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"La notizia del giorno è Alex Berenguer al Torino. Il club granata, lavorando sottotraccia, ha sfilato al Napoli un giocatore che lo stesso Aurelio De Laurentiis aveva praticamente annunciato nella giornata di ieri. Ma che acquisto è Berenguer? Per conoscere meglio il nuovo giocatore del Torino, che ha già salutato l'Osasuna in conferenza stampa, TN ha il piacere di accogliere sulle sue colonne il parere di Stefano Borghi. Il telecronista di punta di Fox Sports Italia (il canale dei top player europei, sul canale 204 di Sky, che da agosto ripartirà con le dirette di Liga, Bundesliga ed Eredivisie), collega tra i più competenti in Italia sul calcio spagnolo e sudamericano, parla così del neo-granata di Spagna.
"Buongiorno Stefano. Chi è Alex Berenguer?
"E' un giocatore giovane che nella sua prima stagione in Liga ha dato delle buone sensazioni. C'è da rapportare tutto al fatto che è stata appunto la prima annata nel massimo campionato spagnolo, affrontata in una squadra di basso livello (l'Osasuna è infatti retrocesso con soli 22 punti raccolti in 38 partite, ndr) e nel campionato più difficile del mondo. Nella totale confusione dei navarri, lui è stato insieme a Sergio Leon (attaccante da poco trasferitosi al Betis Siviglia, ndr) il giocatore che si è espresso meglio".
Che tipo di giocatore è?
"E' un esterno offensivo con qualità intriganti: esplosivo, elettrico, dinamico, veloce palla al piede. Molto buono il livello tecnico. Destro di piede, gioca a sinistra prevalentemente, nell'ultimo periodo lo ho visto anche migliorato con il piede meno forte, il mancino. E' cresciuto, nell'ultimo periodo. La stagione difficile dell'Osasuna lo ha portato a ricoprire altri ruoli: esterno basso, esterno alto a destra... gli è stata chiesta polivalenza e si è sempre fatto trovare pronto. Ritengo sia un profilo interessante. Certo, ha dato dei riscontri a questo tipo di livello. Ora va al Torino, una squadra che lotterà per le posizioni europee: gli si chiede un passo avanti, di crescere ancora di più. Vediamo che succede".
Il Toro, per centrare l'Europa, avrà bisogno di giocatori pronti e non solo di scommesse. Berenguer, a tuo parere, in quale delle due categorie rientra?
"E' possibile possa diventare una certezza per il Torino. Non credo che sia stato preso a caso, ma nemmeno gli si può chiedere, a mio avviso, di fare la differenza da subito. Certamente nell'economia della costruzione di una squadra che deve lottare per le posizioni europee è un innesto intelligente. Inoltre, quello degli esterni offensivi era il settore più sguarnito, avendo Mihajlovic in testa - come pare di capire - di costruire la squadra sulla base del 4-2-3-1. Ljajic viene pensato più trequartista centrale, dunque come attaccanti esterni rimanevano solo Boyè e Falque. Il suo arrivo porta una concorrenza interessante. Il Torino fino a maggio in quel ruolo aveva Iturbe: Berenguer ha più stimoli e più freschezza. Detto ciò, credo che però il Toro debba pensare anche a inserire qualche tassello più pronto e più svezzato nell'immediato, se vuole perseguire l'obiettivo europeo".
Domanda secca: Berenguer può diventare più forte di Iago Falque?
"Questo nessuno può dirlo. Sono due giocatori con storie diverse. Iago Falque era un fenomeno celebrato. Una promessa sbandierata, che poi ha avuto qualche difficoltà: per fortuna si è ritrovato in tempo, e oggi è un esterno di alto livello per il campionato italiano. Io i paragoni li detesto e possono fare solo male ad un giocatore che affronterà la sua prima annata in un campionato nuovo. Sicuramente Berenguer qualche punto in comune con Iago Falque ce l'ha. Ma è pur sempre un innesto di prospettiva a cui andrà dato il tempo di ambientarsi. Sicuramente in questo lo può aiutare Sirigu, che ha giocato con lui negli ultimi sei mesi. E in ogni caso il fatto che su di lui ci fossero anche Napoli e Athletic Bilbao non può che essere testimonianza del fatto che il giocatore le qualità le abbia".
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