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mondo granata
Concludiamo questa settimana il nostro viaggio tra le "Istantanee estate", che, lungo tutto Agosto, ci ha condotto nel mondo dei racconti scritti da tifosi e amici granata.
Concludiamo alla grande, dicevo, con questo splendido racconto di Silvia Lachello. Silvia ha un talento naturale per scrivere di Toro e dintorni. Sono convinto che i riscontri positivi di questa "Istantanea" la convinceranno a proseguire per questa strada.
Noi ci rivediamo venerdì prossimo. Ciao! Mauro.
UNA VITA
di Silvia Lachello
23 febbraio 1943, martedì
Caro diario, oggi compio sette anni. La zia mi ha regalato questo quaderno, mi ha detto di scrivere i miei pensieri. Io penso che la guerra sia brutta. La sera ascoltiamo la radio. C’è un suono di tamburo e poi sentiamo una radio che viene da Londra. Londra! In Inghilterra! Chissà se andrò mai a Londra. Alla radio si parla della guerra ma io non riesco a capire di che cosa si tratta. Forse è come quando i tifosi della squadra di pallone del mio paese aspettano i tifosi della squadra di pallone del paese vicino: litigano e si fanno i dispetti. Mia mamma dice che esagerano, mio papà invece gioca al pallone nella squadra del mio paese e quindi non litiga. Mio papà gioca al pallone la domenica ma durante la settimana fa l’agricoltore. La domenica vado a messa con la mamma e poi a vedere il papà che gioca a pallone. Mio papà è tifoso del Torino. Lo sai che il Torino è la squadra più forte del mondo? La mamma mi ha promesso che quando finirà la guerra se sarò brava mi porterà a vedere una partita del Torino. Guerra, finisci presto!
30 aprile 1944, domenica Caro Diario, oggi c’è stato un bombardamento. Pippetto* ci ha avvertiti e siamo scappati. Anzi no: sono scappati tutti dimenticandosi di me. Mamma e papà continuano a chiedermi scusa, mi dicono che si sono accorti che non ero sul carro quando erano già troppo lontani. Ho solo avuto paura, mi sono sentita sola, ma gli voglio bene lo stesso. Quando arriva Pippetto c’è sempre confusione: a volte qualcuno rimane indietro. Non sono andata in cantina: c’è troppo buio laggiù. Ho abbracciato forte la mia bambola e mi sono accovacciata sotto al portico. Ho pianto tanto ma non troppo: la mamma continua a promettere che se sto brava mi porterà a vedere il Torino. Allora io sono stata brava. Ma il Torino non gioca: lo sai, c’è la guerra. Finirà?
* Aereo degli alleati che avvertiva la popolazione di imminenti bombardamenti, familiarmente chiamato Pippetto.
25 aprile 1945, mercoledì Caro Diario, ho sentito festeggiare per le vie del paese. La guerra è finita!, gridano uomini e donne. C’è festa ma sento che alcuni grandi sono preoccupati, dicono che non è ancora finita. Un signore ha detto che ora bisogna ricostruire le case, un altro ha detto di avere paura. Io questa guerra non l’ho ancora capita. So che dovrei essere felice ma non capisco perché c’è anche tanta tristezza. Io torno a giocare con la mia bambola.
30 luglio 1945, lunedì Caro Diario, i muri del paese sono tappezzati da manifesti: il Torino giocherà qui! Non tutta la squadra, solo alcuni giocatori. Papà mi ha detto che ci sarà Valentino Mazzola! Lui dice che Mazzola è il giocatore più forte del mondo! Questi giocatori insieme con alcuni giocatori della squadra del mio paese sfideranno le squadre di altri tre paesi qui vicini. Mamma dice che si sfideranno in un quadrato… forse la parola giusta è ‘quadrangolare’ ma io non capisco: il campo del pallone è un rettangolo! Comunque è come se fosse primavera: siamo tutti più felici!
1 agosto 1945, mercoledì Caro diario, i giocatori del Torino sono arrivati in paese: che festa! Ossola è ospite di alcuni suoi zii che sono sfollati qui, Gabetto starà nella locanda con Mazzola. Sai che Mazzola aveva i sandali rotti? Il calzolaio glieli ha aggiustati e lui era felice. Domani ci sarà la prima partita: mamma ha detto che mi porterà al campo sportivo!
