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di Alessandro Salvatico
Diciamo la verità: l'accordo tra Torino e Palermo per il passaggio in rosanero di Dzemaili è bell''e fatto. La valutazione di 9 milioni di euro trova...
di Alessandro Salvatico
Diciamo la verità: l'accordo tra Torino e Palermo per il passaggio in rosanero di Dzemaili è bell''e fatto. La valutazione di 9 milioni di euro trova sostanzialmente d'accordo ambo le parti, per quanto gli acquirenti cerchino qualche euro di sconto mentre Cairo spari alto, ancora più alto; l'ha già fatto con Rosina, chiedendone 10 e "accontentandosi" di meno di 8, lo farà con lo svizzero, annunciando una richiesta di 12 e incassandone comunque molti.Dunque, se la parti hanno l'accordo mano, cosa aspettano? Certo, di definire la forma di questi 9 milioni. Che non è detto abbiano, solo e interamente, quella immateriale di un bonifico bancario, ma potrebbero assumere, almeno in parte, l'aspetto di un calciatore che si toglie la maglia rosanero e indossa quella granata. Chi, non è dato saperlo; Cairo, comunque, non nega la possibilità della contropartita tecnica, che non sarà Succi ma potrebbe essere qualcun altro.Ma non è l'unico motivo, questo, che porta alla mancata chiusura dell'affare. Ci sono anche motivi che potrebbero essere definiti "politici", di piazza: dopo aver sancito l'addio al vecchio idolo Rosina, lasciar partire nel giro di 48 ore o poco più anche il nuovo beniamino Dzemaili sarebbe troppo, o almeno questo teme il presidente. Come fare, dunque? Occorre presentare al pubblico almeno l'alternativa già pronta, insomma il nuovo regista; uno tra Loviso e Iori, bravi giocatori realmente trattati dal club granata (a differenza di Magnanelli, voce smentita).Blerim ha dato l'"ok" alla destinazione isolana, Foschi ha scelto il Palermo tra le varie pretendenti. Perchè è quella che più concretamente si è fatta avanti, ma non solo: anche per questioni "di cuore", se così si può dire. Il ds rosanero Sabatini, ieri, ha definito "enorme affetto" quello che il ds del Torino nutre per la sua vecchia società; le nostre fonti parlano di qualcosa che si avvicina molto al vero e proprio tifo. Per quanto possa sembrare strano associare motivazioni simili ad un uomo scafato come "Rinone", anche i dirigenti hanno un cuore; certo, quello dell'uomo-mercato del Toro batte forte, ma fino a un certo punto: infatti, dice "sì" solo se la scelta dettata dalla simpatia combacia con il fare l'interesse dell'attuale datore di lavoro, ossia se dall'altra parte, come in questo caso con Zamparini, c'è un portafoglio pieno e pronto a svuotarsi.
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