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- Redazione TORONEWS
Parlando a Bressanone dopo l’incolore prestazione del Torino in amichevole contro l’Al Fateh, Urbano Cairo ha rinforzato ancora una volta l’impressione che Andrea Belotti non sia mai stato così vicino alla decisione di lasciare il Torino. Il presidente ha detto a chiare lettere di aver fatto il massimo possibile per trattenere il giocatore formulando una proposta di rinnovo del contratto (qui i dettagli). Il patron Cairo poi ha affermato di non avere ancora ricevuto una risposta in merito; infine, ha fatto capire di aver ricevuto eccome offerte più o meno concrete per Belotti, pur evitando ovviamente di scendere nei dettagli.
LO SCENARIO - Solo il fatto che Belotti alla fine di luglio non abbia ancora accettato il rinnovo fa capire che la prospettiva di una sua partenza entro il 31 agosto sia quantomai concreta, perché è la prova che si sta guardando intorno per capire se all’orizzonte ci sono possibilità di fare un salto di qualità professionale. Possibilità che potrebbero materializzarsi a breve: in Italia c’è la Roma interessata, che però al momento ha sempre Dzeko e Borja Mayoral. Si fa largo, allora, l’ipotesi Siviglia, che in Spagna è ventilata da più parti. Il direttore sportivo Monchi, vecchia conoscenza del calcio italiano, sta cercando un attaccante da consegnare a Julen Lopetegui. Ha trattato in precedenza Joselu dell’Alaves, ma non ha trovato un accordo. E ora può spostare il mirino su Belotti: difficile pensare che il Gallo rimarrebbe insensibile a una eventuale offerta di una squadra che giocherà la Champions ed ha vinto l’Europa League quattro volte negli ultimi otto anni.
SERVE UNA RISPOSTA - Tornando in casa Toro, è evidente che il nodo sia da dirimere il prima possibile. La presenza o meno di Belotti cambia molto; di fatto il Torino non sa ancora che squadra fare. Altrettanto evidente è il fatto che, come osservato settimane fa, ci sia bisogno di preparare un Piano B senza Belotti. Intanto, il rientro del Gallo a Torino per ora è previsto per il 2 agosto. Sono i giorni in cui si decide il futuro di uno dei simboli più veri del Torino negli ultimi trent’anni.
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