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Quasi dieci anni di Torino, in granata fin dagli Esordienti, il difensore classe '94 si trasferisce da svincolato in Lega Pro: "Spero che i miei compagni possano fare una grande stagione...
"Stefano Ignico, difensore centrale classe '94, capitano della Primavera del Torino vice-campione d'Italia, ha firmato con la Pro Piacenza, e si trasferirà da svincolato in Lega Pro. Il Toro, dopo quasi dieci anni trascorso attraverso l'intera trafila nel settore giovanile, fin dagli Esordienti, per arrivare alla finalissima Scudetto Primavera con la fascia da capitano al braccio, lo ha lasciato partire, ed il giovane si è accasato nella società emiliana, pronto ad una nuova avventura. Abbiamo contattato Stefano per farci raccontare, almeno in parte, l'esperienza vissuta in questi anni con la maglia granata indosso, e le sensazioni per il futuro, proprio e dei compagni, oltre che per salutare un ragazzo che, a livello giovanile, ha dato veramente tutto per il Toro.
"Allora Stefano, sei pronto a questa nuova avventura?
"Non vedo l'ora di iniziare, dopo il settore giovanile inizia il calcio dei grandi, ora c'è il calcio vero e sono curioso di vedere com'è. Ho appena firmato con la Pro Piacenza, è una società nuova ma molto seria: partiremo con -8 di penalizzazione, sarà dura, ma se la squadra gira possiamo recuperare facilmente.
"Che esperienza è stata quella di questi dieci anni in granata?
"In questi 10 anni ho avuto la fortuna di avere allenatori bravissimi e competenti: Spugna, Davin, Longo negli Allievi, Asta e ancora Longo, tutti allenatori che mi hanno fatto diventare uomo e giocatore. Il Toro è come una famiglia, mi sentivo proprio a casa: vediamo cosa mi riserverà il futuro, certo il mio sogno sarebbe quello di tornarci.
"E cosa ci racconti della stagione appena conclusa?
"Siamo partiti all'inizio contro ogni pronostico, però col lavoro e la costanza siamo riusciti ad andare avanti. Per me è stata un po' sfortunata, ho avuto due infortuni che mi hanno tenuto fuori parecchio, ma sono riuscito a giocare le due partite più importanti, la semifinale e la finale Scudetto, che purtroppo tutti sappiamo come è finita. Dovevamo vincerla prima, quella partita...
"Molti tuoi compagni, in uscita come te dalla Primavera, stanno per fare il grande salto nel calcio professionistico, alcuni anche in Serie B... Te lo saresti aspettato?
"Si sapeva che gente come Aramu aveva qualcosa in più, quel qualcosa per arrivare lontano, lo vedevi già da bambino. Anche Gyasi, Barreca, si capiva che avevano grande qualità. Alla fine, se abbiamo fatto questa stagione è merito di tutti, ma l'aiuto di quei due o tre giocatori è stato determinante.
"Ti sarebbe piaciuto trascorrere questi dieci anni in una struttura come il Filadelfia?
"Mister Moreno Longo ci ha raccontato tutto del Fila, dell'atmosfera che si viveva. Ci ha parlato dei derby vissuti là, era un'altra cosa giocare in una struttura del genere. Noi purtroppo non abbiamo avuto la stessa fortuna ma i tifosi ci sono stati vicini lo stesso, non facendoci mai mancare il loro affetto.
"Come vedi la Primavera che verrà nel 2014/2015?
"Non lo so, in molti hanno qualche perplessità, ma del resto anche l'anno scorso col gruppo dei '94 in uscita, e con l'arrivo dei '95, ci davano per spacciati. Magari quest'anno partiranno con gli stessi sfavori del pronostico e faranno un exploit ancora maggiore, lo spero per il mister e per la squadra.
"Il momento più bello e quello più brutto di questi dieci anni di Toro?
"Il momento più bello? Sicuramente la finale Scudetto Primavera con la fascia di Capitano, anche se l'abbiamo persa, ma arrivare fin lì è stato stupendo. Ma lo stesso momento coincide anche con il più triste, quello dei rigori... Purtroppo, ad un passo dal sogno, è finita così.
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