2 agosto 1945, giovedì Caro diario, papà ha giocato benissimo, Gabetto gli ha fatto i complimenti. Nel primo tempo il Torino era sotto di due reti. Un signore dalla tribunetta ha urlato: “Allora, Mazzola?” Il Capitano, mamma lo chiama così, gli ha fatto segno di stare tranquillo. Poco dopo è successo di tutto: il Torino ha iniziato a correre veloce ed ha conquistato la vittoria. Che bello! Io non capisco molto di calcio ma mi piace il gioco del pallone, mi piace il suono dei piedi contro la palla, mi piace sentire i giocatori che si chiamano sul campo mentre corrono e mi piace vedere che tutti sono felici. Adesso ho capito che cosa non mi piaceva della guerra: la paura e la tristezza. Oggi, invece, erano tutti felici. Sono contenta di tifare Torino: il Torino unisce e porta il sorriso sul volto di tutti. Certo che papà e Gabetto sono proprio buffi con quei capelli lisci e lucidi! Però vedessi come corrono veloci…
5 agosto 1945, domenica Caro Diario, oggi c’è stata la finale del quadrangolare: abbiamo vinto! Ha vinto il mio paese, ha vinto il Torino! Mamma è andata a vedere la finale in città. Ci è andata in bicicletta: è una Baloncina e corre veloce. Però la mamma ha detto che la strada era proprio lunga. Quelli del paese vicino hanno tirato un brutto scherzo: hanno messo dei chiodi sulla strada per impedire ai miei compaesani di arrivare in città. Per fortuna qualcuno ha fatto la spia e nessuno ha bucato le ruote. Io sono rimasta a casa con i miei nonni. Papà è arrivato dopo la mamma: era stanco ma felice ed era bello, non un capello fuori posto. A me piacciono i capelli di Mazzola: quando sarò grande sposerò un uomo con i capelli ricci. Sai, la mamma mi ha detto che i giocatori del Torino sono stati pagati per fare questo quadrangolare. Hanno ricevuto un sacco di farina bianca a testa, qualche salame e l’ospitalità. Io pensavo che fossero venuti qui solo per giocare al pallone ma la mamma mi ha spiegato che anche loro hanno fame, che la guerra ha colpito anche loro. La guerra continua a non piacermi.
20 gennaio 1946, domenica Caro Diario, se tu sapessi! Sono stata brava a scuola e mamma ha mantenuto la promessa: mi ha portato a Torino a vedere la partita! Il Torino ha giocato contro la giu***tus ed ha vinto uno a zero, ha segnato Gabetto, mi sembrava di vedere mio papà in campo. Che bella giornata! Finalmente!
14 aprile 1946, domenica Caro Diario, abbiamo vinto lo scudetto!
6 luglio 1947, domenica Caro Diario, il Torino è di nuovo Campione d’Italia!
27 giugno 1948, domenica Caro Diario, ancora una volta abbiamo vinto lo scudetto! Il campionato non è ancora finito, domenica prossima ci saranno le ultime partite ma il Torino osserverà un turno di riposo. Ma abbiamo così tanti punti in più delle altre squadre che… insomma: io sto crescendo ed il Torino è sempre più forte!
5 maggio 1949, giovedì Caro diario, la professoressa di matematica questa mattina è entrata in classe con una pila di giornali. Ho capito subito che doveva essere successo qualcosa di terribile: era pallida, aveva gli occhi segnati. Ragazze, ci ha detto, oggi non facciamo lezione, è accaduta una tragedia. E ci ha mostrato la prima pagina di un giornale. IL GRANDE TORINO È MORTO, c’era scritto. Non ricordo molto altro. Ho un dolore insopportabile dentro e non ho tanta voglia di parlare e di scrivere. Credo che non sarò mai più felice, mai più.
8 aprile 1961, sabato Caro Diario, ti ricordi ancora di me? Non ho più scritto nulla da quel giorno di maggio, quel giorno in cui mi fu rubata l’infanzia. Sono ancora tifosa del Toro, è davvero un grande Amore. E domani, domani andrò all’altare. Domani mi sposo: lui ha i capelli ricci, è bello ed è davvero speciale. Andremo ad abitare a Torino, dalla terrazza del nostro nido d’amore si vede il campo del Filadelfia. Soprattutto sarò felice: lui è la mia metà.
17 maggio 1976, lunedì Caro Diario, ieri il Toro ha vinto lo scudetto. Tu sai che cosa significa: il recupero dell’infanzia. E mentre festeggio con mio marito ed i miei figli… sì, penso che avere quarant’anni sia stupendo.
(data sconosciuta, molto in là nel futuro) Caro Diario, faccio sempre più fatica a scrivere e la vista non mi aiuta. È giunto il momento di salutarti. Sono sempre granata, la sarò anche quando non ci sarò più. Ho tenuto il Toro per mano e lui ha tenuto per mano me per tutta la vita, in mezzo a non sai quante tempeste. In questi ultimi anni abbiamo vinto quattro scudetti sul campo, ci hanno restituito quello revocato nel 1927, abbiamo la stella sulla maglia vicino al torello. E poi abbiamo vinto tante coppe, quante! Ho finalmente girato l’Europa, sono stata anche a Londra. Abbiamo umiliato i gobbi in più occasioni e strappato anche i loro applausi. Posso chiudere gli occhi serenamente. Ho avuto una vita lunga, ho visto tante cose, i miei figli sono invecchiati ma stanno bene, i miei nipoti sono in giro per il mondo a realizzare i loro sogni. Ho avuto tutto. Ciao, caro Diario. Un'ultima cosa: sempre forza Toro.
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