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Mi sono innamorato di Lio! Terza puntata

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di Mauro Saglietti
Redazione Toro News

Riassunto. Primavera 1981.Blue, un ragazzo passionale ma contraddittorio, Orange, la ragazzina pungente, Brown, maggiorenne sarcastico, Green e Yellow, i due fratelli, hanno tra i 16 e i 18 anni, e sono tesserati del società Judo Torokan Torino, che ha sede nella curva Filadelfia. Hanno fondato un gruppo chiamato “Toro-kan”, in onore della loro comune accesa fede calcistica.A loro si aggiungono Bots, il gigante buono, e Sgorby, un ragazzino sfigatissimo, che un giorno decide di innamorarsi della giovane e attraente cantante belga Lio, sulla breccia dell’onda con la sua “Amoureux solitarie”.La vita agonistica del Torokan, diretta dal severissimo Maestro, viene prima di tutto messa a dura prova dal Judo Club Le Vallette, spesso vincitore durante le competizioni ufficiali, in secondo luogo dalla presenza dei fratelli La Mecca, che pur tesserati per il Torokan, si rivelano una presenza pesante e arrogante, acuita dal loro fare parte della tifoseria organizzata bianconera.Infastiditi dall’arroganza dei giocatori juventini, che rilasciano interviste all’interno dell’antistadio, Blue e gli altri ragazzi organizzano un agguato a loro danno, scagliando gavettoni dall’ultimo scalino della curva, per poi rifugiarsi all’interno della palestra.Scoperti dal Maestro e condannati per punizione a ripulire la palestra ogni sabato, i ragazzi del Torokan scoprono che l’interno della palestra stessa è in realtà utilizzato dai fratelli La Mecca come deposito per gli striscioni che verranno esposti la domenica, in occasione delle partite juventine, oltre che per quelli dei gruppi organizzati.Entrati in contatto con Kaiser, un temibile e sanguinario tifoso granata, perennemente incappucciato, al quale i ragazzi promettono di consegnare lo striscione dei “Fighters”, Blue e compagni sostituiscono gli striscioni creati dai La Mecca, con altri striscioni che dileggiano la juve, all’insaputa dei due fratelli.Striscioni che, una volta esposti in Filadelfia dagli ignari tifosi, causano un putiferio contro i La Mecca, che a loro volta giurano vendetta contro i ragazzi granata della palestra, prima di venire allontanati dalla stessa in malo modo dal Maestro.Mentre le vicende dei ragazzi proseguono, tra musica, amori che tardano a sbocciare e la convinzione di Sgorby di essere realmente fidanzato con Lio, un giorno Blue rinviene nello spogliatoio un cappuccio identico a quello di Kaiser, e comprende che in realtà il sanguinario tifoso è in realtà una persona che frequenta il Torokan.

 

TERZA ED ULTIMA PUNTATA

Blue non rivelò a nessuno l’identità di Kaiser, neppure ad Orange, l’unica persona della cerchia dei ragazzi del “Gruppo Toro-kan” che avrebbe potuto mantenere il segreto.Ma la sorpresa era stata troppo grande per lui.A lungo convisse con la persona che aveva scoperto essere il micidiale e temutissimo capo della Maratona, con l’ansia che lui sospettasse qualcosa e iniziò a comportarsi goffamente.Spesso si guardava intorno per paura che il suo comportamento avesse attirato la curiosità di qualcuno.- Che hai oggi? - gli chiese un giorno il Maestro, durante una lezione - Hai finito di guardarti intorno anziché provare gli esercizi? Sei venuto fin qui per battere la fiacca?L’intervento del Maestro aveva colto di sorpresa Blue, ma non Orange.- Ha ragione… Da un po’ di tempo sei strano. E’ come se tu volessi dire qualcosa ma…- Ma?- Ma non ne trovassi il coraggio…Blue si allontanò da lei, arrabbiato più con se stesso che con la ragazza.Quel giorno, per la prima volta, vide una patina verdastra scendergli davanti agli occhi.Non era una cosa sgradevole, anzi, portava con sé una sensazione piacevole, tuttavia Blue si spaventò moltissimo e la sua vista tornò normale soltanto a casa, dopo molte ore.

 

- Hai sentitooooo? Hai sentitooooo?- No… Sgorby, sono arrivato solo ora a casa e non ho…- L’Hit Parade! L’Hit parade!Blue allontanò il ricevitore dall’orecchio.La primavera era ormai inoltrata ed era piacevole per Blue attardarsi un po’, all’uscita da scuola, rincasando a piedi, anziché col solito pullman.Quel giorno però, aveva trovato Orange ad attenderlo all’uscita da scuola.- Tu? Che ci fai qui? Dovresti essere dall’altra parte della città…- Abbiamo fatto sciopero e ho pensato di venirti a trovare… ho fatto male?- No - aveva risposto lui imbarazzato. Avevano camminato un po’ mano nella mano, senza parlare, fino alla fermata del pullman, poi la patina verde era di nuovo calata sulla vista di Blue.- Che cos’hai? – aveva chiesto lei, confusa.- Niente... niente… aveva risposto lui, prima di congedarla frettolosamente e attendere che il suo pullman arrivasse.Poi, tornando a casa, la patina si era dissolta ed al momento della telefonata di Sgorby erano rimasti soltanto i pensieri sulle sue paure inconsce ed i rimorsi per l’occasione gettata alle ortiche per l’ennesima volta.- L’Hit Parade! L’Hit parade! - le urla di Sgorby fecero sobbalzare il telefono e riportarono alla realtà Blue.- Te la devo raccontareeee! Dal principio, ascolta!- Oh, no, Sgorby, ti prego! Non ne ho voglia… ho tutt’altro per la testa…- Allora, al numero dieci Bobby Solo con Non posso perderti…- Sì, e al numero 9 Nilla Pizzi con Vola colomba. Senti smett…- Ti giuro che è vero, Bobby Solo è al numero dieci… Ora ascolta! Al numero nove…Era inutile. Sgorby adorava quelle situazioni nelle quali poteva fare il Dj. E sicuramente dietro a tutto quel gran darsi da fare ci doveva essere qualcosa che aveva a che fare con Lio, la sua amante immaginaria. Blue si domandò se agganciare o meno il ricevitore, mentre la patina verdastra cominciava a dissolversi.- Al numero nove Ti rockerò di Heather Parisi…- ‘Mazza che classifica, oh? C’è da leccarsi le dita!Al numero otto Enola Gay degli OMD, questa almeno ti piace, vero? Al numero 7, in discesa di una posizione, Maledetta Primavera di Loretta Goggi e al sei Semplice di Gianni Togni…Blue tornò per un attimo alla realtà e la coltre verde sembrò annacquarsi.Gli piaceva Semplice e aveva acquistato recentemente il 45 giri.- Al numero 5, Gioca Jouer di Claudio Cecchetto… eh eh! Quella che fa “Dormire… Salutare… Camminare…- Andare a ‘ffanculo! – sbraitò Blue – Ora metto giù!- No no no no no no no, aspetta! Ora viene il bello! Al numero quattro Johnny and Mary di Robert Palmer… e al numero tre… al numero tre… al numero tre…, dove la settimana scorsa c’era Lio…- Dunque? – sbuffò Blue. La patina verde se ne era quasi del tutto andata. In compenso gli gnocchi alla romana avrebbero presto assunto la patina verde della muffa, se non si fosse affrettato.- Al numero tre, in discesa, Woman in love, di Barbra Streisand!!!Sgorby lo annunciò con tono trionfante, segno inequivocabile che la sua protetta dovesse essere salita ancora di posizione.- E’ secondaaaaa! Capisci? Lio è secondaaaaa! E’ salita al secondo posto!- Molto bene, quindi non è prima.- No… ci sono ancora i Ricchi e Po…- Bene, ci risentiamo quando sarà prima!Blue riagganciò il telefono sbattendo la cornetta.

