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Caro Mazzarri, e ora come li metti in campo?

Gianluca Sartori

Editoriale / Il mercato del Torino sorprende anche i più scettici. Il tecnico può sorridere e puntare all'Europa

"E adesso, caro mister Mazzarri, come schiererà i suoi giocatori in campo? La domanda sorge spontanea e anima le discussioni nelle piazze reali e virtuali, non solo fra i tifosi granata ma anche tra molti appassionati e addetti ai lavori d'Italia, stupefatti dal calciomercato portato a termine dal Torino. La società ha consegnato al tecnico una squadra sulla carta completa e colma di talento. Alcuni acquisti vanno verificati nel campionato italiano (Bremer, Aina, Meité) e il mercato aperto all'estero non permette di escludere cessioni importanti (Niang? Ljajic? Falque?). Ciò non toglie che il calciomercato del Torino abbia sorpreso in positivo anche coloro che erano più scettici prima di un'ultima settimana che definire pirotecnica è riduttivo.

"Il gruppo sfornato al gong del 17 agosto è un giusto mix di esperienza e gioventù; permette a Mazzarri di utilizzare disinvoltura a più moduli (3-5-2, 3-4-1-2, 3-4-3); possiede giocatori di alto livello in tutti i reparti. Dalle conferme di Sirigu, Nkoulou e Belotti agli acquisti di Izzo, Soriano e Zaza: giocatori che un tempo la sponda granata di Torino si sognava. Le spese effettive si riducono a circa due milioni: ma accrescere la competitività della squadra con un occhio al bilancio resta un fiore all'occhiello. E poco importa anche il fatto che la squadra sia stata completata solo negli ultimi giorni: le dinamiche di mercato a volte impongono di attendere i giusti incastri.

"La principale curiosità, al momento, riguarda proprio il modo con cui Mazzarri gestirà una situazione che - al netto di cosa potrà proporre il mercato in uscita verso l'estero - al momento sembra poter generare rischi legati alla sovrabbondanza di giocatori forti e difficili da tenere in panchina, considerando che il Torino non farà le coppe europee. Toccherà al tecnico saper tenere tutti sulla corda e sfruttare al massimo il potenziale a disposizione. Che non sembra poco. E' il Toro "più forte degli ultimi dieci, venti, trent'anni"? Meglio non sbilanciarsi, il passato insegna. Evitare accuratamente proclami di ogni tipo deve essere l'imperativo, in casa granata. A noi spettano però le disamine oggettive: e non si può evitare di dire che con questa squadra si può e si deve lottare sino alla fine per il settimo posto.