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Gabionetta, a breve attesa la sentenza

Redazione Toro News

di Valentino Della Casa

Tra le numerose domande, nel post partita di Toro-Sassuolo, al DS granata Gianluca Petrachi, c’era anche quella che esulava dalla gara, e faceva un piccolo flash sul mercato. Ovviamente...

di Valentino Della CasaTra le numerose domande, nel post partita di Toro-Sassuolo, al DS granata Gianluca Petrachi, c’era anche quella che esulava dalla gara, e faceva un piccolo flash sul mercato. Ovviamente sulla situazione Gabionetta, ma l’argomento è stato liquidato in pochissime battute (“Stiamo aspettando, il giocatore si allena bene. Se sarà disponibile, sarà un’arma in più”), nonostante novità sostanziali, a dire il vero, ce ne siano eccome.Innanzitutto relativamente alla decisione finale che spetta al mastodontico (vista la tempistica) organo della FIFA, chiamato a stabilire di chi fosse effettivamente il giocatore: Hortolandia o Crotone? Come già vi avevamo scritto, sappiamo per certo che effettivamente, il 30 Giugno 2010, la società di Gualtieri non aveva corrisposto la cifra pattuita per riscattare il talentuoso mancino. Ma resta un “nodo” legato ad una clausola (che conoscono soltanto le due società) del contratto, che praticamente potrebbe risolvere la questione. Se infatti, la nota citasse che il giocatore sarebbe tornato di proprietà dell’Hortolandia in caso di mancato pagamento del riscatto -potendo quindi permettere ai brasiliani di trattare con altre quadre- e non che l’Hortolandia avrebbe potuto rivalersi solo e soltanto sul Crotone, senza però avviare trattative con terzi, allora il Torino avrebbe la vittoria in mano. Ma non è questa la notizia.La FIFA, infatti, starebbe per deliberare circa la questione, e il verdetto è atteso entro Venerdì 11 Febbraio. Inoltre, continuano ad arrivare segnali positivi a Cairo e Petrachi sul buon esito della vicenda, che significherebbe l’arrivo del tanto agognato transfer (bloccato dalla FIGC che aspetta il verdetto FIFA) e quindi la possibilità di impiegare, finalmente, uno dei pupilli di Franco Lerda. E si porrebbe la parola fine ad una vicenda che dura da mesi, e che si è dimostrata, a livello mondiale, un caso più unico, che raro.

(Foto: M. Dreosti)