 

- Avete saputo la novità? – Orange sbucò sugli scalini della curva Filadelfia, sui quali, in quelle giornate primaverili, il gruppo “Toro-Kan” aveva preso l’abitudine di radunarsi dopo la lezione di Judo.- Quale novità?- Sgorby ha veramente trovato una ragazza?- Hey, non esagerare – disse Brown.- Scherzavo...! – replicò Green.- Non fate gli scemi, ragazzi. Ci sono notizie dei La Mecca!Tutti si fecero silenziosi. Il nome dei due ex tesserati del Torokan aveva ancora il potere di paralizzarli.- Ebbene? – chiese Bots.- Si sono iscritti al Judo Club Le Vallette… - ammise Orange.- I nostri nemici! - Che maledetti! – si lasciò sfuggire Blue. Questo significava, pensò, che se li sarebbero ritrovati come avversari durante la gara internazionale di Parigi, alla quale avrebbero partecipato di lì a breve.Fece per condividere il pensiero, ma, dall’espressione degli altri ragazzi, si accorse che ognuno era già arrivato alla medesima conclusione.Il sole calò ad ora tarda sul resto dello stadio, avendo lasciato la Filadelfia in ombra per prima.Quella sera Blue si attardò sulle gradinate.Avrebbe voluto rimanere da solo con Orange, ma non ebbe il coraggio di chiederglielo.

 

- Ti devo parlare, ti devo parlare, ti devo parlare!- Basta che non mi parli di Lio, perché ne ho le scatole quadrate. Te la faccio saltare per aria con la dinamite, la tua cavolo di Lio!Blue gironzolava per i corridoi della scuola, pensando alla trasferta ormai prossima di Parigi, ma ancora dipendente dall’esito finale dell’anno scolastico e dall’ultimo Compito in classe di Matematica.- No, no… lo devi sapere! E una cosa che è successa questa mattina…Nonostante Sgorby sembrasse un altro rispetto all’inizio dell’anno scolastico, più curato nella persona e lontano parente del ragazzino brufoloso che sputazzava a destra e sinistra mentre parlava, quel giorno era tormentato da un’agitazione che sembrava riportarlo negli abissi abituali.- Ma… è qualcosa di grave? – indagò Blue, fattosi serio.- No… non lo so… vorrei il tuo consiglio… Questa mattina sono uscito di casa più tardi, per il prelievo di sangue…- Ebbene?- Mentre aspettavo che mio padre mi portasse, ho acceso la tv…Blue tacque. Era pronto per scattare come una molla.- E hanno trasmesso il video di…- Aspetta, aspetta! Cos’è un video?- E’ una canzone accompagnata da un filmato… come posso spiegarti? Ero su Canale 5 ed hanno trasmesso Amicalement votre…!- Che sarebbe? - Ma come che sarebbe? Il nuovo video di Lio! Quando lo stava girando ero andata a trovarla e… comunque sono preoccupato per i miei valori sanguigni, dopo che l’ho vista… e…Blue non gli lasciò terminare la frase. Lo prese per il bavero della camicia, come fosse una presa di Judo e lo sbatté contro il muro.Immediatamente nel corridoio, che pullulava di ragazzi per l’intervallo, si fece silenzio.- Glab… glub… lasciami andare… è tutto vero… glub… Lio me l’aveva anticipato…- Nomina ancora una volta Lio! Una sola volta e ti strangolo! – tuonò Blue.- Ma… glab… è la mia ragazza…Blue lo lasciò andare con una manata, un attimo prima che transitasse per il corridoio l’insegnante di matematica, con la quale le sue pendenze non erano certo felici.- Una volta per tutte! Questa storia va avanti da mesi! – Blue cercò di contenersi a fatica – Devi smetterla, Sgorby! Non hai più nove anni! Non esiste nessuna Lio che stia con te! Ti stai raccontando una balla per poterci credere. E hai finito col farlo sul serio! Sgorby lo guardò negli occhi, rimettendosi in ordine la camicia, mentre i ragazzi cominciavano a riprendere il loro chiacchiericcio.- Lio è la mia ragazza… - insistette, con forza e sofferenza.- E va bene – esclamò Blue – alzando le braccia in segno di resa – E va bene. Ma nominala ancora una volta in mia presenza e giuro che convinco il maestro a non portarti a Parigi. Proprio a casa della tua fantomatica Lio! E giuro che lo faccio!Blue tornò in classe senza voltarsi.

 

