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calcio mercato
Maksimovic, il Napoli, il Torino, il calciomercato: che noia, che barba, che barba, che noia! Frastornato, distratto, probabilmente poco lucido, il serbo non è sceso in campo contro il Pescara e la differenza tra lui e Bovo - non ce ne voglia il centrale romano, autore di una partita di tutto rispetto - si è vista. Si è vista anche, anzi si è sentita, la pronta risposta del tecnico Ventura e del presidente Cairo quando, pungolati dai colleghi giornalisti, rassicuravano la piazza. "Resta, capitolo chiuso" - il virgolettato del presidente. "Lo aspetto martedì all'allenamento. Se ci sarà, allora ce lo avremo per tutto l'anno" - leggermente più scaramantico l'allenatore .
Maksimovic piace al Napoli, ma non solo. Piace a mezza Europa, quella che ad oggi conta davvero: Arsenal e Chelsea lo avevano seguito in patria ben prima che lo acquistasse il Torino e ancora oggi non gli hanno mai tolto gli occhi di dosso. Nella Bundesliga gli estimatori non mancano e in Spagna un difensore come lui farebbe comodo a parecchie (si potrebbe dire tutte) squadre di vertice.
Il Toro però, ed è qui che viene il bello, ha un potere contrattuale decisamente più forte rispetto alle passate stagioni. Un sogno nascosto, per certi versi impensabile qualche anno fa, anzi. Un sogno irrealizzabile per qualcuno e forse più di qualcuno. Ora il Torino può dire no! I granata possono permettersi di rifiutare, senza vacillare, un'offerta - per quanto buona - non ritenuta pienamente all'altezza.
Ma non è tutto. Se fino a poco tempo fa i giocatori passavano da Torino, portavano a casa il contratto e poi puntavano i piedi per andare via, oggi non è più così. Per quanto un giocatore - facciamo l'esempio di Maksimovic? - possa essere tentato da altri e alti stipendi, questo in granata si trova a suo agio. Sta bene al Toro e pertanto non ha bisogno di forzare la mano per andare via. Un po' come per Darmian, ora ai giocatori basta una promessa, un accordo di cessione futura. Ammesso e non concesso - sia ben chiaro - che arrivi l'offerta giusta.
Dopo quattro anni di gestione tecnico-sportiva-amministrativa da parte del trio Ventura-Petrachi-Cairo, questo Toro ritrova un potere contrattuale da grande squadra. Il club di via Arcivescovado vanta una credibilità tale che lo mette al riparo da qualsivoglia minaccia (o quasi).
Ancora pochi giorni e tutti quanti ci metteremo questo benedetto calciomercato alle spalle. Aspettando di tornare a valutare un gruppo di persone che lavora per riportare in piazza ''un Toro vero".
Nel frattempo, però, il leitmotiv resta lo stesso: Belotti, Maksimovic, il Napoli, il Torino, il Palermo, la punta. Anzi, le punte. Che noia, che barba, che barba, che noia!
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