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Cairo e l’attaccante: solo alle condizioni imposte dal Torino. No a nomi dell’ultimo minuto…

Federico Lanza

Calciomercato / Cairo fa la voce grossa anche sul mercato in entrato: arriverà un attaccante giovane, esperto della Serie A e in linea con i paramentri economici stabiliti

Urbano Cairo, negli anni passati, ha abituato i tifosi con promesse e dichiarazioni che, puntualmente, sono state smetite dai fatti. Negli ultimi 4 anni - che guarda caso coincidono con l'arrivo di Giampiero Ventura a Torino - la società granata ha intrapreso invece un cammino differente: il Torino ha abbracciato una nuova politica gestionale e finanziaria, riuscendo a collegare armoniosamente investimenti quasi sempre intelligenti a notevoli risultati sportivi ed economici. Alcune plusvalenza, lo Scudetto Primavera, la qualificazione e la buona campagna in Europa League erano, obiettivamente, obiettivi fuori portata, almeno fino a 5 anni fa.

Se prima i giocatori del Torino facevano la fila per scappare da un ambiente tormentanto e poco prolifico al gioco del calcio, adesso chi viene al Torino fa sicuramente un affare. Parola di Ventura. Vero. Sia a livello sportivo, sia dal punto di vista umano, trovando una persona come Ventura che è molto più di un semplice allenatore e un gruppo che - come abbiamo visto durante il ritiro - è quasi una familia.

E proprio a questo punto si inserisce una delle sfide più difficili del presidente Cairo e del direttore sportivo Petrachi, nelle quale dovranno prevalare doti come intelligenza e furbizia: portare al Torino un attaccante di peso. Un elemento capace di 20 (o anche più) gol a stagione, in grado di aumentare effettivamente - e non solo sulla carta - il potenziale offensivo della rosa.

La conditio sine qua non di questa storia è: chi verrà, dovrà farlo alle condizioni offerte dal Torino. Il che vuol dire non più di 750.000 euro annuali. O così oppure tanti saluti. Il presidente, come mostrato nella vendita di Darmian o nel ripetuto botta e risposta con il Napoli su Maksimovic - ha imparato a fare la voce grossa, imponendo le proprie richieste/offerte ancora prima di sentire quelle altrui. Ecco perchè la trattiva con Abel Hernandez sta conoscenzo un momento di stand-by: l'uruguayo è sceso fino a 1.5 milione di euro a stagione, oggettivamente ancora troppo per gli standard granata.

Chi invece piace, ed è economicamente più accessibile, è Haris Seferovic. Le richieste del giocatore sono in linea con i parametri societari, mentre l'Eintrach Francoforte sarebbe disposto a cederlo anche titolo definitivo per una cifra non superiore agli 8 milioni. E poi c'è Belotti, oggetto del desiderio del Torino ma attorno al quale il presidente Zamparini ha alzato un muro (pare) invalicabile.

Il minimo comune denominatore, comunque, è l'esperienza in Serie A: tutti e tre hanno giocato e giocano nel nostro campionato, conoscono le dinamiche del calcio italiano e sarebbero congeniali al gioco di Ventura. Questo, inoltre, per stimolare la concorrenza in attacco, e spingere chi già fa bene a fare ancora meglio, per sè stesso e per la squadra.

Come ha confermato Cairo ieri pomeriggio, sarà un acquisto mirato e non il classico nome dell'ultimo giorno di mercato. Ancora 24 giorni e poi il Torino, e tutti i tifosi, conosceranno il nuovo attaccante granata.