- Insomma, adesso dice che è stato a letto con Lio. Ma questo è completamente pazzo, ogni giorno peggio.Le lunghe e fresche giornate di fine maggio illuminavano ancora la collina oltre lo stadio, mentre Blue e gli amici indugiavano sui soliti scalini della curva Filadelfia, poco sotto il tabellone.- Perché non gli paghiamo la visita da un medico? – chiese Green.- Ah! Tutte stronzate – intervenne Brown, che non aveva mai del tutto perdonato Sgorby, dopo la vicenda “chiavi” della palestra.- Ho provato a parlargli, ma non c’è verso… è troppo convinto - ammise onestamente Orange - Ha cercato in tutti i modi di convincermi del fatto che lui esce veramente con Lio… mi ha fatto vedere una foto con una dedica incomprensibile… per quanto mi riguarda potrebbe anche essersela fatta da solo.- E se uscisse con una sosia? O qualcuno che gli ha fatto credere di essere Lio? - domandò Bots.- Dai, non diciamo cavolate. Scusate, ma… anche se adesso è un po’ cambiato, è difficile pensare a una ragazza che abbia voglia di uscire con Sgorby… con tutto il rispetto. - esclamò Brown, sarcastico come sempre.- Parli tu che sei single - brontolò Orange.- Parli tu che sei in lutto perché i La Mecca non ci sono più.Orange fece per replicare rabbiosa, ma Yellow interruppe il suo tentativo di protesta.- A proposito dei La Mecca… ci saranno anche loro a Parigi, naturalmente… nessuno di noi ha pensato a questo, vero?Tutti tacquero e la mente andò all’aggressione subita da Sgorby ed al coltello dei La Mecca, qualche tempo prima.- Dovremo tenere gli occhi aperti… ce l’hanno giurata. Quelli sono disposti a tutto - ammise Blue.Orange si strinse a lui e gli altri non poterono non notare quel gesto semplice.- A che ora si parte dopodomani? - chiese Green. - Alle 21. Si viaggia tutta la notte, e si arriva sabato mattina. Poi domenica c’è la gara. - spiegò Bots, che da solo occupava tre scalini della curva - Pare che ci siano squadre da tutta Europa, inclusa quella dell’Est…- Stiamo seduti vicini, no? Che dite?- Ovvio…- Certo!- Il Gruppo Toro-kan sempre insieme!- Qualcuno porta della musica? - domandò Yellow.- Si portiamo una tua cassetta con la tua voce, Paperino! - lo sbeffeggiò Brown.- Non fate portare niente a Sgorby! Dopo Anna dai capelli rossi, è capace a portare una valigia solo di cassette della sua amica - disse Bots.- Vive la France! – gridò Green.- Vive la France! – ripeterono in coro gli altri.- Sì, ma abbasso Platini…? - aggiunse Blue.- Perché “abbasso Platini”… non gioca mica in Italia… - gli domandò Blue.- Non lo so… ho come la sensazione che mi stia sull’anima…

 

- Ma quando arriveremo?- Yellow, chiudi ‘sto becco! Siamo ad Avigliana! Non siamo neanche partiti da venti minuti…Il pullman sfrecciava nell’ultima luce del giorno, mentre a bordo era in corso la solita battaglia di oggetti tra le prime e le ultime file.Blue era seduto accanto ad Orange e la leggera patina verde era nuovamente scesa su di lui.Nelle settimane precedenti si era fatto visitare da uno specialista, che aveva escluso qualsiasi strana complicazione, ma aveva parlato di problemi di pressione, legati all’età dello sviluppo, spiegazione che aveva soltanto parzialmente sollevato il ragazzo.Yellow e Green erano seduti dietro di loro, mentre di fianco Bots occupava due interi posti e Brown era piazzato poco prima di lui.Solitario, quasi in testa al pullman, Sgorby teneva gli occhi chiusi, ascoltando le sue cuffiette, dal contenuto musicale ovvio.Da quando Blue gli aveva intimato di non parlare più di Lio, il ragazzo aveva mantenuto il mutismo, rinchiudendosi in se stesso e nella sua finzione.- Io dico che sta andando in depressione… - sussurrò Orange.- Sì, ma cosa possiamo fare? – chiese Green.- E soprattutto, perché ce lo siamo portati dietro? Perderebbe anche contro un bambino…- Ragazzi! Sentite questa, mi è venuta un’idea… - Yellow si sporse verso di loro, tentando di ignorare l’ilarità che puntualmente scaturiva da ogni sua parola – Guardate questo giornalino! Qui si possono trovare gli indirizzi delle case discografiche e di tutti i cantanti… leggete qui…- Oh mamma mia! – esclamò Blue.- Ma per carità! – commentò Bots.- Ma siete scemi? Non fate ridere i polli! - esplose Brown.- E cosa vorresti fare? – Orange si rivolse a Yellow.- Questo! Ascoltate! Abbiamo bisogno di un momento di pausa durante la gara… dobbiamo bla bla... e poi bla bla e così… chiaro?- E’ una gran cazzata – commentò seccamente Brown.- Il Maestro non accetterà mai – fu il commento di Orange – Siamo sotto la sua responsabilità e non ci lascerà mai andare…A Blue l’idea invece, per quanto balzana, stuzzicava la fantasia. Non disse nulla agli altri, ma conosceva un modo per far sì che il Maestro acconsentisse…Chiuse gli occhi, mentre gli altri continuavano a discutere. Dopo un po’ Orange appoggiò la testa contro la sua spalla e tutto sembrò diventare più verde ancora.La radio del pullman passava le canzoni che aveva registrato ed i due ragazzi si addormentarono ben presto così, confusi tra i pensieri che venivano cantati in quel momento.

 

Semplice, come le storie che cominciano…Come dar calci ad un barattoloE respirare con un ritmo quasi uguale questi giorni che viviamo in due.Svegliati! C’è sempre un sogno da raggiungere…

 

- Svegliati… Hey, svegliati, dormigliona…Blue accarezzò dolcemente il capo di Orange.- Dove siamo? - fece lei confusa.Erano le tre di mattina. Il pullman si era fermato in un autogrill francese.Gli occupanti, ancora intontiti dal sonno, scesero alla spicciolata, per le funzioni idriche e per una bevanda calda.- Guarda chi si vede! I granata infami! – una voce odiosa alle loro spalle li fece sobbalzare.Erano i fratelli La Mecca. Sogghignavano senza ridere.- Anche loro vanno a Parigi… - Orange indicò il pullman del Judo Club Le Vallette, fermo poco più in là, nello stesso spiazzo.- Oh, no! Che sfortuna nera! – mormorò Blue, fermandosi a guardarli con aria di sfida.- Allora, siete pronti a prendere mazzate anche questa volta? – a loro si erano uniti Acitto e Cecilia, l’ex fotografa del Torokan, di cui Blue era stato innamorato, ora fidanzata con lo stesso Acitto.- Avete ascoltato Anna dai capelli rossi per tutto il viaggio? – i quattro risero sguaiati.- Ci vediamo a Parigi – disse Isidoro La Mecca, mimando il taglio della gola con l’indice.Brown fece per scagliarsi contro di lui, ma Orange lo trattenne.- Andiamo via, ragazzi, lasciamoli perdere…I ragazzi si diressero, turbati, verso il bar, mentre i quattro giovinastri continuavano a sghignazzare dietro di loro.

