...] Ma sono felice di farlo. Sono felice di aver trascorso quattro anni lontano dalle vasche. Avevo bisogno di questi quattro anni.''
Rimettersi in competizione nella sua specialità, i 400 m, sarebbe però chiedere troppo a un fisico in carenza di adrenalina pre-partenza. Thorpe si concentrerà invece su distanze più brevi, i 100 e i 200, e gli amanti del nuoto già pregustano la sfida inedita contro Phelps. La risposta del gioviale australiano è in linea con il suo carattere: ''Tutti vogliono vederci contro perché siamo diversi, non so se accadrà prima di Londra, anche perché devo ancora qualificarmi, e non so neanche se sarà lui l’unico vero avversario. Ma accetto la sfida.''
I maligni già scommettono sul fallimento del 5 volte oro olimpico. Scommettono nel vero senso della parola: un fallimento nei Trials australiana viene pagato 2 volte la posta e la stessa quota è corrisposta nel caso in cui non riuscisse a conquistare neanche una medaglia a Londra 2012.
''Io rischio, ma non ho bisogno di difendere la mia reputazione. Non ho paura di rimettermi in gioco, forse è più la gente che vuol mantenere la leggenda. Sono tornato al nuoto perché lo amo e mi diverte anche se la vita da ex era più piacevole a tavola (e la foto, di un paio di anni fa, lo dimostra n.d.r.). Ma era l’ ultima volta in cui potevo riprovarci.''
Il ritiro di Thorpe aveva destato qualche sospetto in seguito alle varie accuse di doping ricevute nel periodo d’oro della sua carriera. La sua difesa risultò però lecita e contemporaneamente l'australiano ricoprì un ruolo considerevole nella lotta al doping. Chiese l'introduzione delle verifiche sul sangue, garantì la consegna di campioni congelati per ulteriori analisi e attaccò frequentemente la Federazione Internazionale sull'inadeguatezza delle procedure di controllo.
Ora Thorpe è pronto per tuffarsi in questa nuova fase della sua carriera con l’immaturità di un bambino che fa ciò che lo diverte: ''Credo di essere meno maturo adesso, lo ero di più quando ero giovane. Ora forse mi considero un pazzo o uno stupido, ma sono contento di sentirmi ancora un bambino.''
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