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Roberto Bordin: “Vi racconto Damascan, la scommessa del Torino”

Gianluca Sartori

Esclusiva / Il tecnico che ha lanciato il neo granata in Moldavia: "Per me è una grande perdita, ma sono contento di avergli dato una mano a spiccare il volo"

Da vice di Andrea Mandorlini a campione di Moldavia: non banale la traiettoria di Roberto Bordin, l'allenatore italiano dello Sheriff Tiraspol. Sbarcato in Transnistria da un anno e mezzo, dopo l'esperienza alla Triestina in Serie D, nel paese ex sovietico si è realizzato professionalmente conducendo un'esperienza che definisce "soddisfacente. Abbiamo vinto due campionati e una Coppa moldava, e siamo reduci dall'esperienza in Europa League: dopo esserci qualificati alla fase ai gironi siamo usciti per un pelo, non sono bastati nove punti conquistati. Ho ancora il contratto qui per un anno e non penso al ritorno in Italia", spiega l'allenatore ligure, una vita da calciatore tra il 1982 e il 2005 sui campi di Serie A, B e C. "Qui il movimento è in crescita. Andate a vedere sul sito del mio club le strutture di cui siamo dotati: roba da fare invidia a mezza Europa. E non pensiate che il livello del campionato sia così scadente. Se il mio Vitalie è diventato capocannoniere è perchè qualcosa deve pur valere..."

Mister Bordin, nessuno è più indicato di lei per parlarci di Damascan. Lo ha valorizzato allo Sheriff Tiraspol e poi è arrivata la chiamata del Torino: ieri è stata la giornata delle visite mediche in attesa del passaporto romeno che permetterà il tesseramento. 

""E' stato il nostro capocannoniere dell'ultimo campionato vinto. Ha disputato una stagione da protagonista assoluto in Moldavia e ha anche messo a segno qualche apparizione europea. 18 gol in 32 partite con lo Sheriff, capocannoniere al primo anno, due titoli vinti in 6 mesi, dopo essere arrivato a marzo dallo Zimbru Chisinau. Ho lavorato molto su di lui, intravvedendo delle qualità importanti, per aiutarlo a fare il salto di qualità. Alla fine pare ce l'abbia fatta, trovando la chiamata del Torino. Ma non è stato merito mio, è lui ad essere bravo. Voleva fortemente fare il salto di qualità e giocare in uno dei migliori campionati europei. Per me è una grande perdita, anche perchè per regolamento sono obbligato a schierare tanti giocatori nati dal 1996 in poi, ma sono contento per lui e per lo Sheriff Tiraspol, che ottiene una bella soddisfazione a livello economico".

Che tipo di giocatore è Damascan? 

""Un centravanti puro, con me ha fatto la punta centrale del 4-3-3, ma può giocare anche insieme ad un'altra punta pura nel 3-5-2. Sì, al posto di Belotti ma anche insieme a lui. E' veloce, ma anche dotato di un buono stacco di testa. Attacca bene la profondità. Potenzialmente completo, anche se ovviamente dovrà migliorare. E corre tanto, tanto. E' generoso, anche troppo: l'insegnamento principale che gli ho dato è stato quello di risparmiare le sue corse all'indietro a caccia di palloni, per non ritrovarsi sempre a 40-50 metri dalla porta. Lui è uno che deve giocare sulla linea difensiva, capire dove si possono creare gli spazi per infilarsi con la sua velocità. Caratterialmente è molto voglioso: starebbe dalla mattina alla sera in campo con un pallone tra i piedi, ve lo assicuro".

Si aspetta di poterlo riavere in prestito fintanto che non otterrà il passaporto romeno?

"Non sono a conoscenza dei dettagli dell'affare. Ma il campionato moldavo, in seguito ad una riforma della formula, va da metà marzo a metà novembre, quindi ora siamo sostanzialmente fermi per due mesi a livello di gare ufficiali. Il passaporto romeno? Non credo avrà problemi nel conseguirlo". 

Può essere pronto per giocare in Serie A a breve termine?

"Questo lo deciderà il Torino, ma io vi dico che il campionato moldavo è stato una bella "palestra" per un giovane come lui. Sicuramente ha entusiasmo e lavorerà molto per imparare tanto. Il suo passaggio al Torino per noi è motivo di orgoglio, se lo è meritato".