 

Il pullman del Torokan giunse a Bagneux, sobborgo di Parigi alle 7:00 di una mattina dal freddo pungente per la stagione. Buona parte della squadra non aveva ancora fatto in tempo a scendere dal pullman, che risuonarono delle inquietanti grida di allarme.- I bagagli! - La mia borsa da judo!- La mia valigia!La situazione che si presentò di fronte a ragazzi ed accompagnatori fu di uno sconforto epocale. L’intero bagagliaio era stato in buona parte svuotato ed i ragazzi erano preda dello sconforto, avendo perso non solo gli effetti personali, ma anche i kimoni per la gara dell’indomani.- Ma come è possibile?- Chi può essere stato?- Ho capito… - scosse la testa Blue, dopo qualche istante… Ho capito.- Che cosa? Che cosa hai capito? - Questa notte… all’autogrill… I La Mecca… Sono stati i La Mecca! Quando noi siamo entrati tutti al bar…- Ma il bagagliaio era chiuso… come è stato possibile?Il Maestro nel frattempo prese in mano la situazione e si rivolse all’autista, un ragazzo sulla trentina, il quale negò vigorosamente di avere aperto il bagagliaio.- Che ne pensi? – Orange domandò a Blue- Non lo so… , lasciami stare, ho un diavolo per capello!Blue si allontanò dalla ragazza giusto in tempo per intravedere nello spiazzo lo stesso pullman incontrato la notte precedente nel piazzale dell’autogrill.Si voltò verso la struttura alberghiera che li avrebbe ospitati.I fratelli La Mecca stavano gustandosi la scena appoggiati al balcone.- Bastardi… - mormorò Blue – Sono nel nostro stesso albergo…Il Maestro udì la sua esclamazione e lo affiancò, fissando i balconi dell’hotel.- Ci vorrebbe Kaiser… - disse il ragazzo.Il Maestro si voltò a guardarlo con sguardo confuso.- Chi è Kaiser?Blue se ne andò senza parlare.

 

Dopo aver sistemato quel poco che potevano all’interno delle camere, e aver riposato qualche ora, i ragazzi del Torokan trascorsero l’intero pomeriggio ad acquistare il necessario per poter sopravvivere a Parigi quei due giorni. Il Maestro si fece carico delle spese per l’acquisto di tutti i judogi necessari e parte della giornata fu addirittura dedicata alla visita della città.- Peccato per questo imprevisto – disse Yellow – Avremmo potuto impiegare oggi per portare a termine il nostro piano…- C’è ancora domani – rispose Blue.- Ma domani come faremo? C’è la gara! E poi... chi ci dà la garanzia di riuscire a scovarla? – commentò Bots- Voi siete pazzi – fu il lapidario commento di Brown.- Non lo so… - insistette Blue – Ci sarà la pausa nel pomeriggio… e poi… ho come la sensazione che prima di domani ne vedremo delle belle…Nessuno rispose alla sua sibillina osservazione.Alla sera, cenarono nella stessa sala dove il Judo Club Vallette stava facendo ironicamente baldoria.I cori contro il Toro si sprecavano, aizzati dai La mecca e da Acitto e facevano rodere di rabbia il gruppo “Toro-kan”.Verso sera, nonostante la stanchezza ed il tassativo ordine di non allontanarsi, impartito dal Maestro, i ragazzi decisero di allontanarsi verso Parigi alla chetichella, per trascorrere un paio d’ore a contatto con la vita notturna della capitale parigina.Una figura solitaria però li stava osservando allontanarsi per il piazzale, nascosta nell’ombra della sua camera.Sogghignò. Aveva previsto tutto.

 

Un’ora dopo, la serratura della camera di Blue, Orange e gli altri ragazzi scattò silenziosa.Due figure vi si introdussero lentamente all’interno, facendosi luce con una piccola torcia.Non era stato difficile ottenere un duplicato delle chiavi. Il loro amico autista, che avevano pagato profumatamente per ottenere il favore del portellone, aveva sfruttato la sua conoscenza col portiere dell’albergo e li aveva aiutati ancora una volta.- Da dove cominciamo? – chiese William La Mecca- Da dove vuoi. Spacchiamo tutto a questi bastardi...! – lo incitò il fratello Isidoro.- Io comincerei da…La luce della camera si accese improvvisamente con un click, dietro di loro.Si voltarono raggelati  e la paura che provarono in quegli istanti fu risibile in confronto al momento in cui videro l’uomo incappucciato fermo sulla soglia.- Mio Dio… Kaiser…!Kaiser fece un passo avanti e si chiuse la porta alle spalle.

 

I ragazzi tornarono poco dopo mezzanotte e si infilarono di gran carriera nei letti a castello.L’indomani sarebbe stata una giornata fibrillante e loro avevano bisogno di riposo.Certo, una camerata di sei persone non era quanto Orange e Blue avevano sperato.Blue si stese nel letto di sopra e per tutta la notte tese il braccio verso Orange, le loro mani che si stringevano a metà strada.Poi tutto si tinse di una notte calma e verdastra.

 

La mattina seguente i ragazzi fecero colazione di molto presto, prima di partire per il Palazzetto.Brown, Blue, Yellow, Green e Bots si disposero in un tavolo. Sgorby rimase solitario, concentrato e pensieroso, poco più in là.L’atmosfera strana però non sfuggì a Blue.- Che cosa succede? – indicò la tavolata del Judo Club Le Vallette – Sembra che ci sia un funerale!Orange arrivò al tavolo di corsa, reggendo il vassoio della colazione, traballante tra le mani.- Avete sentito? Ve l’hanno già detto?I ragazzi risposero di no, stupiti.Orange parlava trafelata, con occhi spalancati.- I fratelli La Mecca… davvero non sapete?- No, dicci! Che aspetti?- Sono… sono caduti entrambi dalle scale esterne dell’hotel. Un volo impressionante. Hanno diverse fratture e sono stati portati all’ospedale...- I La Mecca?- E come hanno fatto?- Non ne ho idea - disse la ragazza non accennando minimamente a calmarsi - Ma non è tutto! Avete presente il nostro autista…?- Certo… - rispose Brown, incuriosito.- E’ stato aggredito... Stanotte.- Oh Gesù! Un’ecatombe - esclamò Green - E da chi?- Non si sa. E’ all’ospedale e non è in grado di parlare. Chi lo ha aggredito lo ha rivoltato bene bene, facendolo volare in lungo e in largo… Guardate! E’ arrivata la Gendarmerie…I ragazzi allungarono lo sguardo verso il fondo della sala, dove il Maestro stava rassicurando un paio di gendarmi. Per quale motivo l’autista era stato aggredito? Era da mettere in relazione con quanto accaduto ai La Mecca? E con la sparizione del loro bagaglio, la notte del viaggio?Tutto quadrava, tutto filava per Blue. Era l’unico a sapere per filo e per segno quanto fosse successo. Solo una persona poteva essersi vendicata in quel modo di chi aveva architettato la bravata teppista delle borse e di chi li aveva aiutati.Kaiser.

