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di Edoardo Blandino
Il calcio è pieno di esempi di giocatori trascurati che con gli anni conquistano piano piano la ribalta. Spesso, però, ci vogliono...
di Edoardo Blandino
Il calcio è pieno di esempi di giocatori trascurati che con gli anni conquistano piano piano la ribalta. Spesso, però, ci vogliono stagioni di fatica e sudore. I ragazzi sprecano tanto tempo nelle categorie inferiori o in panchina, quando potrebbero tranquillamente giocare in squadre blasonate ritagliandosi anche degli spazi importanti. I campioni del mondo Luca Toni e Fabio Grosso, per esempio, fino a pochi anni prima di Germania 2006 erano costretti a calcare campi minori. Il portiere dell’Inter Julio Cesar, invece, appena arrivato in Italia e mandato in prestito al Chievo, fu costretto a 6 mesi di tribuna perché considerato terzo nelle gerarchie del mister dietro a Luca Marchegiani e Sergio Marcon. Insomma, non è raro vedere un calciatore sprecare il proprio talento per diversi anni in attesa di una chance concreta.
È probabilmente quello che pensa anche Nicolas Gorobsov, giovane argentino classe ’89 che nella sua prima stagione in granata ha trovato poco spazio. Il regista sudamericano sapeva che la concorrenza per un posto da titolare sarebbe stata agguerrita, ma sperava comunque di trovare maggiore continuità in campo. Per lui ci sono stati molti spezzoni di gara e poche partite intere. Si era conquistato faticosamente il posto verso dicembre, prima che la rivoluzione petrachiana scombinasse nuovamente le gerarchie e lo costringesse a tanta panchina.
Oggi è cambiato il mister, ma la voglia di giocare del ragazzo no. Anzi, questo anno part-time gli ha fatto capire quanta voglia abbia di dimostrare le sue capacità. Ieri è partito in ritiro con i compagni e potrà lavorare insieme a Lerda con calma. Il mister avrà tutto il tempo di visionarlo e capire se potrà essere utile o meno nel suo stile di gioco. Di certo Gorobsov ha le idee chiare: vuole giocare. Magari non necessariamente ogni partita, ogni domenica, ma perlomeno spera di vedere il campo più di quanto non abbia fatto la scorsa stagione. Pur di essere mandato sul terreno di gioco con continuità è pronto a tornare a Vicenza, dove è ancora molto apprezzato. Qua a Torino il pubblico è sempre stato caloroso nei suoi confronti, ma chi decideva era Colantuono. Chissà se con Lerda le cose cambieranno…
(Foto: M. Dreosti)
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