 

La gara ebbe inizio alle 10:00 di mattina, dopo il sorteggio.A Yellow toccò un ostico avversario ucraino.Fu un incontro appassionante, risolto sul filo di lana dal ragazzo italiano, con un sorprendente Waza-ari. Green e Blue ebbero ragione di avversari francesi, Green faticò contro un ragazzo greco, Brown sconfisse un tesserato del Judo Club Collegno, mentre Bots se la vide immediatamente con un opponente delle Vallette, vincendo il combattimento alla grande per Ippon, dopo neanche un minuto dall’inizio, scatenando le urla di gioia di Orange.Sgorby invece superò due turni. Il primo perché l’avversario polacco all’ultimo minuto non aveva ottenuto il visto di uscita dal suo paese. Il secondo perché il suo opponente sarebbe dovuto essere quell’Isidoro La Mecca che in quel momento giaceva nel suo letto di dolore in ospedale.A fine mattinata le cose stavano andando a gonfie vele.Il sorteggio delle categorie aveva fatto in modo che quasi tutti i ragazzi avessero esaurito i loro impegni per le ore 14:00.Brown aveva dominato la sua categoria, così come Green e Bots. Yellow era arrivato sorprendentemente secondo, mentre Blue era riuscito ad aggiudicarsi la sua categoria in maniera disperata. Sotto di un Waza-ari e due Yuko, era riuscito ad approfittare di un momento di distrazione dell’avversario, nettamente più forte, per immobilizzarlo a terra.Al termine del combattimento aveva incontrato gli occhi di Orange, che esultava per lui, e ancora una volta il mondo, senza che lui ci facesse più caso, era diventato verdastro.Anche gli altri tesserati del Torokan si stavano facendo onore e la lotta per la vittoria finale sembrava riguardare soltanto loro e Le Vallette.I rimanenti incontri si sarebbero tenuti nel pomeriggio, in particolare quello di Sgorby, anche se nessuno faceva molto affidamento sulle possibilità dell’amico di racimolare punto.Alle 14 in punto scattò il piano dei ragazzi, che avevano battezzato “Alla ricerca di Lio”.

 - Assolutamente No! Non transigo su questo. Siete sotto la mia responsabilità e non voglio che vi capiti nulla. Avete visto cosa è successo ai La Mecca? E all’autista? Questa città non è sicura come sembra, quindi voi non vi muoverete da questo Palazzetto!Il Maestro sembrava inamovibile dalle sue posizioni.Blue e Orange, che avevano insistito per parlargli personalmente, tentarono altre strade.- Maestro… lo facciamo per Sgorby… lui adora questa cantante. Immagini che grande sorpresa se lui… riuscisse a incontrarla…- Ho detto di No! Ci sono ancora le gare alcuni vostri compagni per cui tifare. Dove lo mettiamo lo spirito di squadra?- Ma…- Discorso chiuso! Ora possiamo uscire da questo spogliatoio? - Il tono del Maestro si era fatto più duro.A quel punto Blue, con mossa a sorpresa, chiese ad Orange se potesse gentilmente lasciarli soli.La ragazza, stupita, acconsentì, preoccupata per quanto sarebbe potuto accadere.- Maestro… - riprese Blue con umiltà.- No, ora basta con questa commedia… - il Maestro si diresse verso la porta di uscita.- Oppure preferisce che la chiami Kaiser? - disse Blue con calma.L’uomo si voltò lentamente con sguardo feroce.

 

Sgorby, con sorpresa collettiva in quel momento vinse anche il terzo combattimento, in quanto l’avversario, dopo soli tre secondi di gara, l’aveva spintonato fuori dal tatami, rimediando così una squalifica per Hansoku-Make. Orange, fino a quel momento ferma di fronte alla porta dello spogliatoio, si allontanò per festeggiare l’amico, proprio mentre all’interno, l’uomo e il ragazzo si guardavano in silenzio.

 

- Non so di cosa tu stia parlando. - disse freddamente il maestro, sostenendo e sfidando lo sguardo del ragazzo.Solo allora Blue se ne accorse. Erano gli stessi che qualche tempo prima, Kaiser, da sotto il cappuccio, gli aveva piantato in faccia all’interno del Bar dei tifosi del Toro.- Maestro… - disse umilmente Blue, sedendosi su una panca - So tutto… ho trovato il cappuccio, quel giorno, nelle sue tasche, quando arrivai prima in palestra….L’uomo incrociò le braccia dietro la schiena e attese qualche istante in silenzio.- L’avevo detto che eri un tipo che aveva fegato. Ti rendi conto della gravità delle tue affermazioni?- Sì, Maestro…- E… hai parlato con qualcuno circa i tuoi sospetti o…- Lo so solo io, Maestro…L’uomo riprese a camminare silenziosamente per lo spogliatoio.- Così suppongo che tu questa mattina abbia avuto la prova di quanto già conoscevi, vero?- Sì, Maestro - ammise timidamente Blue - Quando ho saputo dei La Mecca…- Sapevo che ieri sera sareste usciti anche senza il mio consenso… - lo interruppe il Maestro - Siete giovani, in fondo, e dovete vivere la vostra vita. Ma sapevo anche che i La Mecca non vi avrebbero lasciato stare. Mi è bastato aspettare nascosto e li ho visti entrare nella vostra camera. E’ stato lì che… Insomma, mi hai capito - disse freddamente.- E’ stato lei a prendere lo striscione dei Fighters, vero?- Certo - confessò il Maestro piantandosi nel bel mezzo dello spogliatoio - Quando ti ho visto spuntare al bar con Sgorby, ho capito che avevate trovato il nascondiglio degli striscioni e che stavate per cacciarvi in un brutto guaio. Quello striscione in mano vostra era dinamite. Lo avrei sottratto io stesso al momento opportuno, ho soltanto dovuto anticipare un po’ i tempi….- Quindi lei sapeva che i La Mecca utilizzavano quello stanzino per riporvi gli striscioni?- Certo che lo sapevo, ingenui che erano. Così potevo tenerli sotto controllo. E ingenuo sono stato anche io a non prevedere che sareste prima o poi stati attratti da quell’armadio - fece una pausa tossicchiando - Tra l’altro vi faccio i miei complimenti. Ho saputo che avete sostituito i loro striscioni con degli altri. Molto bene.Il tono dell’uomo era severo ma asciutto.Blue tentennò, poi si fece avanti.- Maestro... Perché, se posso permettermi? Perché questo travestimento? Come mai nasconde il suo tifo?Il Maestro si girò verso il muro e sospirò leggermente.- Io odio la Juventus, ragazzo. E amo il Toro, ahimè, è una cosa innata Ma so anche che questo calcio un giorno ci ucciderà e ci farà star male. Per questo cerco di tenervi lontani… con scarsi risultati, a quanto vedo – rifletté in silenzio, guardandosi la punta delle scarpe.Ora vai, presto! - esclamò assumendo un tono aggressivo - Andate dalla vostra Lio, ma se uno di voi torna con un solo graffio, ti assicuro che non te la vedrai né col Maestro, né con Kaiser, ma con entrambi! Sono stato chiaro? E ti conviene tenere la bocca chiusa…- Ci può giurare, Dottore… Ehm, Maestro…Blue incespicò sulle parole, poi corse dagli amici.

 

- Ve l’avevo detto, questa è un’emerita cavolata… - commentò Brown spazientito.- E si sta facendo tardi. A quest’ora staranno per cominciare le finali… - aggiunse Bots guardandosi attorno.- Eppure le informazioni che mi avevano dato erano certe…! Oggi Lio avrebbe registrato agli studi della casa discografica… - si giustificò Yellow.- Ma chi ha telefonato? Tu? Con la tua voce? Avranno pensato a uno scherzo della Disney…Da qualche ora Brown, Orange, Blue, Bots e Yellow stazionavano nel piazzale deserto prospiciente gli Studi di registrazione di Lio, i ragazzi con ancora addosso il kimono utilizzato in mattinata.Il loro piano, che avevano studiato da tempo, prevedeva che avvicinassero l’avvenente ragazza e tentassero disperatamente di convincerla a raggiungere il Palazzetto di Bagneux, per farle conoscere Sgorby.Un’impresa che aveva le stesse possibilità di riuscita di centrare la Luna lanciando uno spillo verso il cielo.Il pomeriggio, iniziato con lo stupore degli amici per il fatto che Blue fosse riuscito ad ottenere il permesso dal Maestro, si era trascinato stanco nella distesa di cemento, fino al momento inevitabile del ritorno al Palazzetto, dove Green aveva preferito rimanere per tenere sotto controllo la situazione judoistica.- Io direi che possiamo tornare alla Metro…- Sì, prima che il maestro faccia una carneficina- Un momento! Guardate là! Quel cancello! – indicò Yellow.Un cancello elettrico scuro si stava aprendo lentamente, rivelando alla vista una Mercedes nera, con due uomini dagli occhiali scuri ai posti anteriori e una giovane ragazza, anch’essa con occhiali da sole sul sedile posteriore.- Guardate! E’ lei! E’ Lio!!! Presto, fermiamola!I ragazzi si gettarono al galoppo verso la Mercedes, ma la macchina sgusciò via come un razzo, attraversò il posteggio e si infilò nel viale adiacente, rallentata dal traffico intenso.- Oh no! L’abbiamo persa! – fece Orange con una smorfia di dispiacere.- Non è detto! – esclamò Blue, indicando la fermata dei Taxi poco distante – Forse siamo ancora in tempo…- Ma siamo in 5…!- E chi se ne frega?- Presto, corriamo…!I ragazzi corsero sghignazzando e si gettarono all’interno del primo taxi disponibile, una vecchia Peugeot 504. Il conducente, di origine algerina, che doveva averne viste già tante, quando li vide in 5 e per giunta in abiti da Judo, si limitò ad alzare le spalle.- Insegua quella macchina, presto…- Per piacere…!Ma l’uomo sembrò non capire una parola di quanto i ragazzi gli stessero comunicando.- Ehm… Yellow, tu hai parlato con la Casa discografica, no? Spiegaglielo tu in francese…- Ma io ho parlato in inglese…- Oh merda secca!- That car… - provò Brown, senza risultato, indicando la Mercedes che si stava inesorabilmente allontanando nel traffico.Alla fine Brown esplose in un linguaggio universale.- Dì, falabrac d’n berlicaciuende! Bugia 'l cul e va darera a ‘sta macchina, Giuda bastard!Il conducente, come folgorato, comprese e lanciò la 504 scricchiolante all’inseguimento della Mercedes di Lio.

 

La massa abnorme di Bots viaggiava comoda sul sedile accanto al conducente, indicandogli la direzione da seguire, ma sul sedile posteriore i quattro ragazzi vedevano l’inferno ad ogni sobbalzo.- A la gauche! A la droite! Oui, oui Je suis Anatolle de Paris! – schiamazzava Bots, mentre la vettura della giovincella si allontanava dal centro.- Dobbiamo riuscire a fermarla…Ma come? - mormorò Blue.dopo una decina di minuti di curve e ruote che fischiavano.- Tra l’altro… dove stiamo finendo? Mi sembra… Ma qui siamo a Bagneux! – esclamò Orange.Era vero. La Mercedes di Lio stava percorrendo sorprendentemente strade a loro conosciute.- Quello… quello è il nostro Palazzetto!- disse Yellow sbiancando, e diventando così meno giallo.La Mercedes infilò il piazzale del parcheggio, si inserì tra due file di macchine e si arrestò.Dopo un istante ne discese Lio.I ragazzi si guardarono sbigottiti con un terribile presentimento.

 

Pagarono il tassista con quello che avevano e si gettarono di corsa verso gli ingressi.- Cosa cavolo è venuta a fare qui…?- Non lo so… Non ci capisco più un accidente…- ansimò Blue.Non fecero in tempo ad entrare.Green li attendeva sulla porta e quando li vide si lanciò verso di loro.- Dove eravate finiti? Sono due ore che vi aspetto! Venite dentro, presto!- Ma che succede? C’è Lio che…- Non me ne frega niente di Lio! – sbottò il ragazzo – Manca soltanto una finale e Torokan e Vallette sono alla pari, capite? Pari punti. Chi vince questa finale porta a casa il trofeo!- Oh mio Dio! – esclamò Orange – E chi c’è in finale?- Sgorby – rispose secco Green – l’avversario che avrebbe dovuto affrontare in semifinale si è suicidato per motivi personali. Così ora Sgorby è finalista…Green si fermò, fermando la loro corsa e li fissò.Con sguardo serio aggiunse – Ragazzi… è in finale con Acitto… - aggiunse - Non c’è nulla da fare. Lo sconforto calò su di loro.

 

Poco prima che la Finalissima avesse inizio, le tribune del Palazzetto si riempirono di pubblico.I ragazzi si piazzarono con il Maestro accanto al tatami e cominciarono ad incitare a gran voce Sgorby, che si guardava intorno spaurito.- Mi chiedo che fine abbia fatto Lio e perché sia venuta qui… - disse Orange scrutando le tribune con lo sguardo.Blue sospirò – Io ho una mezza idea… ma è talmente spaventosa che…Non c’era più tempo. L’arbitro diede il segnale di inizio del combattimento.

 

Acitto si lanciò verso Sgorby di gran carriera ma…Ma proprio in quel momento una ragazza con i capelli scuri legati sopra la testa, lo sguardo sbarazzino, minigonna vertiginosa e tacchi a spillo, fece il suo ingresso nel Palazzetto, piazzandosi proprio vicino al tatami.Improvvisamente i suoni divennero mormorii di stupore.Era Lio.

 

I contendenti si fermarono e Lio fece l’occhiolino a Sgorby.Acitto si fermò a bocca aperta, vedendo l’avvenente cantante, cosa che scatenò una smorfia di disappunto sul volto di Cecilia, la sua ragazza.Sgorby si voltò con sguardo carico di furore.Approfittando del fatto che Acitto fosse ancora fermo a bocca aperta, si lanciò verso di lui e lo atterrò, seppur goffamente.- Koka! – esclamò l’arbitro. Era la valutazione minima di vantaggio.Sgorby, mentre l’avversario era ancora sorpreso, gli si piazzò sopra, immobilizzandolo.- Osaekomi! – esclamò l’arbitro, puntando il braccio ad indicare l’immobilizzazione dell’avversario.Partì il cronometro.- Tienilo giù, Sgorby! I ragazzi cominciarono a gridare, saltando per la gioia.- Tienilo giù! – gridarono tutti.- Forza, ancora dieci secondi – urlò il Maestro, che non stava più nella pelle.Solo a quel punto Acitto si rese conto della situazione. Con un colpo di reni tentò rabbiosamente di liberarsi dalla presa.Sgorby fu sul punto di vacillare.- Forza Sgorby, tieni duro!!!- 5 secondi Sgorby!Un ultimo colpo di reni.Poi il gong.- Ippon, soremade! – annunciò l’arbitro.Sgorby aveva vinto.Il Torokan aveva vinto.I ragazzi urlarono di gioia come nella loro vita avevano fatto solo per il Toro, e tutti corsero ad abbracciare il Maestro, visibilmente commosso.Sgorby si alzò e corse da Lio.- Mon amour, Je t’aime – disse lei, baciandolo appassionatamente.I ragazzi del Gruppo Toro-kan, che avevano avuto la gioia di condividere quel tempo della loro vita, esplosero in un fragoroso applauso e a loro si unì tutto il Palazzetto, mentre Acitto e Cecilia abbandonavano la scena furenti.- Chi l’avrebbe mai detto? – disse Blue ad Orange, indicando Sgorby - …Era tutto vero!Orange non disse nulla e lo baciò sul per la prima volta. Mentre il mondo diventava verde.

 

Epilogo? – 1-07-1981 curva Filadelfia, Stadio Comunale.Mark Knopfler era alle prese con l’assolo finale di Sultans of Swing. La folla, radunata nella curva Filadelfia, saltava, non per un gol della juve, tipico di quel luogo nefasto, ma per le emozioni del concerto.Tutti i ragazzi del Gruppo Toro-kan, tranne Sgorby, partito per una vacanza di amore e soprattutto altro con la sua Lio, si erano recati insieme al concerto dei Dire Straits, ed ora erano lì, poco sotto il tabellone, dove dominavano il palco montato verso la curva.Quella sera tutto era piacevolmente verde per Blue, che era passato a prendere Orange e l’aveva condotta al concerto mano nella mano.Non aveva più paura di quel colore e si sentiva pronto per cominciare un capitolo nuovo della sua vita.La confusione degli amici e della folla però, gliel’avevano fatta perdere di vista.Dov’era finita Orange? Qualche scalino sotto o più in là, sulla destra?Sarebbe riuscito a stare un po’ con lei quella sera, finalmente? Avrebbe avuto una spiegazione per quel colore verdastro che si inzuppava della sua esistenza?Lei sarebbe partita per le vacanze il giorno dopo… si disse che ci sarebbe comunque stato tempo per loro due.E mentre le luci del concerto scintillavano già d’estate, si chiese se dopo le vacanze l’avrebbe ancora vista e ringraziò silenziosamente tutti i suoi amici, che gli avevano permesso di vivere quello che sarebbe stato uno dei periodi più belli della sua vita.

 

Isidoro La Mecca è stato eletto in Parlamento nelle elezioni del 2006, per poi cambiare schieramento in quelle del 2008. Ha 4 avvisi di garanzia alle spalle e recentemente il suo nome è stato associato allo scandalo delle mense per bimbi con cibo avariato.Si sta attivamente impegnando in una campagna contro i magistrati , a favore della libertà e contro la persecuzione giudiziaria.

 

William La Mecca si occupa di edilizia e sarà parte attiva nelle opere dell’Expo milanese, benché il suo nome sia stato in passato associato a operazioni di riciclaggio.Ha acquistato recentemente uno yacht che ha battezzato semplicemente “La Mecca”.Sulla fiancata compaiono però per errore ben tre “C”.

 

Cecilia ha abbandonato presto gli studi, per seguire Acitto, lasciato però dopo pochi anni per il fatto che lui non riuscisse a “sfondare” a livello internazionale.Lei, l’esperta.E’ passata di storia in storia frequentando gli ambienti in che facessero per lei, fin quando, nel 1997 è entrata in un processo di disintossicazione dalla cocaina.Vive con la figlia, avuta da una relazione passeggera. Ora gestiscono entrambe un negozio di acconciature in periferia, e fanno gli shampi (o shampos).

 

Acitto lavora come capolinea in una fabbrica della cintura torinese.Ha smesso di praticare judo a metà degli anni ’80, e ha l’hobby della Pesca. Ogni annosi reca a Vauda Canadese, dove si tiene la sagra della pesca ripiena, meravigliandosi ogni volta del fatto che non ci siano pesci.E’ sposato con due figli e vive cercando di non pensare alla cassa integrazione, alla quale è soggetto a rotazione. Guarda la cjuve su Sky.

 

Green è diventato il direttore di una emittente locale, facendo una lunga trafila.Sposato con due figlie, la sua attività è stata recentemente messa in seria difficoltà dalla recente Legge che regola l’emittenza radiotelevisiva.

 

Yellow si è laureato in ingegneria e nel 2000 ha finalmente deciso di sottoporsi ad un delicato intervento chirurgico che potesse correggergli il timbro della voce.Per qualche strana combinazione del destino, riesce soltanto più a parlare in tedesco.E’ in lista di attesa per sottoporsi a una nuova operazione che gli permetta di tornare a parlare come Paperino, o al limite in un’altra lingua, tipo lo spagnolo.

 

Bots è diventato impiegato di banca.Con gli anni è diventato appassionato di auto sportive, ma la sua mole (è alto 2 metri e 10) gli ha spesso impedito di poter accedere agli abitacoli delle vetture da lui desiderate.Ha partecipato ad un rally per vetture amatoriali, uscendo di strada dopo poche curve con la sua Lancia Fulvia coupè, danneggiandola quel tanto che bastava per farlo desistere dalle competizioni.Oggi è appassionato di tecnologia, non si è sposato, e spesso ricorda gli amici del gruppo “Toro-kan” e le vicende della gita a Parigi, struggendosi nella nostalgia per gli anni che se ne sono andati in un soffio.

 

Brown ha seguito le occupazioni più disparate, militando a lungo nel mondo della politica radicale, per poi uscirne disgustato. Ha amato una donna che ha inseguito in tutto il mondo, perdendola definitivamente sulle coste del Brasile. Si è poi sposato, ha avuto una figlia, ma la coppia ha divorziato alla fine degli anni ’90. Ha composto fumetti di una certa notorietà e ha scritto la sceneggiatura per le strisce di un personaggio che ha chiamato “Sgorby”.E’ diventato Dj quasi per caso. Ora conduce, con un altro nome, un popolare programma radiofonico, che gli ha portato finalmente fama e denaro, smorzando la sua innata rabbia.

 

Il Maestro ha più di 80 anni.Alla fine degli anni ’90 ha dovuto chiudere la sua palestra, l’amato Toro-Kan, in seguito alle previste ristrutturazioni dello stadio Comunale, trasferendo il dojo in una struttura poco fuori Torino.Non ha mai smesso di seguire il Toro, e spesso è ancora andato allo stadio incappucciato, ma non si riconosce più in quella che era la tifoseria dei suoi tempi, e preferisce gironzolare nei pressi della curva Filadelfia, oggi Primavera, quando ci sono le partite.I tifosi avversari sono intimoriti a morte dal suo cappuccio, ma se potessero vederne gli occhi, catturerebbero la sua tristezza, nel riguardare le vetrate all’interno delle quali ha trascorso la parte più importante della sua vita.

 

Lio raggiunse il primo posto della Hit Parade italiana con Amoureux solitaire il 20-06-1981.Quella notte festeggiò con Sgorby, fino quasi a ridurlo in poltiglia.

 

Sgorby ha abbandonato il suo nomignolo, ora tutti lo chiamano Stefano.Nel 1990 ha sposato Lio a Notre Dame, di fronte a tutti gli amici giunti di proposito dall’Italia.Ora vivono nei pressi di Rennes Le Chateau, si amano e hanno avuto, appunto, sei figli.

 

Orange non incontrò Blue quella sera dopo il concerto, come avrebbe tanto desiderato. Partì per le vacanze il giorno seguente in un’epoca in cui non c’erano i telefonini. Tentò un paio di volte di contattare il suo amico del cuore senza successo, ma lo pensò per quasi tutta l’estate. Verso la fine della stagione, però, si invaghì di un ragazzino con il quale ebbe una breve storia. Durante un giro sulla sua moto, disgraziatamente, la coppia scivolò fuori strada.Orange si ruppe la gamba in due punti e dovette a lungo rimanere immobilizzata. Abbandonò il judo e, nonostante i buoni propositi, anche i contatti con Blue, ferito quando lei gli confessò della sua storiella al mare.Si è sposta nel 1995, ha una figlia e si è separata dal marito nel 2000.Oggi lavora come igienista dentale nei pressi dello stadio Olimpico, meglio noto come Comunale.

 

Blue è diventato critico musicale per un giornale nazionale.Quando seppe che Orange aveva avuto una storia al mare, ne fu profondamente ferito, ma, nonostante tutti gli sforzi fatti per odiarla, non è stato mai completamente capace di dimenticare la sensazione di quell’amore non sbocciato.Ha convissuto per sette anni con una donna ed ha cambiato molti lavori, mantenendosi sempre nel campo dell’editoria.Non crede più all’amore, è single e crede che resterà tale per il resto dei suoi giorni.Non ha mai più visto la piacevole patina verdastra scendergli sugli occhi.

 

Epilogo - Novembre 2009E’ la terza volta che Marco e Alessandra si incontrano a quella fermata.La prima volta è stato per caso, ma lui non ha avuto il coraggio di chiederle se gli occhi luminosi di quella signora nascondessero i puntini neri luminosi di un tempo.Adesso fingono di incontrarsi per caso anche se la vita li ha portati ad incrociare gli orari dei propri impegni.- Credevo non ti ricordassi più di me… davvero mi hai riconosciuto subito?- Sei uguale ad allora… a parte qualche chiletto in più…- …e qualche migliaio di capelli in meno – ridacchia lui, pensando che lei in fondo non sia cambiata per nulla.Camminano lungo la strada raccontandosi le proprie vite, le poche gioie, allusioni e fallimenti.- Ricordi il concerto dei Dire Sraits?Lei sorride… - Mio figlio ha dodici anni. Ho provato a fargli sentire qualcosa, ma credo proprio che gli anni siano passati…- Ho la macchina da queste parti... tu cosa fai?- Io prendo ancora l’autobus… non ho mai perso le vecchie abitudini – dice lei.Rimangono un po’ l’uno di fronte all’altro, poi scoppiano in una risata comprensiva e affettuosa.- Non abbiamo mai azzeccato i tempi – mormora lui…- Vedi… Forse, se tu quel giorno mi avessi baciata, invece di scappare via col tram, forse ora non saresti qui. E… nemmeno io…E’ solo un istante.Ma una patina leggera scende di fronte ai loro occhi, un verde scuro che li fa sobbalzare di ricordi.Il pullman in arrivo attende di affrontare l’incrocio, stoppato da un rosso in scadenza.- Ci rivedremo ancora?- le chiede, diventando teso e forse ansioso – Ora conosciamo i nostri orari… e…Il pullman arriva e apre le porte, lei gli sorride ed in quel momento la patina di verdastro diventa più densa per entrambi.- Cos’era il verde? – le chiede lui attraverso le porte aperte?Lei sgrana gli occhi, finge di non capire, anche se ha compreso benissimo.- Lo vedi anche tu, vero? – aggiunge lui – spostandosi più vicino al pullman e parlandole attraverso la gente che sta salendo a bordo.- Era il colore… era il colore dell’amore o quello del rimpianto?Le sue parole sono un silenziatore per tutti i discorsi del pullman.Lei vorrebbe rispondergli e cerca di farsi largo tra la gente e la patina verdastra, ma il pullman chiude le porte.Lei appoggia una mano sul vetro e lo guarda attraverso di esso.- Forse tutti e due – sembra voler dire – forse tutti e due.Il pullman se ne va e lui lo guarda sbuffare via, mentre il verdastro si attenua e quasi sembra separarsi nei due colori che lo compongono, che un tempo si chiamavano Blue e Orange.

 

FINE

 

Questo racconto è dedicato al “Judo Kodokan Torino”, che svolse realmente per decenni la propria attività sportiva all’interno della Filadelfia, e a tutte le persone che nel corso degli anni contribuirono a farlo grande, sotto l’appassionata guida del Maestro Mario Brucoli, al quale va il mio più caro saluto.

 

I link del racconto:

Amoureux Solitarie – Lio

Amicalement votre – Lio

Les brunes comptent pas pour des prunes - Lio (non è citata nel racconto, ma vale la pena per dare un’occhiata alla Lio venticinquenne)

Anna dai capelli rossi – I ragazzi dai capelli rossi

Woman in love – Barbra Streisand

Enola gay – O.M.D.

Sarà perché ti amo – Ricchi e Poveri

Maledetta primavera – Loretta Goggi

Per Elisa - Alice

Gioca Jouer – Claudio Cecchetto

Johnny and Mary – Robert Palmer

Tunnel of love – Dire Straits

Romeo and Juliet – Dire Straits

Semplice - Gianni Togni

 

Mauro Saglietti

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